Da La REPUBBLICA di martedì 25 aprile 2006:
Sono proprio i "radicali" di Hamas, da Ramallah, tra i primi a condannare: «E´ un atto criminale che offende la nostra fede, è contrario agli interessi della sicurezza nazionale palestinese e lede gli interessi arabi».
scrive Riccardo Staglianò nell'articolo "Olmert chiude il valico con il Sinai ", pubblicato a pagina 4.
L'interesse di Hamas ad apparire lontana dal terrorismo internazionale che colpisce gli occidentali é evidente, ma altrettanto evidente é, in questa frase, dove i terroristi diventano "radicali" soltanto tra virgolette, come a suggerire la presenza di una "moderazione" che sarebbe confermata dalla strumentale condanna dell'attentato in Egitto, l'intento di favorire questa strategia propagandistica.
Ugo Tramballi sul SOLE 24 ORE, nell'articolo pubblicato a pagina 7 "L'impotenza di Mubarak" si occupa di una frettolosa "assoluzione" dei Fratelli musulmani che, scrive
da tempo respingono ogni violenza.
Un'affermazione valida (al momento) per la politica estera egiziana, ma non certo per il conflitto israelo-palestinese all'interno del quale i Fratelli giustificano la violenza terrorista e una loro filiazione, Hamas, la pratica attivamente.
Michele Giorgio sul MANIFESTO preferisce la demonizazione dei partiti politici israeliani. Per accusare Israel Beitenu e il suo leader Avigdor Lieberman di "razzismo" ne stravolge il programma politico, atrribuendo loro l'intenzione di
"cedere" alla futura "entità palestinese" mezzo milione di arabi israeliani
le virgolette apposte al verbo "cedere" fanno pensare a un eufemismo per un piano di "pulizia etnica". Ma Lieberman in realtà vuole cedere al futuro Stato palestinese i territori israeliani a maggioranza araba. Il contrario esatto di una pulizia etnica, dunque.
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