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Il Foglio Rassegna Stampa
11.04.2006 La sfida dell'Iran al mondo deve comportare un prezzo
intervista a Dennis Ross

Testata: Il Foglio
Data: 11 aprile 2006
Pagina: 4
Autore: Anna Barducci Mahjar
Titolo: «“L’Iran deve capire che il prezzo che pagherà è alto”, dice Dennis Ross»

Dal FOGLIO  di martedì 11 aprile 2006:

Washington. L’occidente è troppo lento. Non può fare fronte alla minaccia del “jihad nucleare” dell’Iran con la sua atavica indolenza diplomatica. Lo spiega al Foglio Dennis Ross, inviato per gli Stati Uniti in medio oriente ai tempi dell’Amministrazione Clinton. “Gli iraniani non si fermano mai, sono in continuo movimento – dice preoccupato Ross – Lavorano notte e giorno per portare a termine il loro progetto e sanno esattamente quello che vogliono”. L’occidente, invece, sta perdendo tempo. Secondo Seymour Hirsch, il Pulitzer del New Yorker, in realtà l’America è già pronta a colpire, la mappa dei siti è fatta, le mini-atomiche sono già pronte: Washington non perde tempo per nulla, insomma. Ma il presidente statunitense, George W. Bush, dice che lo “scoop” di Hirsch è pura fantasia, “wild wild speculation”, l’approccio multilaterale resta l’unico in atto, la comunità internazionale lavorerà insieme seguendo le tappe di cui si è fornita. Se da Teheran arrivano le urla del regime contro la “guerra psicologica”

dell’occidente, il ministro degli Esteri britannico, Jack Straw, ribadisce che l’idea di un attacco di Washington non è per nulla credibile, e pure l’Europa dei Venticinque sottolinea la necessità di un’azione concertata ceh contempla anche le sanzioni. La malattia iraniana diventa sempre più pericolosa, le modalità per curarla sempre meno chiare. Dennis Ross ripete che nessuno sa che cosa fare, non c’è coordinamento tra i governi occidentali. La visita a Teheran annunciata da Mohammed ElBaradei, capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, rischia di aggravare la crisi: nonostante l’opposizione americana, francese e britannica, ElBaradei vuole andare in Iran, rischiando di mostrarsi poco risoluto nei confronti della minaccia nucleare. Potrebbe cercare di mediare tra la posizione russa e cinese – a favore dei progetti iraniani – e quella americana, ma intanto la Repubblica islamica continua a non voler rinunciare all’arricchimento dell’uranio e prende in giro “la fermezza” occidentale. John Bolton, ambasciatore americano all’Onu, ha alzato i toni contro il regime dei mullah, offrendo un’ultima possibilità prima dell’imposizione di sanzioni. Ma le minacce non convincono Ross, che critica l’occidente: blatera senza ottenere risultati, dice. “Di quali misure di prevenzione stiamo parlando? Ne abbiamo un’idea?”. Per l’ambasciatore è inutile parlare di sanzioni, se poi le minacce rimangono parole. “Stati Uniti ed Europa devono mettersi d’accordo su come imporre le sanzioni. Devono imparare a mantenere lo stesso passo veloce degli iraniani: pressioni non stop. Teheran deve capire che ha molto da perdere. E’ comprensibile che non abbia paura: nessuno lo sta minacciando seriamente”. Teheran vede un’opposizione divisa e sconnessa, che accetta remissivamente d’essere manipolata. C’è chi discute ancora il diritto dei mullah di possedere reattori nucleari a scopi civili quando – sostiene Ross – a questo punto è chiaro che la Repubblica islamica non ha bisogno di energia. Il regime iraniano si sente forte di fronte all’ingenuità e alle esitazioni occidentali. Per Ross è probabile che le sanzioni non siano sufficienti per fare abbandonare all’Iran le sue ambizioni a un “jihad nucleare”. La Repubblica islamica è determinata a mettere a punto i suoi progetti. “Gli americani devono capire che le sanzioni non serviranno i loro interessi – ha dichiarato Yahya Rahim Safavi, generale maggiore dell’esercito iraniano, in una conferenza stampa – Anzi, saranno svantaggiose sia per loro sia per alcuni paesi europei (…). Avvisiamo gli Stati Uniti di non minacciarci”. Per l’alto ufficiale pasdaran, Washington può “riporre le proprie speranze nella tomba”. Ross dice che l’occidente non deve accettare provocazioni. Questo è il momento di mostrare determinazione, mettere da parte i dubbi. L’Iran crede di non avere niente da perdere. Non vuole negoziare, prende in giro le trattative diplomatiche. Se alla minaccia delle sanzioni i mullah continueranno a rispondere con le pernacchie, è il momento di cambiare strategia. “La Repubblica islamica deve capire che può pagare un prezzo molto caro”.

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