Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Magdi Allam: con il terrorismo non si parla purtroppo ha la meglio il contrario
Testata: Corriere della Sera Data: 13 aprile 2006 Pagina: 39 Autore: Dario Fertilio Titolo: «Gran rifiuto di Magdi Allam: no a Rushdie»
Dal CORRIERE della SERA di giovedì 13 aprile 2006 un buon articolo dal titolo fuorviante (Allam non detto di no a Rushdie, ma a Ramadan). Ecco il testo:
Magdi Allam contro Tariq Ramadan, ovvero due modi opposti di intendere tutto: il valore della vita, il significato dell'Islam, il terrorismo e il diritto degli scrittori a esprimere le proprie idee. Ma si potrebbe aggiungere: Magdi Allam in dissenso anche con Salman Rushdie, il celebre autore dei «Versetti satanici», che nonostante tutto oggi si dichiara contrario a «veti ideologici». Terreno dello scontro, nientemeno che il Pen Club americano, dove a partire dal 25 aprile è in programma un convegno di scrittori sul «rapporto tra fede e ragione». Nomi di assoluto prestigio fra i relatori annunciati (da Martin Amis a Toni Morrison, da Zadie Smith a Doctorow, Nadine Gordimer, David Grossman, Roberto Calasso), ma anche un doppio invito ad Allam e a Ramadan che fa scoccare la scintilla. In breve: Magdi Allam, editorialista del «Corriere» e autore di libri duramente critici nei confronti dell'integralismo islamico, accetta l'invito di Rushdie, presidente uscente del Pen; il suo nome e la fotografia appaiono sul sito www.pen.org insieme a quelli dei prestigiosi colleghi. Ma ecco che, verificando l'elenco, Allam si imbatte in quello di Tariq Ramadan, un nome e una bibliografia che lo fanno sobbalzare, perché simboleggiano tutto ciò contro cui lui si batte da sempre. Sono musulmani entrambi, Allam e Ramadan, ma le somiglianze si fermano qui. Il secondo, quarantenne fascinoso e cittadino svizzero, è nipote dello storico fondatore dei Fratelli Musulmani, Hassan Al Banna, e si può considerare un teorico del massimalismo islamico. In un suo libro famoso, «Intervista sull'Islam», Ramadan ha definito «giustificabile » il terrorismo e, accusando pubblicamente lo stesso Allam di essere «un bugiardo», di fatto lo ha condannato a morte agli occhi degli interpreti oltranzisti del Corano. Perciò Magdi Allam ha detto no a Rushdie: niente viaggio a New York e confronto con Ramadan perché — spiega — questo equivarrebbe a «legittimarlo», accettando in linea di principio che si possa mettere in discussione la sacralità della vita umana. «Si comincia con il negarla agli ebrei, poi si passa ai cristiani e si finisce con gli stessi musulmani», osserva Allam, che nel suo prossimo libro, «Io amo l'Italia, ma gli italiani l'amano?» racconterà il suo scambio di messaggi con Rushdie e le motivazioni del «gran rifiuto». E lui, l'autore dei «Versetti satanici»? Due gli argomenti usati (invano) per convincere Allam: è giusto che tutti esprimano liberamente le loro idee, ed è sbagliato il «veto ideologico» dell'amministrazione americana contro Ramadan. Proprio quello su cui Allam dissente completamente: a suo giudizio l'ammorbidirsi di Washington nei confronti dei Fratelli Musulmani sarebbe un «errore clamoroso», dettato dall'illusione di arruolare una parte dell'integralismo islamico contro i terroristi di Al Qaeda. Invece, ribadisce Magdi Allam, «la cultura della morte è la stessa». E così l'incontro culturale di New York scopre, ancora prima di cominciare, il coperchio di una pentola che bolle in tutto il mondo. E di colpo l'idea di una cultura cosmopolita, raffinata e compiaciuta di sé si ritrova a tu per tu con i temi brucianti dell'attualità e dell'impegno.
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