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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
24.03.2006 Cattivi maestri per Gianfranco Fini
consigliano l' "equivicinanza" tra Israele e chi la vuole distruggere

Testata: Corriere della Sera
Data: 24 marzo 2006
Pagina: 18
Autore: Lorenzo Fuccaro
Titolo: «Andreotti consiglia Fini: ci vuole «equivicinanza» tra israeliani e palestinesi»

Dal CORRIERE della SERA del 24 marzo 2006 un articolo sulla presentazione del libro Pace nel Mediterraneo che raccoglie discorsi e interventi parlamentari di Bettino Craxi sulla questione mediorientale e sulle dichiarzioni del Ministro degli Esteri Fini in risposta alle "sollecitazioni di Giulio Andreotti, dell'ex delegato generale palestinese in Italia e consigliere politico di Abu Mazen, Nemer Hammad, e della figlia del defunto leader socialista, Stefania Craxi".
Fini rivaluta la prospettiva "andreottiana" quella che dichiarava l' "equivicinaza" tra Israele e le dittature arabe, e tra Israele e il terrorismo dell'Olp ed era di fatto sempre coincidente con le posizioni dei nemici dello Stato degli ebrei .
Ma si tratta di un errore: la politica estera italiana in medioriente negli ultimi anni é migliorata e ha conseguito importanti risultati nel segno della discontinuità, non certo della continuità con quella della prima repubblica.
Ministro Fini , non vada a lezione da cattivi maestri !
 

ROMA — Attenti alla sicurezza di Israele e amici dei Paesi arabi. Questa messa a punto del ministro degli Esteri Gianfranco Fini giunge nel corso della presentazione alla Farnesina del libro «Pace nel Mediterraneo» che raccoglie discorsi e interventi parlamentari di Bettino Craxi sulla questione mediorientale.
Fini risponde alle sollecitazioni di Giulio Andreotti, dell'ex delegato generale palestinese in Italia e consigliere politico di Abu Mazen, Nemer Hammad, e della figlia del defunto leader socialista, Stefania Craxi.
Andreotti e Craxi sono stati considerati politici più sensibili alle aspirazioni del popolo palestinese e, di converso, giudicati più tiepidi nei confronti dello stato di Israele. Andreotti, ricordando come vivono i rifugiati palestinesi in Libano, arriva a dire che «in quelle condizioni anch'io sarei potuto diventare in terrorista». Ecco perché butta lì «un'idea bizzarra». «Con il consenso della comunità internazionale - si domanda - non si potrebbe lavorare per creare altrove una collettività per i palestinesi del Libano che non sono amati a dir poco, non hanno futuro e che in quelle condizioni non hanno bisogno di essere aizzati da nessuno?». Per Andreotti sarebbe un «errore morale prima che politico sostenere che o si sta con gli israeliani o con i palestinesi». Meglio «l'equivicinanza». Ci sono infatti momenti nei quali «uno soffre più dell'altro e uno è più ammalato dell'altro».
E' quindi un fatto particolarmente significativo che l'attuale ministro degli Esteri, considerato a sua volta un grande amico di Israele, si ricolleghi all'esperienza di quelle due personalità politiche facendo suo il principio dell'equivicinanza, introducendo però alcuni distinguo. «I governi italiani che si sono succeduti a quelli di Craxi e Andreotti hanno ricevuto un lascito impegnativo e prestigioso, Ma la continuità in politica estera non può essere una sterile e ripetitiva litania di quel che è stato».
Fini rileva che «spesso vi è un'avversione a volte preconcetta di molti Paesi arabi confinanti con Israele che lo fa sentire accerchiato». L'Italia però è riuscita a tradurre in pratica il principio dell'equivicinanza e, grazie alla sua credibilità, a ridurre anche «la diffidenza di Israele verso l'Unione europea».

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