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Un'opinione sulla visita in moschea del rabbino Di Segni
Ferma restando la stima nei confronti del Rabbino Di Segni e dell'Ing. Pasermann e pur apprezzando la bontà delle intenzioni, a me questa loro visita alla Moschea di Roma -che fa seguito a quelle di altri personaggi pubblici- non è andata tanto giù.
Non per la cosa in sé, ma per il fatto che essa vorrebbe avere il sapore della solidarietà nei confronti di coloro il cui sentimento religioso è stato offeso.
Sappiamo bene che il sentimento religioso, più o meno offeso, non c'entra nulla  con la rancida  vicenda delle vignette: che le stesse furono pubblicate mesi fa senza destare reazioni e che alcune di esse (immagino le più "truculente") sono dei falsi messi in giro ad arte. Si è trattato di un pretesto bello e buono, messo in atto dai soliti governi dispotici mediorientali, per incendiare le folle, urlare l'odio antioccidentale e antisemita, distruggere, uccidere. Come al solito. Lo stesso Colonnello Gheddafi si è premurato di chiarire che la faccenda era, guarda un po', una pura questione di soldoni. Altro che vignette.
Quand'anche poi il putiferio non fosse stato scatenato (periodo ipotetico dell'irrealtà, mai farsi sfuggire le ghiotte occasioni), la critica ha preso di mira non l'Islam in quanto tale, ma quell'espressione di Islam -non so se maggioritaria o minoritaria, come numero di persone, né mi importa più di tanto saperlo- che oggi, purtroppo, dà il tono, nel mondo. Cioè quello fondamentalista. All'estero, come in Italia.
Tutto ciò è arcinoto, ma si preferisce chiudere gli occhi.
Casomai avrebbero dovuto essere i mussulmani per bene a dissociarsi con decisione dalle ire fondamentaliste e non ebrei e cristiani affrettarsi a chiedere scusa e a solidarizzare con autorità islamiche varie, che non si sa poi, fino in fondo, come la pensino.
Trovo, infine, un po', diciamo, ardito l'accostamento, quanto a condanna, tra antisemitismo e islamofobia, operato nell'incontro in questione.
Il primo -antisemitismo- è  rigoglioso; ed è come il sorriso di una certa presentarice televisiva, cioè non conosce confini; quanto all'islamofobia, beh.... mi munirò di lenti potenti per poterla scorgere.
Con i miei semplici occhiali proprio non la vedo.
                               Mara Marantonio Bernardini
 

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