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La Stampa Rassegna Stampa
11.04.2006 Il blocco dei finanziamenti all'Anp e la morte di una bambina palestinese
due cronache corrette

Testata: La Stampa
Data: 11 aprile 2006
Pagina: 20
Autore: Enrico Singer - Aldo Baquis
Titolo: «Hamas senza soldi Europa inflessibile - Neanche gli arabi mandano gli aiuti»

Due corrette cronache di Enrico Singer e Aldo Baquis su La STAMPA di martedì 11 aprile 2006.
La prima sulla sospensione dei finanziamenti europei all'Anp:

 Ormai la decisione è formale. Gli aiuti dell’Unione europea all’Autorità nazionale palestinese sono sospesi. Il blocco era stato proposto già la scorsa settimana dalla Commissione e ieri è stato approvato dal Consiglio dei ministri degli Esteri dei Venticinque che si è riunito in Lussemburgo. L’Europa continuerà a finanziare, attraverso la Croce Rossa e le organizzazioni non governative, i programmi di sostegno umanitario che arrivano direttamente al popolo palestinese. Ma quegli 80 milioni di euro che erano destinati al governo, oggi guidato da Hamas, resteranno nelle casse di Bruxelles. Il segnale è chiaro: fino a quando il nuovo potere palestinese non riconoscerà il diritto di Israele ad esistere e non rispetterà gli impegni della «Road map», non potrà ricevere i soldi che la Ue ha stanziato proprio per favorire il processo di pace.
«I palestinesi hanno scelto questo governo e dovranno subirne le conseguenze», ha detto il ministro olandese, Ben Bot. L’anno scorso l’Unione europea ha inviato complessivamente in Palestina circa 500 milioni di euro. Adesso l’Anp attendeva un assegno da 35 milioni - il primo del 2006 - per pagare gli stipendi dei suoi funzionari e delle sue forze di sicurezza. Lo stesso presidente Abu Mazen aveva chiesto ai Venticinque di «evitare la bancarotta» dell’Autorità palestinese, ma il suo appello non è stato accolto. Il ministro degli Esteri austriaco, Ursula Plassnik, a nome della presidenza di turno della Ue, ha detto che la scelta europea non è «né una minaccia, né un ricatto». È una «mossa precauzionale» decisa perché Hamas è nella lista dei gruppi terroristi e «per il momento» non può beneficiare di aiuti economici. «Revisioni successive» saranno sempre possibili, ma dipenderanno dall’atteggamento del governo palestinese.
I Venticinque, insomma, hanno scelto la linea della fermezza. Anche se c’erano Paesi - come Francia, Spagna e Svezia - che ritenevano possibile un compromesso: dirottare gli aiuti dal governo di Hamas al presidente Abu Mazen per rafforzare il suo ruolo di figura di garanzia e il suo potere concreto. Ma questa soluzione è apparsa troppo pasticciata agli altri. In particolare a Gran Bretagna, Germania e Italia (assente Fini per la giornata elettorale, a Lussemburgo c’era il rappresentante permanente italiano presso la Ue, ambasciatore Rocco Cangelosi). Tutti, però, hanno insistito nel dividere la fetta dei finanziamenti destinati all’Anp dalla ben più cospicua torta degli aiuti ai palestinesi che viaggiano attraverso il sostegno ai progetti umanitari delle Ong. Nel campo della salute e dell’educazione, per esempio.
Proprio ieri il direttore delle operazioni umanitarie della Croce Rossa internazionale, Pierre Kraehenbuehl, ha avvertito che l’azione di queste organizzazioni non può essere considerata una formula magica: «Non siamo in grado di sostituire tutti i servizi dei quali deve occuparsi una pubblica amministrazione, non è il nostro ruolo né ne abbiamo le capacità», ha detto Kraehenbuehl. Per spiegare la situazione in Palestina verrà in Europa lo stesso Abu Mazen che incontrerà Jacques Chirac a Parigi il 23 aprile e farà poi tappe a Lussemburgo e in Norvegia. Sono rimasti, invece, a Ramallah i due parlamentari palestinesi - uno di Hamas - che erano stati invitati alla riunione dell’Assemblea del Consiglio d’Europa a Strasburgo: la Francia non gli ha concesso il visto.

La seconda, incentrata sulla mancanza di finanziamenti alternativi da l mondo arabo, riferisce in modo completo della morte di una bambina di 12 in seguito a un raid israeliano che ha fatto seguito a incessanti lanci di razzi katiuscia da parte dei terroristi palestinesi.Ecco il testo:

Malgrado abbia le casse vuote, malgrado la mancata materializzazione dei promessi aiuti economici arabi e malgrado la forte pressione militare di Israele, Hamas non accetta imposizioni dall’estero. La decisione dei ministri degli esteri Ue di congelare gli aiuti economici diretti al governo palestinese - che non è disposto a riconoscere il diritto all’esistenza di Israele - è stata accolta da accese manifestazioni di protesta a Gaza e da dichiarazioni militanti degli esponenti di governo. «Gli europei dovrebbero vergognarsi, è un’estorsione» ha esclamato un portavoce Sallah Bardawil.
In una nota inoltrata a Bruxelles, il ministro degli Esteri Mahmud a-Zahar sostiene che l’Europa compie anche un errore politico. Secondo a-Zahar, la Ue sarà ora assimilata a Usa e Israele agli occhi della opinione pubblica nel Medio Oriente, nel mondo arabo e nel mondo islamico. Ieri cortei di protesta hanno raggiunto a Gaza le sedi Onu e dell’ Unione europea.
Gli stessi dirigenti palestinesi non fanno mistero della gravità della crisi economica. Il precedente esecutivo, ossia l’inconcludente governo di Abu Ala (al-Fatah), ha lasciato debiti per 1,3 miliardi di dollari, sostiene Hamas. Gli stipendi di 140 mila dipendenti statali non possono essere pagati né le indennità mensili «per i familiari dei martiri e dei prigionieri».
Per gestire l’apparato statale l’Anp ha bisogno di 170 milioni di dollari al mese. Ma Israele ha congelato il versamento dei dazi doganali e di altre tasse raccolte per suo conto e d’altra parte esige il pagamento di beni e servizi. La società israeliana Dor, che garantisce la distribuzione del combustibile nei Territori, minaccia di bloccare le forniture perché ha accumulato crediti per otto milioni di dollari. Dei paesi arabi, il primo a venire in aiuto del governo di Hamas è stata l’Algeria: ma una parte dei suoi fondi sono stati trattenuti dalle banche palestinesi.
Intanto sul terreno le violenze continuano. I miliziani della intifada hanno proseguito a lanciare razzi su Israele mentre le batterie della artiglieria hanno ancora colpito il nord della striscia di Gaza. Una bambina palestinese di 12 anni è stata colpita a morte nella propria abitazione. La madre, incinta di otto mesi, è rimasta ferita in modo grave, una sorella è stata pure ferita. Con quei bombardamenti Israele cerca, ma invano, di tenere alla larga i lanciatori di razzi. Presto o tardi, si prevede a Tel Aviv, il generale Dan Halutz sarà costretto ad ordinare raid terrestri nella striscia di Gaza, per la prima volta dal ritiro dell’agosto scorso.

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