Un breve articolo sul CORRIERE della SERA di oggi, 10.04.2006, dal titolo fuorviante e dal contenuto non accurato. Un pezzetto nato in redazione, ma che rivela la mancanza di attenzione verso l'importanza che hanno i numeri. Cominciamo dal titolo, "sono 5000 le vittime della seconda Intifada". Se non si dice chi sono non si aiuta il lettore a capire. Speravamo di leggerlo nel testo, invece no. Il testo infatti recita "le vittime sono state 5.015, per la maggior parte palestinesi, quasi 4.000". I numeri saranno sicuramente esatti, ma se non si identificano nella loro appartenenza, si perde un pezzo importante di quanto è avvenuto. I palestinesi saranno stati 4.000, ma appartenevano nella stragrande maggioranza a terroristi colti mentre preparavano attentati o in azioni di guerra. Se qualche civile è stato ucciso è dipeso dal fatto che intenzionalmente si trovava in zona a rischio. La stragrande maggioranza delle vittime israeliane sono invece civili, uccisi in stragi (autobus,discoteche, ristoranti, bar,mercati), gente sterminata con la precisa volontà di colpire la popolazione civile. Sottolineare questa differenza non ci sembra cosa da poco. Ci auguriamo che al Corriere ci pensino su la prossima volta. Le statistiche sono utili, ma devono essere complete.
Ecco l'articolo:
GERUSALEMME — La contabilità della morte. In quasi sei anni di Intifada, dalla fine di settembre del 2000, le vittime sono state 5.015, per la maggior parte palestinesi (quasi 4.000). «Questa numero avrà un profondo impatto sulle relazioni tra i due popoli — ha commentato il politologo israeliano Akiva Eldar alla France Presse, che ha calcolato la cifra —. Se moltiplicate cinquemila morti per il numero di parenti, amici e vicini, arrivate facilmente a 100.000 persone direttamente colpite. Gli accordi di Oslo avevano cominciato un processo di normalizzazione, ma a questo punto ciascuna delle due parti diffida dell'altra».
«Le violenze, la perdita di dignità e speranza — ha spiegato Yasser Abed Rabbo, membro del comitato esecutivo dell'Olp — hanno portato Hamas al potere. Anche se i muri delle città sono coperti dai ritratti dei martiri, i palestinesi non si sono ancora rassegnati alla morte». Dal settembre del 2000 fino alla tregua del febbraio 2005, Hamas ha organizzato oltre 50 attacchi suicidi in Israele.
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