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La Stampa Rassegna Stampa
24.03.2006 Terrore legalizzato
l'Anp di Hamas abbandona ogni ipocrisia

Testata: La Stampa
Data: 24 marzo 2006
Pagina: 10
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Hamas: libero chi attacca Israele»

Una cronaca da La STAMPA  di venerdì 24 marzo 2006

Nella nuova Anp, chi impugnerà le armi contro Israele beneficierà della protezione del governo di Hamas. Lo ha anticipato il futuro ministro degli Interni, Said Siam, citato dalla televisione al-Jazira. «L’epoca delle detenzioni politiche, nei Territori palestinesi, è tramontata per sempre», ha detto Siam. «Non sia mai che un palestinese venga arrestato a causa della sua affiliazione politica e perché abbia deciso di opporsi alla occupazione israeliana. Il diritto di difendere il nostro popolo e di opporsi alla occupazione è sacro».
La scelta di Siam, uno degli elementi più radicali di Hamas a Gaza, a ministro degli Interni è una delle più significative del nuovo governo di Ismail Haniyeh che dovrebbe essere presentato al parlamento, per il voto di fiducia, lunedì. In base alla legge, egli controlla infatti la sicurezza preventiva, la polizia e la difesa civile. In tutto 20 mila uomini, affiliati in buona parte ad al-Fatah.
Il suo predecessore, il generale Nasser Yussef, era particolarmente inviso a Hamas perché alla fine degli anni ‘90 guidò una stagione di repressione dei miliziani islamici. Quei mesi in cui i quadri militari di Hamas erano braccati dalla sicurezza preventiva dell’Anp hanno lasciato un ricordo indelebile negli islamici.
Adesso la situazione si è invertita e la sicurezza preventiva (ossia il ramo dell’Anp addestrato dalla Cia proprio per sventare attentati) passa sotto il controllo di Siam, che è considerato uno degli strateghi di Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas. «Il nostro compito - ha ribadito Siam - non è certo di proteggere i coloni e gli occupanti. Intendiamo invece proteggere il nostro popolo e i suoi combattenti».
Ai vertici dell’Anp, prosegue intanto il forte contrasto fra gli uomini di Abu Mazen e i dirigenti di Hamas. Lo scoglio principale è il rifiuto di Hamas di riconoscere l’Olp come unico e legittimo rappresentante del popolo palestinese. Il Comitato esecutivo dell’Olp ha bocciato il programma politico di Haniyeh, ma Hamas ha egualmente deciso di chiedere la fiducia del parlamento dove dispone di una vasta maggioranza.
Ma le sorprese non finiscono mai. Ieri Abu Mazen ha deciso di formare una nuova unità militare, una specia di Guardia di frontiera, incaricata di presidiare tutti i valichi di confine dei Territori. Le chiavi del valico di Rafah - dove secondo Israele c’è un via vai di quadri militari dell’intifada, nonchè di armi e munizioni - non saranno dunque nelle mani del focoso Siam, ma in quelle più diplomatiche di Abu Mazen.
Ieri a Gaza due miliziani della Jihad islamica, Mohammed Ayad e Sufian Abu Gharab, sono stati colpiti a morte da un carro armato israeliano mentre cercavano di deporre un potente odigno nei pressi del valico di Kissufim. Nella imminenza delle elezioni israeliane, ha notato il ministro della Difesa Shaul Mofaz, i gruppi armati dell’intifada cercano in tutti i modi di organizzare vistose stragi in Israele. Due attentati suicidi (uno della Jihad islamica, l’altro di al-Fatah) sono stati sventati negli ultimi giorni, altri 13 sono in fase avanzata di organizzazione. La chiusura totale dei Territori prosegue da due settimane, con grande sofferenza della popolazione palestinese. Le forze di sicurezza di Israele restano in stato di massima allerta e, secondo Mofaz, «stanno compiendo uno sforzo supremo» per sventare stragi.

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