La questione Iran continua ad occupare le pagine dei giornali. L'azione diplomatica segna il passo, per non dire che è ormai del tutto inutile, viste le intenzioni sempre più bellicose di Ahmadinejad. Si parla ormai apertamente di attacco preventivo, anche se qualcuno parla troppo, come leggiamo da una breve uscita sulla Stampa di oggi. La dichiarazione dell'ex capo di stato maggiore Moshe Yaalon non è molto diplomatica, ma riflette chiaramente quello che si pensa in Israele. L'Iran va fermato, meglio se l'Occidente, Europa compresa, capisce che non è solo Israele ad essere in pericolo ma tutti gli stati democratici dell'area, Italia inclusa. Ecco il pezzo:
Un blitz per stroncare le ambizioni nucleari di Teheran è stato evocato dall'ex capo di stato maggiore e generale della riserva l’israeliano Moshe Yaalon, che, in una conferenza tenuta all'Hudson Institute di Washington, ha detto che Israele detiene una opzione militare capace di costringere l'Iran a rinviare di diversi anni i propri progetti nucleari e la produzione di ordigni atomici. Yaalon ha aggiunto che Israele potrebbe colpire gli stabilimenti nucleari iraniani «non solo dall'aria»: un'affermazione che è stata interpretata come una allusione al possibile impiego dei sottomarini Dolphin. Sbigottimento e anche collera hanno suscitato fra i responsabili israeliani alla sicurezza le dichiarazioni dell'alto ufficiale.