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La Stampa Rassegna Stampa
16.03.2006 L'Europa legittima Hamas
ripetendo gli errori commessi con Arafat

Testata: La Stampa
Data: 16 marzo 2006
Pagina: 2
Autore: David Frum - la redazione
Titolo: «Prendi i soldi e spara - Il Consiglio d'Europa invita Hamas»

Dal FOGLIO di mercoledì 15 marzo 2006 un editoriale di David Frum sui finanziamenti europei all'Anp:

Chiunque faccia un viaggio a Parigi non può tralasciare di fare una visita alla famosa Rue St. Honoré, una delle vie più care di tutto il mondo: qui ci sono Gucci, Boucheron e Fabergé. Ma anche qualcun altro: Suha Arafat, vedova del defunto leader palestinese, la quale, a quanto si dice, abita in uno dei pochi appartamenti privati ancora rimasti sulla strada in cui un tempo visse Molière. Se riuscite a farvi dare un appuntamento per andare a trovarla, tuttavia, sarete indirizzati non al suo appartamento, ma nella suite che affitta nel vicino Hotel Bristol, dove il prezzo delle stanze parte da 955 dollari al giorno. Questo resoconto di viaggio, a mio parere, getta una luce interessante sulla questione se l’Ue debba continuare a fornire aiuti alla Autorità palestinese. Per essere onesti nei suoi confronti, bisogna dire che Suha ha un plausibile diritto a questi soldi. Al momento della sua morte, Yasser Arafat controllava, a quanto si dice, conti bancari di almeno un miliardo di dollari più altri beni per un valore probabilmente di altri quattro miliardi. Sebbene questo denaro appartenesse in teoria all’Olp, soltanto Arafat aveva autorità su di esso. Alla sua morte, questa autorità è passata alla moglie. E Suha non è certo un caso isolato. Al contrario, l’Autorità palestinese riconosce che almeno 700 milioni di dollari sono stati indebitamente presi da circa una cinquantina di individui. Miliardi di dollari di cui non si sa più nulla. In verità, non tutto questo denaro è stato rubato. Probabilmente gran parte è stata usata per pagare la guerra terroristica di Yasser Arafat contro Israele. Ma ho il sospetto che risulterà vero che i 5 miliardi di dollari offerti, dal 1993 a oggi, dalla comunità internazionale per i territori palestinesi sono finiti tutti in conti bancari privati e nelle mani dei gruppi terroristici. Questa enorme corruzione ha contribuito alla vittoria di Hamas. Hamas ha sapientemente riunito sciovinismo, terrorismo e assistenzialismo in un attraente pacchetto elettorale. Ora che stanno riflettendo sulle loro prossime decisioni, i donatori internazionali devono porsi questa domanda: vogliono il successo di Hamas? Non bisogna illudersi: ogni dollaro che giunge nelle casse dell’Autorità palestinese è un dollaro di contributo per il fondo rielezione di Hamas. Ogni dollaro che giunge nelle sue casse è un dollaro usato per rafforzare il fascino dell’estremismo islamico e della violenza terroristica. Molto spesso questo vale, purtroppo, anche per il denaro dato alle organizzazioni non governative e alle agenzie Onu che operano nei territori palestinesi. L’Onu “trasformata” in bomba Michael Krauss e Peter Pham, della Foundation for the Defense of Democracies, hanno fatto un piccolo elenco delle “letteralmente centinaia” connessioni esistenti tra Onu e Hamas: “Dopo il suo arresto nell’agosto 2002, Nidal Abd al-Fataah Abdallah Nizal, un autista d’ambulanza dell’Unrwa, ha confessato di avere usato i veicoli dell’Unrwa per trasportare membri armati del Popular Resistance Committees (un gruppo affiliato di Fatah, apparentemente di tendenze più moderate) ai quali era stato affidato il compito di uccidere degli israeliani presso il check point di Karni. Ha inoltre confessato di avere usato il veicolo in un’altra occasione per trasportare una bomba da undici chili”. “Nel maggio del 2004 sono stati filmati alcuni palestinesi che usavano ambulanze dell’Unrwa per trasportare terroristi (e forse anche i resti di alcuni soldati israeliani uccisi)”. Le scuole dell’Unrwa utilizzano libri di testo che incitano alla violenza contro Israele ed esaltano il “martirio”. Le infrastrutture dell’Onu sono state trasformate in impianti per la costruzione di bombe. E l’ex capo delle operazioni Onu nei territori palestinesi, Peter Hansen, in un’intervista rilasciata alla Cbc nell’ottobre 2004, ha dichiarato: “Sono certo che sul libretto paga dell’Unrwa ci siano vari membri di Hamas, e non ritengo che questo sia un crimine”. E’ a questo che servono i soldi offerti dall’Ue ai territori palestinesi. In confronto a questo, la stravaganza di Suha Arafat sembra quasi innocua: lei brucia soltanto i soldi, non gli autobus pieni di civili israeliani.

Dal CORRIERE della SERA del 16 marzo, una notizia che induce a credere che l'Europa stia nuovamente scegliendo la strada sbagliata:

STRASBURGO — L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha deciso di invitare alcuni rappresentanti del Parlamento palestinese, compreso un membro di Hamas, alla sua sessione di aprile. Sarebbe la prima volta che un rappresentante dell'organizzazione ufficialmente considerata terroristica dall'Ue verrebbe a parlare davanti a un'istituzione europea (per quanto non comunitaria).
«Non possiamo ignorare il risultato legittimo delle elezioni palestinesi», ha detto il belga Stef Goris, membro dell'Assemblea parlamentare, ricordando che «il voto è stato libero e corretto. Dobbiamo accettare la volontà democraticamente espressa del popolo palestinese e tentare di coinvolgere i vincitori delle elezioni nel dialogo politico, che potrebbe contribuire a una soluzione pacifica del conflitto».
Il Consiglio d'Europa comprende 46 Paesi, compresi i 25 dell'Ue.
La sua Assemblea parlamentare, formata da rappresentanti eletti designati dai parlamenti nazionali degli Stati membri, si riunisce quattro volte all'anno.

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