Dalla prima pagina del Sole 24 Ore del 10 marzo 2006:
"Alzi la cornetta di Wind e chi risponde all'altro capo? La Palestina. Già, perché ora si viene a sapere che tra le disponibilità extra-bilancio dell'Olp, gestite fino al 2004 da Yasser Arafat e poi trasferite nel fondo Palestine Investment, esiste un miliardo di dollari di asset tra cui un grosso pacchetto di azioni Orascom, la compagnia telefonica egiziana di Naguib Sawiris. Il tutto rimarrebbe una curiosità finanziaria se non fosse che sul patrimonio ha messo gli occhi Hamas. La fronda islamica radicale, che ha vinto le elezioni palestinesi a gennaio, è alla disperata ricerca di fondi. Orascom fa capo al 50% più un'azione a Weather Fund, il veicolo di Sawiris che ha acquisito Wind e di cui è azionista anche la stessa Enel. Se andrà in porto la quotazione, Orascom sarà fusa in Weather: col risultato che Enel e Hamas potrebbero sedersi fianco a fianco al tavolo degli azionisti di Wind. In America, dove Hamas è equiparata a un gruppo terrorista, gli spin doctor sono già in allarme e si aspettano che Hamas metta presto le mani sul pacchetto di Orascom. Ma l'ombra di Hamas già mette in subbuglio anche I palazzi romani: sulla rete Wind passano le linee telefoniche di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, come anche del ministero degli Esteri e di Palazzo Chigi."
Ma che bello, e noi che pensavamo alle casse palestinesi come ad un pozzo prosciugato da miseria e da quei "cattivoni" (per come vengono sempre dipinti dalla stampa in malafede italica), degli israeliani. E invece si scopre che Arafat mandava in giro per il mondo capitali in cerca di azioni, che sarebbero invece dovuti servire per la popolazione palestinese, per la sua gente. Capitali che avrebbero potuto migliorare le condizioni di vita palestinesi se fossero stati impiegati in infrastrutture, in programmi di sostegno per i giovani, per l'occupazione, ecc... Azioni di società, tra l'altro, molto delicate ed importanti dal punto di vista strategico visto che le italiane Wind-Infostrada gestiscono le comunicazioni di istituzioni governative italiane. C'è da chiedersi quindi, per quale motivo l'Unione Europea ha avuto così fretta, poco tempo fa, nel sbloccare dei fondi cosiddetti umanitari per le casse bucate palestinesi, quando da quelle stesse casse, partono investimenti miliardari nelle più svariate società. Ora Hamas, ovvero un movimento terroristico che professa la cancellazione dello stato ebraico dalla mappa geografica, ha le chiavi della cassaforte, pacchetti azionari compresi, e questo dovrebbe quantomeno allarmare le cancellerie europee. Gli Stati Uniti sono già in guardia, è auspicabile che quanto prima, anche la Ue metta da parte il buonismo demagogico e inizi a studiare seriamente la questione.
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