|
|
||
C'e' un'atmosfera quasi ovattata oggi in Israele. Tutti fanno la vita di sempre e nessuno parla dell'attentato. E' una cosa che resta nei nostri cuori e nel nostro dolore, non serve parlarne, basta che ci guardiamo negli occhi per sapere che tutti pensiamo solo a quello che e' accaduto. Noi israeliani siamo qui, con rabbia dolore e coraggio, a difendere Israele e il mondo.
Ieri l'ho saputo con una telefonata. E' bastata la parola "Pigua-attentato" e mi si e' gelato il sangue. Mi si e' chiusa la gola, per qualche momento non ho pensato a niente e poi le telefonate. "Dove siete? state bene? avete sentito? c'e' stato un pigua, nove vittime ".
Poi arrivano le telefonate dall'Italia, mio figlio dalla Germania, amici e parenti preoccupatissimi e ogni volta che rispondo stancamente "Si, io sto bene", mi vergogno.
Appena saputo che tutti eravamo salvi anche per questa volta, parenti, bambini, amici, conoscenti e vicini di casa, allora ho acceso la tv e in diretta , tra lacrime di rabbia e di dolore, ho seguito i soccorsi. Le solite terribile cose, barelle, gente che correva per dare aiuto ai medici e infermieri, inviati delle televisioni che raccontavano lo scenario agghiacciante del dopo attentati, ambulanze che arrivavano e partivano col loro carico di sangue lasciando la' sulla strada i soccorritori sotto schock, molti in lacrime, persone che si aggiravano confuse per i marciapiedi col telefonino in mano per dire a casa: "sto bene, tutto bene", i volontari di Zaka che raccoglievano tutto quello che poteva essere un pezzo di corpo umano, un lembo di pelle, qualsiasi cosa cui bisognava dare sepoltura e poi, poi, poi... l'immagine dell'infame e dei palestinesi che festeggiavano per la strada e distribuivano le solite caramelle ai passanti sorridenti con le dita alzate a V.
Maledetti.
Una famiglia intera era andata a mangiare al ristorantino di shwarma, mamma, papa' e bambini, qui in Israele e' festa, era festa anche ieri e la gente usciva, molti a fare i pic nic, altri al ristorante e quelli piu' modesti a mangiarsi una porzione di shwarma o un falafel sotto casa. La mamma e' stata colpita in pieno dall'esplosione, il papa' cercava di allontanare i bambini che urlavano e non volevano allontanarsi dalla mamma che giaceva a terra. "Ima Ima Ima" urlavano ma la ima era gia' morta e uno dei suoi bambini di 10 anni, rimasto ferito, e' ancora grave all'ospedale.
E' strano, i media italiani , tra cui il sito di Repubblica, hanno pubblicato immediatamente la foto della madre dell'infame con la foto del figlio, poi hanno pubblicato la foto della sorella , anche lei militante di hamas, in lacrime davanti al computer. Quale e' il messaggio che vogliono mandare i media italiani?
Guardate, poveri palestinesi, quanto soffrono? E' questo che vogliono dire ai lettori?
Sempre la stessa storia, sempre la foto del mostro e della famiglia, e' la prima cosa che fanno. Ormai e' tradizione, una vergognosa tradizione giornalistica.
Ma le vittime? C'e' qualcuno che pensa alle vittime di queste belve rabbiose, di questi mostri, di questi assassini?
Nessuno sa , in Italia, i nomi degli israeliani morti, sono ectoplasmi, 9 cadaveri e basta. Non hanno un volto, non hanno una storia, non hanno famiglia.
Solo l'infame ha un volto e lo ha sua madre che ha allevato un mostro e suo padre arrestato anche lui, e sua sorella, e i vicini di casa palestinesi che piangono alla palestinese, strappandosi le vesti, tirandosi i capelli, tanta scena, bravi attori, attori che rappresentano odio e morte.
I media italiani dimenticano di far vedere le risate, i palestinesi che distribuiscono ridendo caramelle ad altri mostri sorridenti e soddisfatti che se le mangiano e continuano felici per la loro strada pensando che uno dei loro eroi ha appena ammazzato 9 yahud.
Nove ebrei, nove israeliani che non gli avevano fatto niente, che mangiavano panini e bevevano aranciata e probabilmente scherzavano tra loro e pensavano a cosa fare la sera.
Ci sono altri 100 infami pronti a farsi saltare nei territori, l'Iran ne ha addestrati 40.000 da mandare qua e la' a seminare morte e dolore e il sito di Repubblica non trova di meglio che mostrare la foto piangente di chi ha generato un assassino, un feroce , schifoso assassino anziche' pubblicare la foto di quella madre israeliana che abbraccia la bara del figlio David di 29 anni avvolta nella bandiera di Israele.
Ecco i nomi delle vittime, sia benedetta la loro memoria:
Victor Erez di Givatayim;
Benjamin Haputa, 47 anni, di Lod;
Philip Balahsan, 45 anni di Ashdod;
Rosalia Basanya, 48 anni
Boda Proshka, 50 anni
David Shaulov, 29 anni, di Holon;
Lily Yunes di 42 anni di Oranit
Ariel Darhi, 31 anni, di Bat Yam.
La nona vittima, arrivata in coma all'ospedale e morta subito dopo, e' ancora sconosciuta perche' i medici non hanno rilasciato la sua identita'.
Forse sta ancora passando l'esame del DNA.
Continuate a parlare di diritti dei palestinesi laggiu' in Europa?
Mentre qui da noi le persone muoiono inghiottite dal fuoco esploso dal corpo di un demonio e colpite da chiodi e pezzi di ferro mescolati all'esplosivo, chiodi che penetrano nelle carni, che fanno saltare gli occhi dalle orbite, che uccidono o rovinano per sempre e rende morti che camminano anche i sopravvissuti, voi parlate di diritti dei palestinesi?
Che fate? Oggi condannate?
Domani direte che dobbiamo farli venire a lavorare in Israele per "motivi umanitari".
Oggi fate le facce contrite?
Domani direte che il terrorismo e' la loro unica scelta.
E' per questo che io non credo alla vostra contrizione e non credo al vostro sdegno ipocrita.
No, il terrorismo non e' l'unica scelta, ne hanno avute tante di scelte e di possibilita' ma hanno voluto il terrorismo, solo il terrorismo e adesso ancora una volta io dico BASTA e lo dico col cuore pieno di rabbia e di disperazione.
Noi vogliamo vivere, lo capite? I miei israeliani vogliono vivere! I nostri bambini vogliono vivere!
E a chi ha la cultura della morte e ai loro sostenitori europei io dico BASTA!
BASTA!
|
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |