Hamza Piccardo, segretario dell'Ucoii, è l'autore del commento al Corano che il FOGLIO dell' 11 marzo 2006 ha ripreso e publicato. E' lo stesso Piccardo con il quale il ministro Pisanu intrattiene cordiali rapporti all'interno della consulta sull'Islam italiano da lui creata. Bene ha fatto il FOGLIO a diffondere il Piccardo-Pensiero. Fra l'altro, è l'edizione del Corano più diffusa nelle moschee italiane. Complimenti, ministro Pisanu, continui così.
Pubblichiamo alcune sure del Corano commentate da Hamza Piccardo, segretario dell’Ucoii (edizioni Newton Compton, 2004). E’ un testo molto diffuso nelle moschee italiane che aderiscono all’associazione guidata da Nour Dachan che ha proposto al ministro dell’Interno, Beppe Pisanu, d’introdurre l’ora di Corano a scuola. Ecco alcuni stralci.
Sura II, v. 120: “Né i giudei né i nazareni saranno mai soddisfatti di te, finché non seguirai la loro religione. Dì: ‘E’ la guida di Allah la vera guida.’ E se acconsentirai ai loro desideri dopo che hai avuto conoscenza, non troverai né patrono né soccorritore contro Allah”. Commento: “L’unico musulmano buono l’ex musulmano”. Potrebbe essere questa la frase che riassume l’atteggiamento di alcuni ebrei e cristiani nei confronti dei musulmani. Non è buono il musulmano che pretende di essere fedele alla sua pratica, alla sua tradizione, quello che “raccomanda le buone consuetudini e proibisce ciò che è riprovevole”, quello che, sul lavoro, vuole il suo tempo per l’orazione, che non mangia e non beve quello che il suo Signore gli ha interdetto, che organizza la sua vita familiare in base al Corano e alla Sunna, che educa i suoi figli nel timore di Allah, che non si eccita per una diva del cinema, che non crea una rissa per un rigore non concesso, che si ribella quando una legge degli uomini è in contrasto con quella di Allah. Di questo musulmano raramente saranno soddisfatti capitalisti e marxisti, liberali e radicali, femministe e omosessuali organizzati. Di lui “in sha Allah” sarà soddisfatto il suo Signore… e tanto basta. Sura II, v. 228: “ …Esse (le donne) hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle consuetudini, ma gli uomini sono superiori”. Commento: (…) La psicologia maschile immaginifica, creativa, sperimentale, amante del rischio, desiderosa di novità, di affermazione dell’Io, il più delle volte ampia e superficiale. Quella femminile è concreta, tradizionale, nemica dell’azzardo, desiderosa di certezze, di conservazione del “mio”, il più delle volte profonda e limitata. Nell’ambito familiare il rispetto della Legge di Allah e della Sunna dell’Inviato fa sì che non si creino situazioni tali da esigere un’affermazione di potere che mortifichi la complementarietà dei coniugi. Ma oltre alla complementarietà c’è un problema di guida, nella famiglia e nella società, che non significa predominio, oppressione o disconoscimento della prevalenza femminile in una quantità di settori e circostanze. Allah (gloria a Lui l’Altissimo) affida questo ruolo dirigente al maschio. E’ un compitogravoso e difficile, di cui l’uomo farebbe volentieri a meno e di cui è tenuto rispondere davanti ad Allah. Sura III, v.72: “Una parte della gente scrittura dice così: ‘All’inizio del giorno credete in quello che è stato fatto scendere su coloro che credono e alla fine del giorno rinnegatelo. Forse si ricrederanno’”. Commento: Il Corano riferisce le strategie di guerra psicologica che ebrei e cristiani adoperarono contro i musulmani: false conversioni seguite da clamorose apostasie per confondere le menti dei musulmani meno dotati intellettualmente e fede ancora incerta. Sura III, v.75: “Tra le genti della Scrittura sono alcuni che, se affidi loro un qintar, rendono, altri che, se affidi loro un denaro, te lo rendono finché tu non stia loro addosso per riaverlo. E ciò perché dicono: ‘Non abbiamo obblighi verso i gentili’. E consapevolmente dicono menzogne contro Allah”. Commento: Il termine che traduciamo con “gentili” significa “ignorante, illetterato”. Per gli ebrei di Medina tutti coloro non seguivano la loro religione, si trovavano in questa condizione. Nella loro prassi commerciale, gli ebrei consideravano, tuttora considerano, del tutto lecito l’inganno la truffa nei confronti dei non ebrei. Sura IV, v. 31: “Se eviterete i peccati più gravi che vi sono stati proibiti, cancelleremo altre colpe e vi faremo entrare con onore (in Paradiso)”. Commento: La teologia islamica classifica la gravità dei peccati nel seguente ordine: 1. shirk, associare ad Allah qualcun qualcosa d’altro e tributargli culto e adorazione. E’ l’unico peccato che Allah (gloria Lui l’Altissimo) rifiuta di perdonare; 2. malversazione nei confronti dei dell’orfano; 3. calunnia nei confronti di una donna onesta; 4. diserzione di fronte al nemico; 5. ribà, cioè usura, speculazione, e baratto iniquo;6. apostasia; 7. omicidio. Secondo un’altra opinione, i peccati gravi sono settanta. Al Bayhaqi ha detto tutti i peccati nei quali l’uomo persevera sono tali, ma non lo sono quelli per i l’uomo chiede perdono. Sura IV, v. 78. “…Se giunge loro un bene dicono: ‘Viene da Allah’. Se giunge un male dicono: ‘Viene da te’. Dì: ‘Tutto viene da Allah’. Ma cos’hanno queste genti che non comprendono nemmeno un singolo evento?”. Commento: Ipocriti ed ebrei non cessavano di accusare il Profeta per tutti i che affliggevano la società medinese. Scarsità di raccolti e aumento del costo della erano tra i loro argomenti preferiti tentativo di minare la fiducia e le aspettative della gente. Sura V, v. 20: “E quando Mosè disse al popolo: O popol mio! Ricordate la grazia Allah su di voi quando ha scelto tra voi i Profeti! fece di voi dei re e vi diede quello che aveva mai dato a nessun popolo al mondo”. Commento: Nella Genesi tramandata ebrei sta scritto che Allah promette progenie di Abramo la terra compresa Nilo e l’Eufrate. Su questa promessa fonda l’attuale rivendicazione sionista “Grande Israele” (…). Sura V, v. 60: “Dì: ‘Posso forse annunciarvi peggior ricompensa da parte di Allah?’. Coloro che Allah ha maledetto, che hanno destato Sua collera e che ha trasformato in scimmie porci, color che hanno adorato gli idoli, questi che hanno la condizione peggiore e più lontani dalla retta via”. Commento: “Allusione a quegli ebrei furono trasformati in scimmie e porci aver trasgredito il riposo sabbatico nota a II, 65)”. Sura V, v. 64: “I giudei dicono: ‘La mano Allah si è incatenata!’. Siano incatenate le loro e siano maledetti per quello che hanno detto. Le Sue mani sono invece ben aperte: Egli dà a chi vuole. Quello che è stato scendere su di te da parte del tuo Signore, certamente accrescerà in molti la ribellione miscredenza. Abbiamo destato tra loro odio inimicizia fino al giorno della Resurrezione, Ogni volta che accendono un fuoco di guerra Allah lo spegne. Gareggiano nel seminare disordine sulla terra, ma Allah non ama corruttori”. Commento: Recenti prese di posizione del mondo cattolico potrebbero far credere che la secolare inimicizia tra ebrei cristiani sia superata. Chi porti le sue analisiche si tratta di prese di posizione tattiche. In realtà la recondita ostilità fra le due comunità resta invariata e, come è detto nel Corano, permarrà tale sino al giorno del Giudizio. Sura VI, v. 20: “Quelli che hanno ricevuto Scrittura riconoscono il Messaggero, come riconoscono i loro figli. Coloro che non credono preparano la loro rovina”. Commento: “…Riconoscono il Messaggero…”. Il versetto allude principalmente ai figli di Israele i quali sapevano bene che la missione di cui Mhuammad (pace e benedizione su di Lui) era stato incaricato era davvero profetica, ma non lo volevano ammettere per ragioni razziali e di potere (…). Sura VIII, v. 62: “Se vogliono ingannarti ti basti Allah. E’ Lui che ti ha soccorso con il Suo aiuto e (l’appoggio dei) credenti.” v. 63: “Instillando la solidarietà nei loro cuori. Se avessi speso tutto quello che c’è sulla terra, non avresti potuto unire i loro cuori, è Allah che ha destato la solidarietà fra loro. Allah eccelso, saggio!”. Commento: Prima dell’arrivo del Profeta, Medina era agitata dai tremendi scontri tribali che avevano per protagonisti i clan arabi degli Aws e dei Khazraj. Dietro questi scontri stavano spesso clan ebrei che, alleati degli uni o degli altri, ricavavano molti vantaggi dalla situazione. Fabbricavano armi che vendevano ai combattenti, esercitavano l’usura per finanziare i loro stessi clienti e svolgevano attività di spionaggio. loro obbiettivo strategicamente più importante era quello di mantenere l’inimicizia tra gli arabi e indebolirli favorendo e alimentando i loro contrasti. La rivelazione divina, portata dal Profeta (pace e benedizione su di Lui), convinse gli arabi a mettere da parte odi e rancori. Sura XX, v.87: “Dissero, non è per nostra volontà che abbiamo mancato alla promessa. Eravamo appesantiti dai gioielli di quella gente”. Commento: (…) Nella Bibbia Mosè istiga suoi alla truffa nei confronti degli egiziani loro amici, chiedendo in prestito oggetti d’oro e d’argento. Un’infamità che, a dire della Bibbia (Esodo XI e XII, 35-36), sarebbe stata ispirata da Allah stesso (gloria a Lui l’Altissimo), che i figli di Israele non si fanno scrupolo di dipingere come complice delle loro bassezze. E’ grazie a queste falsificazioni che la gran parte del popolo di Israele è diventato il campione di quella doppiezza morale in base alla quale nei confronti dei non ebrei è accettabile e impunita qualsiasi nefandezza, mentre la rettitudine morale è un obbligo soltanto verso correligionari.
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