Famiglia Cristiana del 16 aprile pubblica a pagina 17 nella rubrica “La
Bussola” un breve articolo di Guglielmo Sasinini intitolato “La sfida delle
barbe di Hamas”.
L’articolo descrive in maniera corretta la situazione politica palestinese:
il crescente integralismo di Hamas che ora impone alla polizia palestinese
di farsi crescere la barba, i toni solo apparentemente più miti del
ministro degli Esteri palestinese che in realtà adotta il doppio registro
dell’arabo e dell’inglese (atteggiamento ben collaudato da Yasser Arafat)
ed infine il rischio di una guerra civile.
In questo clima di violenza Israele non può abbassare la guardia.
L’attentato kamikaze del 17 aprile a Tel Aviv che ha provocato nove morti e
più di quaranta feriti, giustificato come “resistenza” da parte del governo
palestinese, dimostra una volta di più che non bisogna fidarsi delle parole
“equilibrate” del ministro degli Esteri palestinese dato che Hamas non ha
alcuna intenzione di riconoscere Israele e non ha mai perso l’occasione per
riaffermarlo, e non solo in arabo.
Speriamo che l’Europa lo capisca e continui a bloccare gli aiuti, isolando
il governo terrorista che il popolo palestinese ha scelto come suo
rappresentante.
Ecco il testo:
“ Tutto e il suo contrario nei territori di Gaza e della Cisgiordania,
amministrati da Hamas. Il ministro degli Esteri palestinese, Mahmoud Zahar,
sceglie toni molto più morbidi e parole più equilibrate delle minacce
ostentate nelle interviste per tentare di strappare la mediazione dell’ONU
e convincere Stati Uniti e Unione europea a non bloccare gli aiuti.
La Custodia di Terrasanta, per voce di padre Pierbattista Pizziballa,
ribadisce la disponibilità “a trattare con qualsiasi autorità sul campo pur
di garantire l’esistenza delle nostre comunità cristiane”.
Se per “autorità sul campo” il buon padre Pizziballa intende riferirsi ad
Hamas, la formazione terroristica che ha provocato più di 500 morti fra
civili israelian, è davvero sconcertante pensare che vi sono preti
cattolici che, pur di garantirsi l’incolumità, accettano di trattare con
dei terroristi!!
Ma da Ramallah i dirigenti “in verde” di Hamas respingono ogni riferimento
al diritto all’esistenza di Israele e, per voce del ministro dell’Interno,
Said Siam, dichiarano che d’ora in poi i 58 mila uomini della polizia
palestinese dovranno farsi crescere la barba. Un dettaglio solo
apparentemente estetico, poiché risponde al detto attribuito allo stesso
Maometto: “Per distinguerti dagli infedeli lascia crescere la barba e
taglia i baffi”. Nel passato, Arafat esigeva che i suoi uomini in uniforme
fossero sempre accuratamente rasati proprio per ostentare il laicismo di
al-Fatah e per impedire le infiltrazioni dei fanatici islamici. Oggi Hamas
vuole la polizia “talebana”, eleggendola a custode dell’ortodossia e della
legge islamica, per questo conta di inglobare almeno 40 mila uomini. Il
braccio di ferro per il controllo degli apparati di polizia si intensifica,
lo spettro della guerra civile si avvicina.
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