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La Stampa Rassegna Stampa
12.04.2006 I media arabi e le elezioni italiane
si aspettano che Romano Prodi cambi la politica estera

Testata: La Stampa
Data: 12 aprile 2006
Pagina: 14
Autore: Ibrahim Refat
Titolo: «Ma agli arabi Romano piace»

Da La STAMPA di mercoledì 12 aprile 2006:

Per la prima volta nella storia i media arabi hanno dedicato uno spazio così ampio alle elezioni italiane. Il duello all’ultimo voto tra Berlusconi e Prodi ha monopolizzato l’attenzione di giornali, radio e tv, siti Internet. Interesse, in parte derivante dalla personalità eccentrica del premier uscente e dalle sue controverse prese di posizione, come quella sull’arretratezza dell’Islam. Tanto che qualche giornale, forse anche per via del fuso orario, si è limitato alle prime proiezioni titolando «Gli italiani hanno votato massicciamente per i partiti di centro-sinistra». Ma il giudizio quasi unanime è che, con il risultato del voto del 9 e il 10 aprile, l’Italia esce divisa e la strada sarà tutta in salita per il nuovo governo.
In una corrispondenza da Roma il network televisivo più seguito dagli arabi, Al-Jazeera ha aperto dicendo: «Vince Prodi ma Berlusconi non è stato sconfitto. Dalle urne emerge una netta spaccatura del Paese, quindi, sarà difficile risolvere i grossi problemi economici dell’Italia». Mentre il primo foglio elettronico arabo, Elaph, pur affermando che l’Italia cambia pagina dopo la vittoria della coalizione di centro-sinistra, mette in guardia dal fatto che si prospetta «un periodo di conflittualità». «Non è da escludere che questa contesa - prosegue - possa finire davanti ai tribunali anche prima dell’assegnazione del mandato a Romano Prodi». E sottolinea come lo scarto fra i vincitori e vinti sia costituito da una manciata di voti, tale da non permettere alla coalizione di centro-sinistra di realizzare ciò che aspettano gli elettori specie in campo economico.
Secondo il quotidiano filogovernativo egiziano Al-Ahram la vittoria di Prodi «determinerà il raffreddamento dei rapporti fra Roma e Washington per via del desiderio dell’ex presidente della Commissione europea di migliorare i rapporti con Francia, Germania e Spagna, deteriorati a causa della guerra in Iraq». Ma in un corsivo sulla questione del conflitto di interesse in politica, citando il caso di Italia e Thailandia, a Berlusconi viene rinfacciato di lasciare un Paese «con la crescita economica più lenta d’Europa e per di più situato al terzo posto nella classifica del debito pubblico su scala mondiale». Conclusione: «Gli uomini d’affari non sono in grado di separare l’interesse pubblico da quello privato. E’ meglio che stiano fuori dalla stanza dei bottoni».
Apertamente schierato con la coalizione di centro-sinistra il quotidiano filo saudita Al-Hayat, edito a Londra. Il suo corrispondente scrive: «Con la sconfitta del leader della destra Silvio Berlusconi l’Italia scrive una pagina importante della propria storia politica». E attribuisce questa sconfitta di stretta misura del «re delle tv» alla volontà degli italiani di «respingere l’avvelenamento della vita politica per tornare a un clima più sereno. Cosa su cui Prodi insisteva dicendo che il Paese, l’economia e i cittadini non potevano sopportare una situazione divenuta intollerabile». Sulla stessa linea il quotidiano kuwaitiano Al-Qabas, caduto però nell’abbaglio degli exit poll, che titola: «Gli italiani hanno negato fiducia al premier Silvio Berlusconi e hanno votato massicciamente per il suo rivale Romano Prodi, che dovrà affrontare il difficile compito di far uscire il Paese dalle difficoltà economiche senza aumentare la pressione fiscale». Ignorata dal quotidiano iracheno Al-Zaman la promessa della coalizione di centro-sinistra di ritirare le truppe dall’Iraq in caso di vittoria. In compenso si parla «della serietà di Prodi, del suo impegno a migliorare la situazione finanziaria e chiudere con la politica passata che metteva gli interessi privati sopra ogni cosa».

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