Il MESSAGGERO di mercoledì 19 aprile 2006 pubblica una cronaca di Eric Salerno intitolata "Olmert frena la rappresaglia". Ne riportiamo le prime righe che chiaramente tradiscono l'intenzione di screditare la denuncia israeliana della responsabilità del governo di Hamas nell'attentato:
"Il mondo intero deve saperlo: consideriamo Hamas responsabile" La formula non é nuova. La frase del premier é simile a tante altre pronunciate in passato da Ariel Sharon nei confronti di Yasser Arafat e la sua amministrazione.
Con la differenza che Arafat mentiva, Hamas no. Nei giorni passati aveva garntito apertamente impunità e protezione al terroristi. Dopo la strage ne ha difeso la "legittimità"
Della violenza, il senso della denuncia, é responsabile il governo dell'entità da cui proviene anche se i leader israeliani sanno bene che in Cisgiordania, da cui proviene il kamikaze sedicenne della Jihad islamica, la sicurezza é in mano alle forze armate israeliane
La sicurezza in Cisgiordania non é in mano alle forze armate israeliane, che non controllano i centri abitati
e la polizia palestinese, quando si vede, gira disarmata per non farsi sparare addosso dagli israeliani.
Questa é un'invenzione di Salerno: ovviamente se, come spesso accade, i membri delle forze di sicurezza palestinesi partecipano a scontri armati e se contemporaneamente al loro incarico ufficiale sono membri di gruppi terroristici può accadere che siano colpiti da Israele. Che però non chiede che di poter collaborare con la sicurezza palestinese nella lotta al terrorismo, come chiderebbero gli accordi di Oslo e la Road Map
L'editoriale di Salerno "Dopo la strage Israele non cerca la vendetta" (titolo quanto mai sbagliato: l'eventuale risposta militare non sarebbe stata una vendetta, ma una difesa) accredita la tesi di una possibile trattativa con Hamas.
Allo scetticismo verso un'ipotesi al momento non suffragata dai fatti e, anzi ,smentita dal sostegno all'attentato di Tel Aviv aggingiamo la segnalazione di una grave imprecisione. Scrive Salerno:
Mubarak suggerisce il piano di pace della Lega araba e basato sulla normalizzazione dei rapporti con Israele in cambio del ritiro dai territori occupati
Il piano della Lega araba poneva un'ulteriore condizione: il riconoscimento del diritto al ritorno dei "profughi" palestinesi. E offriva in cambio il riconoscimento di Israele, passo inziale della "normalizzazione" dei rapporti.
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