Lord Richiard Rogers è uno degli architetti più famosi, su questo non ci piove. Ma è anche l'architetto che ha messo il suo nome in cima ad una lista di architetti inglesi che hanno frimato un appello nel quale si impegnano a boicottare Israele, colpevole, a loro giudizio, di avere costruito il "muro", cioè la barriera di sicurezza. Adesso si stupisce che gli "ebrei" si ribellino contro l'incarico da lui ricevuto per la costruzione del Centro Javitz. Perchè non investe il suo genio nel mausoleo Arafat di Ramallah, non susciterà polemiche. Forse incasserà meno dollari, ma il suo onore sarà salvo. Opuure si informi meglio sulla barriera di sicurezza, chissà, con il suo aiuto potrebbe persino essere edificata meglio e con più efficacia. Adesso proclama la sua buona fede, ha già trovato un difensore in Abe Foxman dell'ADL, finirà che i "cattivi ebrei" lo assolveranno, finisce sempre così. Ah, l'islamica fatwa.......
Ecco la cronaca come riporta la vicenda REPUBBLICA a pag.18, nell'artcolo di Arturo Zampaglione:
Lord Richard Rogers, l´architetto inglese che ha progettato il Millennium Dome e il Centro Pompidou assieme a Renzo Piano, è rimasto impigliato in una polemica politica sul «muro israeliano» che rischia di danneggiare la sua fama e di privarlo di alcuni ricchi contratti dall´altra parte dell´Atlantico.
A Manhattan, infatti, Rogers è impegnato nel raddoppio del Jacob Javitz center, il centro congressi sulla West side, che comporterà una spesa complessiva di 1,7 miliardi di dollari, e nel ripensamento architettonico delle costruzioni che si affacciano sull´East River. Ma un gruppo di politici newyorkesi, capeggiati dal presidente dell´assemblea dello stato Sheldon Silver e dal deputato democratico di Brooklyn Anthony Weiner, chiede ora il suo allontamento. La ragione? L´appoggio di Rogers a un gruppo che chiede il boicottaggio di Israele.
Composto da una sessantina professionisti, il gruppo si chiama «Architetct and planers for justice in Palestine» e a febbraio si è riunito proprio negli studi londinesi di Lord Rogers per individuare una serie di azioni di protesta contro il "Muro". Cioè contro quella barriera di sicurezza in cemento armato - alta, lunga, brutta - che gli israeliani stanno costruendo lungo la frontiera con la Cisgiordania. Secondo Gerusalemme servirà come protezione contro i terroristi. Secondo i sessanta architetti, invece, trasformerà i territori palestinesi in un immenso ghetto e riproporrà in Medio Oriente il clima dell´apartheid sudafricano.
A suo tempo Rogers, che è nato a Firenze 72 anni fa, ebbe un ruolo importante nella mobilitazione degli architetti mondiali contro l´apartheid. Ed è forse per questo che ha dato ospitalità al gruppo anti-"Muro": da un lato senza aderire alla richiesta di un boicottaggio, dall´altro senza rendersi conto delle ripercussioni. La controffensiva, infatti, è stata immediata. A Gerusalemme la notizia è stata accolta con sdegno. A New York, dove ci sono più ebrei che in ogni altra città del mondo, il ruolo di Lord Rogers è stato subito messo in discussione.
«Ritengo che Rogers debba rinunciare ai contratti, se è vero quello che si dice», ha commentato Elie Wiesel, premio Nobel per la pace. Weiner ha chiesto al Esdc (Empire state development corporation), l´agenzia pubblica che si è occupa dei lavori del Javitz center ed che è presieduta da Charles Gargano, di estromettere l´archietto inglese. «Non fosse altro - ha spiegato il deputato - per rispetto alla memoria di Javitz, che ha rappresentato New York al Congresso dal 1954 al 1981 e che era un amico sincero di Israele».
Rogers è subito corso ai ripari. Ha tagliato ogni rapporto con il gruppo dei 60. Ha ripetuto in tre comunicati consecutivi di «non aver mai appoggiato il boicottaggio e non aver mai parlato di misure mirate». In settimana arriverà a Manhattan per incontrare Gargano. Ha già assoldato una società di pubbliche relazioni, la Howard Rubenstein. E´ riuscito a ottenere l´appoggio di Abe Foxman, direttore della Anti-Defamation League, che è pronto a farsi garante della sua buona fede negli ambienti ebraici. D´altra parte la rapidità di Lord Rogers ha gettato qualche dubbio sulla sua buona fede: è un vero ripensamento, il suo? Oppure, come sospetta qualcuno, un tentativo per salvare i contratti newyorkesi?
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