"Meno soldi alla Palestina di Hamas" titola La REPUBBLICA di venerdì 31 marzo 2006.
Sottotitolo : "L'avvertimento del Quartetto: avete ignorato le nostre condizioni".
Occhiello: "Il giorno dopo l'insediamento del governo fondamentalistaa Gaza, Usa, Ue Russia e Onu lanciano un monito".
Nessuna menzione, come si vede, della natura delle condizioni, palesemente minimali: la rinuncia al terrorismo, il riconoscimento di Israele, il rispetto degli impegni presi dall'Anp.
Nell'articolo Alberto Stabile é più preciso, ma non tralascia una polemica sull'unilateralismo che appare pretestuosa.
Non c'é contraddizione, diversamente da ciò che sostiene il giornalista, tra il sostenere la Road Map e contemporaneamente il ritiro unilaterale.
La Road Map infatti indica come condizione preliminare la lotta al terrorismo da parte dell'Anp.
Non solo questa é sempre mancata: oggi il governo palestinese é nelle mani di un gruppo terroristico che promette impunità e protezione a chi organizzerà attentati in Israele.
Il ritiro unilaterale deve essere dunque letto come derivante dalla volontà di Israele di fare passi verso la risoluzione del conflitto nonostante il mancato rispetto della Road Map da parte palestinese, non come una volontà di affondare il processo di pace
Ecco il testo:
GERUSALEMME - Il governo di Hamas non s´è impegnato a rispettare le tre condizioni poste dalla comunità internazionale per poterne ottenere il riconoscimento, ed ora il Quartetto formato da Stati Uniti, Russia, Unione Europea e Nazioni unite presenta il conto. Gli aiuti diretti al governo palestinese a guida islamica e ai singoli ministeri cesseranno, avverte in sostanza un comunicato dei quattro mediatori internazionali.
All´indomani del giuramento del nuovo esecutivo guidato da Ismail Haniyeh nelle mani del presidente Mahmud Abbas (Abu Mazen), e mentre gli uomini di Hamas si insediano nei ministeri di Gaza e di Ramallah, un nuovo segnale giunge dalla comunità internazionale ad accrescere l´isolamento in cui rischia di precipitare l´Autorità palestinese.
Un segnale tanto più grave in quanto proviene da quel Quartetto verso il quale il premier palestinese, Ismail Haniyeh, nel suo discorso programmatico, aveva formulato un invito al negoziato senza condizioni. I quattro mediatori internazionali, allineandosi alle posizioni già prese da Stati Uniti, Israele e, in parte, Europa, hanno invece deciso di opporre un atteggiamento di fermezza.
Le condizioni erano state avanzate il 30 gennaio, ricorda un breve comunicato dei mediatori internazionali. Esse vertevano su tre principi: rinuncia della violenza e del terrorismo, riconoscimento dello Stato d´Israele, accettazione degli accordi e degli impegni precedentemente sottoscritti dall´Autorità palestinese, inclusa la Road Map. Per essere riconosciuta come una forza responsabile, Hamas avrebbe dovuto mostrare una qualche disponibilità almeno a discutere delle tre condizioni. Invece, si legge nella nota, «s´è notato con grave preoccupazione che il nuovo governo non s´è impegnato sui principi enunciati (dal Quartetto) il 30 gennaio».
In quello stesso annuncio i mediatori internazionali avevano esplicitamente avvertito che la possibilità di continuare a garantire l´assistenza economica di cui l´Autorità palestinese ha bisogno come dell´aria per respirare sarebbe stata valutata alla luce della disponibilità del nuovo governo ad aderire alle condizioni poste. E poiché questa disponibilità non è stata riscontrata, conclude il Quartetto, «ci sarà inevitabilmente un effetto nell´assistenza diretta al governo e ai suoi ministeri». Un modo diplomatico per dire che gli aiuti economici diretti all´esecutivo cesseranno o saranno ridotti.
C´è da dire che nell´articolare le sue posizioni, Hamas non fa molto per scoraggiare l´idea che il movimento stia cambiando. La pacatezza di Ismail Hanyieh si scontra con l´intransigenza del capo dell´Ufficio politico, Khaled Meshal. Se il primo lascia intendere una certa disponibilità a stabilire ad intavolare un dialogo, il secondo promette di continuare la lotta contro l´occupazione «con ogni mezzo».
Il Quartetto non accenna, in un senso o nell´altro, alla possibilità d´avere contatti con il governo di Hamas. Possibilità che gli Stati Uniti e la Commissione Europea hanno escluso, mentre la Russia ha scelto a suo tempo di avere un dialogo con il Movimento islamico. E´ significativo, però, che il documento s´impegni a garantire il proseguimento degli aiuti umanitari «per soddisfare i bisogni elementari del popolo palestinese». Cosi come a rispettare la Road Map per giungere ad una soluzione negoziata del conflitto.
Appare singolare, tuttavia, che, mentre il Quartetto evoca la Road Map, come l´unica soluzione possibile, il segretario di Stato, Condoleeza Rice, non escluda il sostegno americano ad ulteriori passi unilaterali da parte del governo israeliano. E questo, parlando in Germania, due giorni dopo il voto che ha sancito la vittoria di Kadima e del piano di «assembramento» proposto da Ehud Olmert.
Ieri sera, il nuovo ministro degli Esteri palestinese, Mahmud Zahar, prendendo possesso dei suoi uffici a Gaza, ha dato disposizione ai funzionari di cessare i contati con «i Paesi ostili» e con quelli che hanno deciso di tagliare gli aiuti economici diretti all´Autorità palestinese.
L'uccisione di tre israeliani vicino in una ttentato suicida é relegata in un piccolo trafiletto. il titolo sottolinea che si trattava di "coloni".
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