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Varie
Convenzioni di Ginevra e dell'Aja
A cura di Barbara Mella
Primo

Protocollo aggiuntivo

del 1977: la popolazione civile "non deve essere obiettivo di

attacchi". Il protocollo proibisce le azioni che hanno come scopo primario

diffondere il terrore fra la popolazione civile.









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ARTICOLO 3

COMUNE ALLE QUATTRO CONVENZIONI DI GINEVRA DEL 12 AGOSTO 1949 style='font-family:Verdana;color:black'> 1. Le persone che non prendono parte

attiva alle ostilità, compresi membri delle forze armate che abbiano deposto le

armi o si trovino hors de combat per infermità, ferite, detenzione o qualsiasi

altra ragione, saranno trattate umanamente in ogni circostanza, senza alcuna

discriminazione fondata su razza, religione o credo, sesso, nascita o censo, o

qualsivoglia altro criterio analogo.









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Secondo la style='font-family:Verdana;color:blue'>definizione del Tribunale di Norimberga

del 1946, i crimini

contro la pace sono "il supremo crimine internazionale, che è diverso

dagli altri crimini di guerra perché contiene in sé il male di tutti gli

altri". Ai crimini contro la pace si fa riferimento anche quando si parla

di crimine di aggressione. Nel diritto internazionale il termine aggressione

definisce l'uso della forza da parte di uno stato (e di un'Autorità Nazionale?)

nei confronti di un altro, non giustificato da ragioni di autodifesa o in

assenza di altri motivi eccezionali legalmente riconosciuti. L'illegalità

dell'aggressione è forse la norma più basilare del diritto.









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Lista delle

infrazioni gravi alle Convenzioni di Ginevra del 1949 style='font-family:Verdana;color:black'> (inserisco solo quelle che ci

riguardano): omicidio premeditato, tortura e trattamento disumano, deliberata

imposizione di sofferenze o gravi danni al corpo o alla salute, presa di

ostaggi. Il Primo protocollo aggiuntivo del 1977 aggiunge: fare di civili e di

località indifese l'oggetto o le inevitabili vittime di attacchi, ritardi

ingiustificati nel rimpatrio dei prigionieri di guerra, attacco a monumenti

storici. Atti illeciti: uso di armi destinate a causare inutili sofferenze,

mancanza di uniforme che permetta l'identificazione come legittimo combattente,

il saccheggio, il terrorismo.









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Danni

collaterali. I danni

collaterali o incidentali si hanno quando un attacco che ha come bersaglio

obiettivi militari provoca vittime fra i civili e danneggia obiettivi civili.

Questo tipo di danni si verifica spesso se obiettivi militari come attrezzature

belliche o truppe sono situate in città o villaggi, o comunque vicino a

insediamenti civili. Gli attacchi che si prevede possano provocare danni

collaterali non sono proibiti.

Sono protetti scuole, ospedali, luoghi di culto e monumenti storici, strutture

civili e altri impianti che non sono usati a sostegno di attività militari. Ma

ci sono delle eccezioni: una scuola, per esempio, diventa un obiettivo militare

legittimo se vi sono acquartierati dei soldati. L'immunità dagli attacchi può

essere persa se le persone o gli oggetti vengono usati per commettere atti che

danneggiano una delle parti in conflitto.

Per il diritto internazionale umanitario, le parti in conflitto devono tenere

le loro postazioni militari più lontano possibile dalle concentrazioni di

civili. Anche l'uso di civili come scudi umani è considerato come crimine di

guerra. L'articolo 51 del primo protocollo aggiuntivo del 1977 alle Convenzioni

di Ginevra del 1949 dispone che "la presenza o gli spostamenti di

popolazioni civili o di singoli individui non deve essere sfruttata per rendere

immuni da operazioni militari certi punti e certe zone del territorio allo

scopo di evitare che vengano attaccati obiettivi militari, o di proteggere,

favorire o impedire operazioni militari.









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I due

Protocolli aggiuntivi del 1977, che si applicano rispettivamente ai conflitti

armati internazionali e interni, impongono alle parti belligeranti l'obbligo

"di prendere tutti

i possibili prvvedimenti affinché i minori di 15 anni non partecipino

direttamente alle ostilità". Lo Statuto di Roma per l'istituzione di un Tribunale

penale internazionale del 1998 definisce crimine di guerra la coscrizione o

l'arruolamento di bambini di età inferiore ai 15 anni nelle forze armate di uno

stato e il loro impiego diretto nelle ostilità. Anche la normativa in materia

di diritti umani affronta il problema del coinvolgimento di bambini nei

conflitti armati. Il principale strumento legislativo esistente è la

Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Bambino del 1989.

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