Da LIBERO di giovedì 2 marzo 2006:
Mahmoud Ahmadinejad, il faraone iraniano, sta facendo sempre più concorrenza a Bin Laden. Da quando ha minacciato di cancellare Israele dalle carte geografiche, è lui che cattura l’attenzione dei media internazionali. Nel suo mirino, è ovvio, il “nemico sionista”, che per il fanatico islamista non può che chiamarsi “complotto ebraico internazionale”. Ci sono gli ebrei a ordire trame, sono loro ad avere fatto saltare persino la moschea dalla cupola dorata di Samara, altroché conflitto tra sciiti e sunniti. L’odio antisemita non poteva però concentrarsi solo su Israele, pena la caduta della credibilità del “complotto internazionale”. Ecco allora l’idea geniale, così come l’ha diffusa l’agenzia iraniana INA. Una conferenza “scientifica” sull’Olocausto da tenersi a Teheran, con il preciso scopo di dimostrare che non solo non è mai esistito, ma che è stato inventato dagli ebrei per ricattare l’opinione pubblica mondiale, fingersi vittime di un massacro per meglio nascondere e fare accettare quello che Israele sta compiendo contro i palestinesi. Niente di nuovo, ascoltiamo questa ripugnante equazione da anni, da quando i difensori del terrorismo che insanguina Israele hanno scoperto che è una moneta spendibile. Ma era rimasta appannaggio di pseudo storici, i cosiddetti negazionisti, tornati alla ribalta anche di recente con David Irving, condannato da un tribunale austriaco a tre anni di carcere, una condanna sacrosanta ma che rischia di trasformare un volgare mistificatore in un martire del libero pensiero. A ricevere l’invito tra i primi è stato Robert Faurisson, il docente universitario francese fra gli antesignani ad avere elaborato nei suoi scritti che la Shoah non è mai esistita, come i forni crematori ed i sei milioni di ebrei trucidati non erano in realtà che qualche migliaio, Auschwitz non era un campo di sterminio ma un ordinato campo di lavoro e così di seguito. Ad invitarlo è stato il professor Jawad Sharbaf, capo dell’ Istituto Neda di scienze politiche di Teheran, profondamente dispiaciuto che le Nazioni Unite abbiano approvato una risoluzione che invita gli stati membri a ricordare con una data precisa ogni anno la tragedia della Shoah. Le idee di Faurisson, molto popolari in Iran, non hanno ricevuto mai buona accoglienza in Francia, un paese dove il nostro, non potendo più insegnare all’università, al pari di Irving si presenta come un perseguitato. Ma se i suoi scritti trovano difficoltà ad essere diffusi, non si può dire altrettanto della rete, questa si internazionale, che lega i negazionisti al fondamentalismo islamico. Faurisson si augura infatti che l’Iran di Ahmadinejad si ponga alla testa di un comitato internazionale per la “libertà nel mondo occidentale dei prigionieri di coscienza”, che sarebbero poi Irving, Roger Garoudy, lo stesso Faurisson e altri “storici” della stessa risma. La cui tesi è che “più l’Occidente crede nell’esistenza della Shoah, sempre più musulmani verranno uccisi in Palestina,Iraq e Afghanistan”. Che fare per mettere qualche buon bastone nella ruota di Ahmadinejad e dei suoi amici “storici” ? Se ricordiamo bene all’Aja c’è un tribunale internazionale che si era dimostrato particolarmente attivo nel portare sul banco d’accusa Israele per aver costruito la barriera di sicurezza che impedisce l’arrivo dei terroristi sul suo territorio. Ne nacque un battage pubblicitario enorme, qualcuno chiese addirittura l’incriminazione di Ariel Sharon e poco mancò che l’ottenesse. In Germania e in Austria chi sostiene le posizioni di Ahmadinejad finisce in galera, in Italia non c’è una legge che condanna chi nega la Shoah, ma c’è per chi propaga odio sociale, ed è indubbio che la battaglia contro gli ebrei iniziata da Ahmadinejad rientra pienamente in questo reato. Interessano questi argomenti al tribunale dell’Aja ? Oppure i reati sono considerati tali solo se l’imputato è Israele ? Procedure in questa direzione sono già state iniziate in Germania alla Procura federale di Karlsruhe. E se qualcosa si muovesse anche nel nostro paese ? Forse il faraone iraniano ci penserebbe due volte prima di chiamare a congresso i negazionisti.
|