Alberto Stabile interpreta Hamas con molta fantasia e un unico scopo evidente: legittimarla
Testata: La Repubblica Data: 05 aprile 2006 Pagina: 26 Autore: Alberto Stabile Titolo: «»
Hamas, pronti a convivere fianco a fianco con Israele titola in prima La REPUBBLICA di mercoledì 26 marzo 2006 . E apagina 26 "Pronti a vivere a fianco di Israele" Giallo sull'apertura di Hamas". Nella sua cronaca Alberto Stabile deve poi spiegare che in realtà Hamas non si é in alcun modo detta disposta a riconoscere Israele, ma introduce una sistematica confusione tra la disponibilità al dialogo di Hamas, che non esiste, e la sua volontà di superare l'isolamento dalla comunità internazionale, che ovviamente esiste, ma che é tutt'altro. Sostenendo che Hamas non riconosce Israele, ma "comunque" vuole rompere l'isolamento, Stabile suggerisce l'idea che quest'ultima scelta preluda alla prima. Le cose sono però più semplice: Hamas vuole finanziamenti e relazioni diplomatiche, senza nessun riconoscimento di Israele, come continuamente dichiara. La deliberata negazione della realtà giunge al culmine quando Stabile scrive che la "disponiblità discussioni serie e costruttive" con il Quartetto, dichiarata da Hamas presumibilmente dovrebbe riguardare le tre condizioni poste da quest'ultimo per il riconoscimento del nuovo governo palestinese (riconoscimento di Israele, rinuncia al terrorismo, rispetto dei precedenti accordi) dovendo subito ammettere che però nella lettera "questo non viene precisato". In più occasioni invece, i dirigenti di Hamas hanno precisato il contrario. Ma l'articolo di Stabile é un continuo susseguirsi di avversative nelle quali ai dati di fatto si contrappongono illazioni ("Seppure per attribuirne a Israele il fallimento Zahar sembra accettare la soluzione a due Stati suggerita dalla Road Map") o evidenti spostamenti di piano ( «E´ esatto che il signor Zahar ha inviato una lettera al signor Annan - ha detto un funzionario - ma non ha riconosciuto Israele né ha fatto alcuna menzione al diritto d´Israele all´esistenza, né l´ha suggerito». E tuttavia, la lettera di Zahar al segretario dell´Onu rivela ugualmente l´urgenza avvertita dal governo palestinese di uscire dall´isolamento.). I fatti dicono semplicemente che Hamas continua a rifiutare il dialogo con Israelee cerca di non pagarne il prezzo ingannando il mondo. Con l'aiuto di un giornalismo che invece di fatti propina ai lettori ragionamenti da azzeccagarbugli. Ecco il testo:
gerusalemme - Il governo palestinese guidato da Hamas è pronto a intavolare «serie discussioni» con il Quartetto, composto da Stati Uniti, Russia, Unione Europea e Nazioni Unite, ma non sembra ancora pronto a riconoscere esplicitamente, pubblicamente lo Stato d´Israele e il suo diritto ad esistere. E´ quanto si deduce dalle contrastanti versioni trapelate di una lettera inviata dal ministro degli Esteri palestinese, Mahmud Zahar, al segretario generale dell´Onu, Kofi Annan. Secondo un testo ricevuto dall´agenzia France Presse, Zahar avrebbe implicitamente e per la prima volta riconosciuto il diritto d´Israele ad esistere, affermando: «Desideriamo vivere in libertà e sicurezza fianco a fianco coi nostri vicini». Nel testo pubblicato dall´agenzia Reuters, invece, non c´è traccia di questa frase. «Noi speriamo da Sua Eccellenza - dice la lettera, secondo il testo che sarebbe stato fornito alla Reuters dall´ufficio di Zahar - di poter lavorare con la comunità internazionale e il Quartetto per continuare ad aiutare il popolo palestinese e le sue istituzioni e consentirgli di realizzare i suoi legittimi diritti». Per questo, Zahar, riprendendo l´invito al dialogo senza condizioni lanciato dal premier Ismail Haniyeh nel suo discorso programmatico, si rivolge al Quartetto di mediatori internazionali, dicendosi pronto ad avviare «discussioni serie e costruttive». Presumibilmente, sui famosi tre punti posti dalla comunità internazionale all´indomani della vittoria di Hamas (rinuncia della violenza e del terrorismo, riconoscimento d´Israele, accettazione degli accordi precedenti). Ma questo nella lettera non viene precisato. La stessa agenzia France Presse ha dato conto della smentita del ministero degli Esteri palestinese. «E´ esatto che il signor Zahar ha inviato una lettera al signor Annan - ha detto un funzionario - ma non ha riconosciuto Israele né ha fatto alcuna menzione al diritto d´Israele all´esistenza, né l´ha suggerito». E tuttavia, la lettera di Zahar al segretario dell´Onu rivela ugualmente l´urgenza avvertita dal governo palestinese di uscire dall´isolamento. «Noi aspiriamo come tutti gli stati del mondo a vivere in libertà e in sicurezza e che il nostro popolo possa godere della pace e dell´indipendenza», scrive il ministro. Seppure per attribuirne ad Israele la responsabilità del fallimento, Zahar, sembra accettare la soluzione dei due Stati suggerita dalla Road Map. Le iniziative d´Israele nei Territori occupati, scrive, infatti, pregiudicano le speranze di pervenire a un regolamento finale e pacifico del conflitto sulla base della soluzione che prevede i due stati. Di certo c´è che il nuovo governo palestinese ha bisogno di legittimità internazionale. Le sanzioni israeliane e americane, cui presto si aggiungerà la sospensione degli aiuti europei, stanno creando una situazione intollerabile per la popolazione palestinese. Secondo le Nazioni Unite la Striscia di Gaza è sulla soglia di una crisi umanitaria (conclusione che Israele nega). La credibilità del governo guidato da Hamas è messa alla prova giorno per giorno. La comunità internazionale non è forse molto compatta nei confronti di Hamas. Ma, al di là di una certa disponibilità al dialogo mostrata da alcuni paesi - Russia, Francia, Turchia, Arabia Saudita - il nuovo governo palestinese non ha raccolto molto, mentre i bisogni sono importanti. Ieri, ad esempio, Zahar ha annunciato un suo prossimo viaggio in Cina su invito del governo di Pechino. Eppure alla conferenza stampa congiunta, il rappresentante cinese ha riconosciuto la legittimità del governo di Hamas ma s´è ben guardato dal menzionare l´invito. Dopo che gli Stati Uniti hanno dato ordine ai propri rappresentanti di troncare ogni rapporto con il governo e i singoli ministeri palestinesi, non resta ad Hamas che cercare di riaprire la discussione in un forum allargato dove l´influenza di Washington può essere controbilanciata dalla Russia o dalle Stesse Nazioni Unite. Il Quartetto, appunto.
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