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La Stampa Rassegna Stampa
26.04.2006 La Giordania accusa Hamas
preparava attentati nel regno

Testata: La Stampa
Data: 26 aprile 2006
Pagina: 8
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «La Giordania: sventati attentati di Hamas»

Un articolo di Aldo Baquis da La STAMPA di mercoledì 26 aprile 2006:

Hamas è una pericolosa organizzazione terroristica, destabilizzante per l’intera regione. L’accusa giunge da Amman. Il regime hashemita ha rivelato ieri di avere sventato in extremis una serie di attentati sul proprio territorio ispirati dai comandi politici e militari di Hamas a Damasco. Le accuse della Giordania arrivano per il governo di Hamas nel momento peggiore, mentre è impegnato in uno sforzo internazionale per convincere i Paesi donatori di aver dato vita a un esecutivo responsabile, interessato principalmente a sollevare le condizioni economiche dei palestinesi e a razionalizzare le strutture di governo. Accuse qualificate come «pure invenzioni» da Osama Hamdan, dirigente di Hamas in Libano. Eppure il presidente palestinese Abu Mazen, che giorni fa ha avuto dettagliate informazioni sulla cellula di Hamas dal premier giordano Maaruf Bakhit e dal suo capo dell'intelligence, lo ha definito un episodio «sconvolgente».
La settimana scorsa le autorità giordane hanno arrestato molti militanti di Hamas. Nel corso dell’inchiesta è stato trovato un nascondiglio di armi, fornito di tritolo, lanciarazzi e detonatori non lontano dal confine siriano. La Giordania sembra non aver dubbi: sono stati i vertici di Hamas a Damasco, vale a dire il suo leader Khaled Meshaal, a progettare il furto delle armi e una serie di attentati contro installazioni di importanza vitale in Giordania.
Meshaal, cittadino giordano, è da tempo persona non grata nel proprio Paese. La settimana scorsa, in concomitanza con la diffusione delle prime notizie sulla rete clandestina di Hamas, Amman ha fatto sapere al ministro degli Esteri dell'Anp, Mahmud a-Zahar, dirigente di Hamas, che non era il benvenuto nella capitale giordana. Giorni prima, a-Zahar al Cairo non era riuscito a farsi ricevere dal ministro degli Esteri egiziano.
Anche da qui la sensazione di Hamas di essere di fronte a un complotto internazionale, le cui fila sarebbero tirate da Stati Uniti ed Israele e che avrebbe come complici più o meno convinti Egitto e Giordania. Lo stesso presidente dell'Anp Abu Mazen è stato accusato da Meshaal di essere in collusione con le forze internazionali che vorrebbero veder cadere il suo governo.
Hamdan, da Beirut, ha dunque condannato ieri «l’esclation giordana contro il nostro movimento». Le informazioni sulla cellula sarebbero «solo il tentativo pietoso di giustificare in qualche modo l'annullamento della visita di a-Zahar ad Amman». «Tutti sanno - ha proseguito - che Hamas non colpisce alcun Paese arabo nè alcun obiettivo straniero al di fuori dell’occupazione israeliana in Palestina».
Ieri il premier Haniyeh ha denunciato «il crimine odioso» perpetrato a Dahab (Egitto) da terroristi che molti ritengono legati ad al Qaeda. Haniyeh ha espresso solidarietà al popolo egiziano, echeggiato dallo sceicco Tayassir Tamimi, una stimata personalità religiosa palestinese, secondo cui «il terrorismo è incompatibile con l'Islam». Parole accolte con scetticismo in Israele e in Giordania, dove si continua ad indagare sulla pericolosa rete clandestina islamica.

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