Ci siamo sempre chiesti come la sinistra sia sempre riuscita a passare indenne dall’accusa di antisemitismo e antisionismo che pure l’hanno vista partecipe e complice. Sostanzialmente indenne, vista la capacità che ha sempre dimostrato di avere nel respingerle al mittente. Succedeva anche ai tempi del vecchio PCI, quando Umberto Terracini, uno dei padri nobili dell’Italia repubblicana, si permetteva di criticare l’URSS per la sua politica contro gli ebrei. La sua voce era però isolata, non solo all’interno del partito ma nella sinistra in generale, l’Unione sovietica era ancora il paradiso dei lavoratori. La storia è poi cambiata, ma non di molto, se ancora oggi il pregiudizio e l’odio contro Israele sono così radicati e diffusi a sinistra da far apparire le più caute prese di posizione di segno opposto come una dimostrazione di profonda e sincera amicizia. Non ci spiegheremmo altrimenti come un leader ex PCI e oggi segretario dei DS come Piero Fassino possa venire giudicato “amico” di Israele quando l’unico suo merito è quello di prendere le distanze dalla componente più estremista dell’Unione, nella quale c’è anche il suo partito. Bisogna vedere quale metro usa, quali sono le parole che esprime per capire se questa distanza è reale o ripsonde piuttosto ad una tattica politica. La sua intervista sul Corriere di ieri è illuminante. Prodi ha fatto affermazioni alla TV Al Jazeera che lasciano intentere aperture ad Hamas ? Fassino non ci vede niente di male,anzi, “Prodi ha espresso un auspicio comune a tutti, cioè che Hamas sia consapevole che le responsabilità di governo assunte in Palestina impongono il riconoscimento di Israele”, ha dichiarato, poco importa se questo è un suo pio desiderio che nulla ha a che vedere con il comportamento reale di Hamas. Affermazioni che sono state criticate anche dalla Margherita,”giorni fa nell’Unione abbiamo pasticciato su Hamas”. Non ci sembra che pasticciare sia il verbo adatto, dal momento che Prodi si è espresso molto chiaramente e senza alcun pasticcio. Dargli del birichino ci sembra del tutto al di sotto delle sue responsabilità. Hamas giutifica la strage di Tel Aviv e Fassino,pur condannando l’atto, parla di “reticenza” ed equipara israeliani e palestinesi dicendo “ dal 1948 al 1990,quando ciascuna delle parti ha negato il diritto dell’altra ci sono state cinque guerre e un’intifada”. Conosce la storia Fassino ? Ha mai letto lo statuto dell’OLP prima e quello di Hamas poi ? chi è che nega il diritto dell’altro ad esistere ? Trova poi il titolo del Manifesto, a commento della strage, “I frutti del male”, ambiguo. Ambiguo ? ma se è chiarissimo, nella linea da sempre seguita dal quotidiano dei comunisti duri e puri. Ambiguo sarà semmai Fassino, quando a proposito dei finanziamenti ad Hamas dice che “occorre avere una azione di pressione intelligente che eviti di buttare la dirigenza palestinese nelle braccia di chi, in cambio di fondi,la sospinge su una linea ancora più estremista”. Dal che non si capisce bene quale potrebbe essere la linea più estremista, visto che Hamas non possiede (ancora) la bomba atomica. Ovviamente Fassino è poi contro le maniere forti con l’Iran, con la giustificazione che “rischiamo una tragedia di proporzioni abissali”. Come se l’America non aspettasse altro. Quel che Fassino in realtà non vuole dire è cosa dovrebbero fare le democrazie occidentali per impedire al fuerher iraniano di realizzare i suoi progetti per cancellare Israele dalla carta geografica. “Mi piacerebbe che l’Italia giocasse un ruolo di punta su questo campo” ha dichiarato al Corriere. Già, come abbiamo sempre fatto, stendendo tappeti rossi davanti ai vari Arafat,Gheddafi, Fidel Castro e altri della medesima risma. Se gli amici nell’Unione sono come Piero Fassino, allora non dobbiamo più preoccuparci dei nemici.
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