Dal FOGLIO di venerdì 7 aprile 2006:
Gerusalemme. Ieri pomeriggio il presidente israeliano, Moshe Katzav, ha chiesto a Ehud Olmert di formare il futuro governo del paese. Il leader di Kadima è il nuovo primo ministro d’Israele, successore di Ariel Sharon, ancora in coma nel grande ospedale sulla collina di Hadassah. Poche ore prima, in una conferenza stampa congiunta con il leader laburista, Amir Peretz, Olmert ha annunciato che Avoda sarà il maggiore partner nella coalizione che si prepara a formare. Il nuovo premier, però, corteggia da diversi giorni e insistentemente Avigdor Lieberman, guida del movimento di destra, Yisrael Beiteinu, il partito sorpresa di queste elezioni che, grazie all’appoggio dell’elettorato russo, ha ottenuto undici seggi alle urne. Olmert vuole Lieberman, ma il nuovo baffuto alleato Peretz s’oppone, poiché non intende partecipare a una coalizione con un gruppo tanto a destra come quello di Lieberman. Secondo gli analisti israeliani, però, i laburisti non sono in grado di tenere Yisrael Beiteinu fuori dai giochi senza perdere il loro posto nella formazione di governo. Anche perché, secondo un sondaggio pubblicato ieri da Yiediot Aharonot, il 49 per cento degli israeliani vorrebbe Lieberman al governo più che i religiosi di Shas (al 31 per cento). Nei corridoi di Avoda sanno perché Olmert fa la corte a Lieberman. “Il maggior obiettivo della coalizione è la sua stessa sopravvivenza”, ha detto al Foglio Gideon Doron, presidente dell’associazione per le Scienze politiche israeliana e professore all’università di Tel Aviv. Portando dentro il gruppo di destra e i religiosi di Shas, assieme ai laburisti, il leader di Kadima creerebbe una coalizione più stabile e meno dipendente dagli umori di Avoda. L’altra opzione è un gruppo in cui, oltre al Labor, entrerebbero la sinistra estrema di Meretz e i pensionati del Gil. Doron spiega che la meta principale, per Olmert, è portare a termine altri disimpegni unilaterali. Il premier si è certamente chiesto, dice Doron: “Vuoi essere completamente dipendente da Peretz o vuoi una coalizione flessibile?”. Lieberman serve per bilanciare i laburisti, per neutralizzare la minaccia di una loro uscita dalla compagine governativa in momenti critici, ed è importante tenerlo in coalizione. Per esempio quando Olmert dovrà attuare il suo piano di “convergenza”, che prevede il ritiro da una parte della Cisgiordania e la definizione di confini definitivi prima del 2010; oppure quando presenterà il budget per l’impresa. All’interno del futuro esecutivo Kadima ha bisogno di un fattore di stabilità tra i suoi alleati. La presenza di Yisrael Beiteinu nella compagine di governo permetterebbe d’avere una coalizione non troppo sbilanciata a sinistra. “Quello che Olmert sta facendo – continua Doron – è mettere dentro partiti di destra e sinistra. Lieberman per bilanciare Avoda”. Se i laburisti dovessero lasciare sul più bello, rimarrebbe lui e non si correrebbe il rischio di elezioni anticipate prima di mettere a punto il piano di convergenza. “Il premier porterebbe dentro anche il Likud per bilanciare Avoda”. Olmert ha già offerto a Benjamin Netanyahu, leader del partito, un posto nella sua formazione. I laburisti sono sulla difensiva. Secondo il quotidiano Haaretz, un funzionario del gruppo avrebbe detto che un governo con Yisrael Beiteinu “cadrà nel momento in cui comincerà il piano di convergenza”, che Lieberman darà le dimissioni portandosi dietro gli ultra ortodossi di Shas e United Torah Judaism, che per il politico “è un partner instabile su cui non si può fare affidamento”. Dopo essere stato confermato premier, Omert, ha detto in conferenza stampa che cercherà di creare la formazione “più stabile possibile”, basata sul suo piano di convergenza. Ride, il professor Doron, quando gli viene chiesto se pensa che la coalizione sarà ancora in piedi il giorno di un possibile ritiro da parte della Cisgiordania. “Certamente no. Sarà diversa”. D’altronde, spiega, dopo il ritiro dalla Striscia di Gaza in Israele “l’intero sistema politico è collassato”. Si riferisce al terremoto causato dalla defezione dell’ex premier dal Likud, e dalla nascita di Kadima.
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