Hamas non riconosce Israele e incoraggia il terrorismo suicida una cronaca corretta che smentisce le illusioni riguardo al gruppo terroristico
Testata: Il Giornale Data: 09 marzo 2006 Pagina: 13 Autore: la redazione Titolo: «Abu Mazen fiducioso su Hamas»
Dopo il voto palestinese del 25 gennaio e in attesa di quello israeliano il prossimo 28 marzo, i rapporti tra Gerusalemme e Ramallah sono in fase di stallo. Il successo elettorale degli estremisti di Hamas, ostile al dialogo con lo Stato ebraico, pone nuovi interrogativi politico-diplomatici. Il presidente palestinese Abu Mazen, esponente di al Fatah (il partito punito a causa della corruzione dilagante tra i suoi dirigenti) e fautore del negoziato con Israele, ha in programma oggi un incontro - ma si dovrebbe dire scontro - con Ismail Hanyeh, il primo ministro designato da Hamas. Stando a tutte le previsioni, il colloquio, che si svolgerà a Gaza, sarà brusco: non solo per la divergenza di vedute sulle relazioni da tenere con il Paese vicino,maanche per la decisione del Consiglio legislativo palestinese (il Parlamento), dominato da Hamas con 74 deputati su 132, di ridimensionare i poteri di Mazen, facendo di lui un presidente dimezzato. Poche ore prima di recarsi a Gaza, il capo dell’ancora non proclamato Stato palestinese si era incontrato a Ramallah con il presidente della Slovenia, Janez Dronsek, al quale aveva detto che è necessario concedere ai vincitori delle elezioni tempo per intraprendere un cambiamento di rotta, che li porti verso posizioni ragionevoli. «Stanno per assumere la guida del governo e devono misurarsi con gli impegni internazionali», aveva dichiarato. Il che implica il riconoscimento dello Stato ebraico e l’accettazione della «road map», il piano di pace elaborato dal cosiddetto Quartetto (Onu, Russia, Unione Europea e Stati Uniti). Hanyeh, al momento, non sembra poter essere in sintonia con le speranzose parole di Mazen. Anche ieri il portavoce di Hamas in Parlamento, Salah el Bardaweel, ha ribadito che il suo movimento non ha alcuna intenzione di riconoscere Israele, «che occupa le nostre terre continuando a trasformarle in cantoni e a progettare la loro confisca». E con una mossa provocatoria, Hamas ha varato su internet un sito che esorta i giovani palestinesi agli attentati suicidi. «Morire per Allah è una vittoria, la vittoria degli eroi i cui nomi resteranno per sempre nei cuori di milioni di musulmani nel mondo». Questo incitamento appare accanto all’immagine di una bimba che lancia sassi contro i soldati con la Stella di Davide. Forse non è altro che propaganda. Ma la notizia, riportata ieri dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronot, non giova a chi nello Stato ebraico propugna il proseguimento dei negoziati (e delle concessioni) con i rappresentanti palestinesi. L’ultimo sondaggio condotto ieri in Israele dà il Likud in ascesa. Non si può più escludere, scrive il giornale Haaretz, che nei prossimi giorni il partito di destra sorpassi i laburisti. In testa rimane Kadima, la formazione fondata da Ariel Sharon, in coma da settimane. Il suo braccio destro, il premier ad interim Ehud Olmert, esprime fiducia: è riuscito a bloccare una perdita di consensi. Hamas potrebbe giocargli brutti scherzi. lettori@ilgiornale.it