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Informazione Corretta Rassegna Stampa
06.04.2006 Il coro della disinformazione su Hamas
quotidiani a confronto

Testata: Informazione Corretta
Data: 06 aprile 2006
Pagina: 0
Autore: la redazione
Titolo: «Il coro della disinformazione su Hamas»

“Ponte” di Hamas verso Israele titola il MESSAGGERO del 5 aprile 2006, segue un articolo di Eric Salerno, ansioso di accreditare un'apertura che il giorno dopo sarà smentita nei termini più chiari dal gruppo islamista. Ecco il testo:

GERUSALEMME - Primo, importante, passo di Hamas verso il riconoscimento d'Israele. Il nuovo capo della diplomazia palestinese, Mahmoud Zahar, in una lettera indirizzata al segretario generale dell'Onu, ha implicitamente accettato l'esistenza dello stato ebraico. «Desideriamo vivere, in libertà e indipendenza, fianco a fianco coi nostri vicini», ha scritto. «Siamo pronti a intrattenere serie discussioni con il Quartetto» composto da Stati Uniti, Unione Europea, Onu e Russia. Finora, il Quartetto si era distanziato dal nuovo governo in attesa di ottenere un impegno a rinunciare alla lotta armata e a riconoscere le intese precedentemente firmate dall'Autorità palestinese con Israele. E' anche questa "incomunicabilità" ad aggravare la situazione a Gaza che, secondo fonti dell'Onu, rischia di diventare un nuovo Kosovo. Con la fame (non arrivano i generi di prima necessità per la chiusura imposta da Israele ai posti di transito), che s'aggiunge alla disperazione endemica, alla violenza interna ed esterna, al caos dell'incertezza, all'aviaria dilagante che ha decimato la principale fonte interna di proteina, alle paghe per i poliziotti e gli impiegati dell'Autorità palestinese che non arrivano più, alla disoccupazione crescente, all'assistenza ai rifugiati in bilico visto che gli addetti ai lavori non ricevono gli stipendi perché Israele non consegna più i dazi raccolti per conto dei palestinesi, al nuovo governo di Hamas che non sa come fare, schiacciato tra Israele e Stati uniti che lo boicottano e la popolazione palestinese bisognosa d'aiuto e ordine e calma e riforme. E' un quadro devastante quello descritto da David Shearer, capo dell'Ocha, l'ufficio delle Nazioni unite per il coordinamento degli affari umanitari. Parla di «disastro umanitario». E per capire il senso delle sue parole ha invitato il ministero degli esteri israeliano a ricordare il ponte aereo per il Kosovo e le immagini dei mastodontici quadrigetti Galaxy che andavano e venivano senza sosta. Ehud Olmert e Amir Peretz, i leader di Kadima e dei laburisti, dopo alcuni giorni di reciproci insulti e recriminazioni, a sorpresa si sono presentati ai giornalisti per dire che formeranno un governo assieme e che assieme individueranno gli altri componenti della coalizione ma, per ora, non sembrano particolarmente preoccupati per quello che succede nella "striscia" anche se fonti della sicurezza «stanno esaminando la situazione e viene compiuto uno sforzo per trovare soluzioni senza violare la decisione di respingere ogni contatto con il governo Hamas». Israele e Stati uniti vogliono la paralisi del governo guidato da Ismail Haniyeh. O accetta di riconoscere Israele, rinunciare alla lotta armata e rispettare le intese raggiunte tra l'Anp e Israele, oppure deve essere costretto ad andarsene. L'Ue si è schierata per ridurre la sofferenza della popolazione civile ma, secondo Shearer, la situazione è drammatica. Non lesina le cifre. E statistiche fornite dalla Banca Mondiale completano il quadro disastroso: se non ci saranno cambiamenti radicali, nel giro di due anni il 75 per cento dei palestinesi sarà sotto la soglia della povertà. Oggi sono il 56 per cento, nel 2000, prima della seconda Intifada, erano il 22 per cento.

Anche la Gazzetta del Mezzogiorno descrive un'inesistente "svolta di Hamas".
Ecco l'articolo.

TEL AVIV Il capo della diplomazia palestinese Mahmud Zahar, uno dei leader di Hamas, ha riconosciuto implicitamente - per la prima volta - il diritto di Israele ad esistere. Il riconoscimento implicito è contenuto in una lettera indirizzata ieri da Zahar al segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, della quale l'agenzia France Presse ha avuto una copia. Nella lettera Zahar scrive testualmente: «Desideriamo vivere, in libertà e indipendenza, fianco a fianco coi nostri vicini». «Siamo pronti - prosegue il testo - a intrattenere serie discussioni con il Quartetto» composto da Stati Uniti, Unione Europea, Onu e Russia. Intanto le trattative per la formazione del nuovo governo in Israele sono a un buon punto. Il leader laburista Amir Peretz, che sembrava intenzionato a costruire una coalizione eterogenea anche con liste di destra, ha fatto marcia indietro e ha dato via libera al leader del partito centrista Kadima, Ehud Olmert. Al termine di un breve incontro con Olmert, Peretz ha annunciato che i laburisti sono disposti ad entrare in una coalizione di governo guidata da Kadima. Da parte sua Olmert ha avuto anche un colloquio con il leader del Likud Benyamin Netanyahu al quale ha pure proposto di entrare nel gabinetto. Oggi il capo di stato Moshe Katzav riceverà i risultati ufficiali delle elezioni del 28 marzo da cui Kadima è uscito vincente con 29 seggi (su 120), seguito dai laburisti (19 seggi) e dal Likud (12). Entro la fine della settimana affiderà al leader di Kadima l'incarico di formare il governo. Olmert esamina la possibilità di includere nella coalizione altre liste fra cui «Gil» dei pensionati (7 seggi), gli ortodossi di Shas (12), la lista russofona Israel Beitenu (11) e la lista di sinistra Meretz (4). In una conferenza stampa congiunta con Olmert, Peretz ha assicurato che il nuovo governo sarà stabile e resterà in carica per l'intera legislatura. Per la politica estera, sarà Kadima a dare il tono. Il governo Olmert cercherà nell'immediato di rilanciare la Road Map, presumbilmente con il presidente Abu Mazen. Ma se entro breve tempo apparisse che non ci sono progressi in vista, allora Israele intraprenderà una politica unilaterale allo scopo di definire il proprio confine orientale: in pratica, la Barriera di separazione diventerebbe grosso modo il nuovo confine con la Cisgiordania. Le colonie rimaste al di fuori sarebbero sgomberate, ma l'esercito israeliano manterrebbe la propria presenza in Cisgiordania, specialmente lungo il fiume del Giordano. Peretz ha compreso da Olmert che il partito laburista fungerà da «partner eccellente» nel governo e avrà la possibilità di forgiare la politica sociale. Secondo le prime indiscrezioni, Olmert insisterà affinché il ministero delle finanze resti nelle mani di Kadima (probabilmente in quelle di Avraham Hrischenson). Peretz si vedrebbe affidato il secondo incarico per importanza in Israele, quello di ministro della difesa. I laburisti riceverebbero inoltre i ministeri dell'istruzione, della edilizia, dell'agricoltura e della industria.

Per Il GIORNALE di VICENZA "Hamas apre a Israele «Pace coi nostri vicini» "Ecco il testo:

Gerusalemme. Il capo della diplomazia palestinese Mahmud Zahar, uno dei leader di Hamas, ha riconosciuto implicitamente, ed è la prima volta, il diritto di Israele ad esistere. Il riconoscimento implicito è contenuto in una lettera indirizzata ieri da Zahar al segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, della quale l’agenzia France Presse ha avuto una copia. Nella lettera Zahar scrive testualmente: «Desideriamo vivere, in libertà e indipendenza, fianco a fianco coi nostri vicini». «Siamo pronti - prosegue il testo - a intrattenere serie discussioni con il Quartetto» composto da Stati Uniti, Unione Europea, Onu e Russia.
C’è, però, l’accusa a Isarele di di impedire «una soluzione che preveda due Stati». veleno, ma con dentro un parziale riconoscimento. «Noi ci auguriamo, come tutti gli Stati del mondo, di vivere nella libertà e nella sicurezza, e che il nostro popolo possa godere della pace e dell’indipendenza, fianco a fianco con i nostri vicini in questo luogo santo del mondo», scrive Zahar nella lettera a Kofi Annan. Una svolta?
Via libera intanto all’alleanza Kadima- Labour, e via libera al nuovo governo di Ehud Olmert. Il «bluff» di Amir Peretz, il leader laburista che aveva lasciato immaginare alleanze «contro natura» persino con la destra per alzare il prezzo dell’appoggio laburista al governo, è durato in realtà meno di 24 ore. Insieme, i leader dei due maggiori partiti israeliani assicurano un’alleanza «di legislatura» e che il governo avrà una maggioranza stabile. A livello di poltrone, l’accordo (ancora ufficioso), ha stabilito il ritorno di un laburista sulla poltrona di ministro della Difesa, anche se sul nome resta il riserbo. Ma gli altri due ministeri «pesanti», Esteri e Finanze, resteranno nelle mani di Kadima, precisamente con Tzipi Livni e Avraham Hrischenson. Ai laburisti andranno invece altri dicasteri di rilievo: Istruzione, Industria, Agricoltura ed Edilizia.

Anche le edizioni on line dei grandi quotidiani alimentano la disinformazione sulle false intenzioni pacifiche di Hamas. Ecco tre chiari esempi:

LA REPUBBLICA – http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/esteri/moriente36/hamas-israele/hamas-israele.html

 

Israele, Hamas all'Onu :"Pronti a vivere in pace"

Il nuovo ministro degli Esteri palestinese e leader della formazione estremista per la prima volta riconosce il diritto all'esistenza dello Stato ebraico

 

 

CORRIERE DELLA SERA - http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/04_Aprile/04/hamas.shtml

 

Hamas: «Pronti a convivere con Israele»

 

Lettera del ministro degli esteri palestinese indirizzata al segretario generale dell'Onu Kofi Annan. Riconosciuto implicitamente, per la prima volta, il diritto a esistere ai «vicini»: «Conviviamo fianco a fianco»

 

 

L’UNITA’ - http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=48534

 

Il ministro di Hamas: «Pace con i nostri vicini»
di red

 

Seppure in forma indiretta, uno spiraglio si è aperto nei difficili rapporti tra Israele e Hamas, al governo in Cisgiordania e Gaza. Il capo della diplomazia palestinese e leader di Hamas, Mahmoud Zahar, ha riconosciuto implicitamente e per la prima volta il diritto di Israele a esistere in una lettera indirizzata al segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. «Ci auguriamo di vivere, in libertà e indipendenza, fianco a fianco dei nostri vicini - scrive l'esponente palestinese - e siamo pronti a delle discussioni serie con il quartetto» mediorientale, di cui fanno parte Stati Uniti, Unione europea, Onu e Russia.

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