sabato 23 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
20.04.2006 Preparare la strada al peggio
con la disinformazione su Hamas e sulla sua politica

Testata: La Repubblica
Data: 20 aprile 2006
Pagina: 14
Autore: Fabio Scuto
Titolo: «Medio Oriente l´Italia ci aiuti Israele e Hamas telefonano a Prodi Non abbiamo nulla da perdere i kamikaze difendono il popolo»

REPUBBLICA del 20 aprile 2006 fa del suo meglio per sminuire il significato politico della telefonata del premier palestinese Haniyeh a Romano Prodi, accomunandola a quella di Olmert  per presentarla come una richiesta all'Italia di un intervento pacificatore.
Ma Hamas vuole in realtà altro: un riconoscimento politico che la tolga dall'isolamento e renda meno costoso il suo oltranzismo.
E' possibile che Prodi non glielo conceda,  ed'è quello che auspichiamo. Incominciare a distorcere la realtà é però sicuramente il modo migliore per preparare il peggio.
Ecco il testo:

Due telefonate dal Medio Oriente per il leader dell´Unione Romano Prodi. La prima, forse più scontata, dal premier israeliano Ehud Olmert che si è congratulato per sua l´affermazione elettorale del 10 aprile ricevendo dal leader dell´Unione la sua più sincera solidarietà a Israele per l´attentato di Tel Aviv e la sua ferma condanna del terrorismo.
L´altra certamente meno scontata. Poco dopo mezzogiorno, il premier palestinese di Hamas Ismail Haniyeh - dal suo ufficio di Gaza - ha anch´egli voluto telefonare al Professore per «congratularsi per la sua vittoria alle elezioni politiche».
Nella conversazione con Prodi, stando a quanto fatto sapere ieri dall´ufficio di Haniyeh, il premier palestinese ha ringraziato il leader dell´Unione per «la sua posizione politica riguardo al governo palestinese». Nella conversazione con Prodi Haniyeh ha anche auspicato «che i paesi europei rispettino la scelta democratica dei palestinesi» e ha «confermato l´interesse del suo governo di avere calma e stabilità nella regione, e di realizzare una pace giusta che ponga fine all´occupazione e restituisca i suoi diritti al popolo palestinese». Nella telefonata con il leader dell´Unione il premier palestinese ha espresso l´auspicio che «il presidente possa aiutare il popolo palestinese a uscire dalla sua condizione di sofferenza».
Al premier di Hamas il leader dell´Unione ha risposto «confermando la sua posizione dichiarata circa la causa palestinese e il governo palestinese eletto e che il governo italiano svolgerà un ruolo per risolvere il problema del Medio Oriente». Ma ha anche ribadito che sul governo di Hamas «non cambiamo posizione, una posizione che resta ancorata ai tre requisiti posti dalla comunità internazionale: il riconoscimento di Israele, la rinuncia alla violenza e il riconoscimento degli accordi fra l´Anp e lo Stato ebraico». Le linee guida decise dall´Unione europea nei confronti del governo di Hamas.
La più ferma condanna del terrorismo e la solidarietà nei confronti di tutto il popolo israeliano per le vittime dell´attentato, sono stati il cuore della conversazione telefonica, definita da entrambi «molto cordiale», fra il premier israeliano Olmert e il Professore. Olmert ha espresso al presidente Prodi l´augurio per «la ripresa di un lavoro di cooperazione già sperimentato in passato con successo volto a individuare soluzioni che permettano una coesistenza, in pace, sicurezza e reciproco riconoscimento, tra israeliani e palestinesi». «Fermo e totale», l´impegno assunto da Prodi in questo senso e che prevede, come ha ribadito ancora una volta, «il riconoscimento da parte dell´Anp delle condizioni inderogabili poste dall´Unione europea per consentire l´avvio di un dialogo internazionale con la stessa Autorità». La conversazione, definita «molto cordiale» da entrambi, è stata il primo contatto fra il nuovo premier israeliano e quello italiano. Nei scorsi giorni, subito dopo la vittoria dell´Unione, i giornali israeliani avevano vaticinato delle «relazioni più fredde con l´Italia dopo la vittoria del centro-sinistra».

A fianco di questo articolo si trova un'intervista di Fabio Scuto al ministro degli interni di Hamas. Segnaliamo il seguente passaggio:

Hamas aveva parlato di una possibile tregua con Israele e allora perché il suo governo non ha condannato la strage come invece ha fatto Abu Mazen?
«Hamas è interessato ad una tregua più di chiunque altro, per poter avviare il proprio programma che consiste nel poter assicurare sicurezza e benessere al proprio popolo, ma sembra che gli israeliani non siano interessati al successo dei palestinesi. Quell´attacco alla stazione dei bus è stato una naturale reazione dei palestinesi alle violenze israeliane»

Giustamente il giornalista replica chiedendo:

"Colpire dei civili inermi le sembra «una naturale reazione»? 

ma avrebbe anche dovuto contestare le affermazioni  del ministro di Hamas aproposito di un ' "aggressione" israeliana che non esiste. Israele si é limitata infatti a rispondere ad aggressioni, contrastando i lanci di razzi , colpendo o arrestando chi organizzava attacchi suicidi 

Come titolo campeggiano le parole dell'esponente dell'organizzazione terroristica "Non abbiamo nulla da perdere i kamikaze difendono il popolo". Accanto all'assurdo titolo dell'articolo sulle telefonate a Prodi " "In Medio Oriente l´Italia ci aiuti" Israele e Hamas telefonano a Prodi " questa frase ha il suo effetto sicuro. Giustificare Hamas e aperture al suo indirizzo.

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione della Repubblica


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT