sabato 23 novembre 2024
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La sinistra benpensante e il Medio Oriente
Spettabile Redazione,
 

un dato accomuna le analisi dei benpensanti riguardo la situazione in Medio Oriente e particolarmente con riferimento al contenzioso tra Israele e Palestina: la totale inconsistenza delle loro argomentazioni, che in certi casi arriva a scadere nel ridicolo. Eugenio Scalfari, per spiegare le ragioni dei poveri estremisti islamici, è arrivato a tirare in ballo le Crociate; la "Reconquista" spagnola del califfato di Cordova; la tratta dei neri negli Stati americani del Sud; il regime di apartheid nel Sudafrica; la discriminazione dei neri americani; la guerra contro i «boxer» nella Cina del primo Novecento; il colonialismo inglese, francese, olandese portoghese belga e tedesco; il neo imperialismo americano e le due guerre del Golfo. Ci mancavano la guerra di Secessione, la battaglia di Alamo, la guerra dei Boeri e quella del Chaco e l’elenco sarebbe stato completo! Il Fondatore ha per contro scaltramente omesso di citare altri fatti storici, quali i pogrom antisemiti in Polonia e Russia, l’avvento del nazionalsocialismo in Germania, la tragedia delle comunità ebraiche europee perseguitate da Hitler, il disperato esodo dei superstiti per sfuggire alla "soluzione finale", i rapporti di personaggi del mondo arabo, come il Gran Muftì Amin al Husseini (capo spirituale dei musulmani palestinesi) e il dittatore iracheno Rashid Alì, con Adolf Hitler, col quale hanno condiviso il pio desiderio di eliminare gli ebrei dalla faccia della terra, e le guerre che il mondo arabo e musulmano ha mosso dal 1948 ad oggi allo Stato di Israele. Ma, va da sé, tali fatti avrebbero fornito argomentazioni di segno opposto a quelle di Scalfari, tutto preso a fornire un quadro (assolutamente falso, come osserva giustamente Informazione Corretta), di un Islam costantemente aggredito dall'Occidente in combutta con gli sporchi sionisti e costretto a difendersi, e quindi meglio non accennarli neppure.

Brillantissime anche le argomentazioni di Massimo Fini, autentico campione dell’onanismo del pensiero, il quale attribuisce la ferocia dei terroristi non già alla loro criminale ideologia, bensì… alle colpe dell’Occidente (suo eterno ritornello) che, oltre a sostenere i sionisti (massimo peccato mortale), ha abbattuto regimi (quelli dei talebani e del buon Saddam Hussein, per intenderci) equi e democratici che godevano dell’unanime consenso della popolazione, ed attualmente "minaccia" l’Iran del gran gentiluomo Ahmadinejad, uomo notoriamente pacifico, tranquillo e ben disposto verso gli ebrei.

Non parliamo poi di Beppe Grillo, che si rivela una macchietta più quando cerca di parlare seriamente di politica che quando fa il comico sulla scena. Definisce Marco Ferrando un "estremista di buon senso" che dice "la verità", ovvero che lo Stato di Israele va cancellato dal mondo e che il massacro dei militari italiani a Nassirya è stato un "legittimo atto di resistenza" dei "patrioti" iracheni che vogliono "liberare" l’Iraq dalla "occupazione straniera". In questi casi è difficile dire se simili asserzioni facciano più ridere per la loro palese idiozia, o muovere all’indignazione per l’offesa cialtrona a persone morte nell’adempimento del loro dovere ed ai loro familiari. Se Grillo pensa di determinare a cambiare la politica nazionale interna e i rapporti internazionali argomentando le sue tesi con colossali bischerate, è in errore; farebbe piuttosto meglio a rimanere un guitto che tutt’al più suscita ilarità con le sue baggianate.

Niente di nuovo, dunque, sul fronte della sinistra benpensante, che mentre medita di purificare l’Italia dalla corruzione reclamando l’epurazione di tutte le persone non gradite (vedi Grillo che definisce "mostri viventi" Pomicino, De Mita, Bobo Craxi, De Michelis e Martelli, dando squisita prova di tolleranza proprio lui che si dichiara contro gli intolleranti!) in nome della libertà, della democrazia e del civile confronto, continua a professare il suo truce antisemitismo, stavolta senza neppure cercare di mascherarlo dietro le buone intenzioni. Ecco quindi la direzione di Rifondazione Comunista che, non contenta di aver candidato Caruso, include nelle sue liste anche uno sconcertante personaggio come il rappresentante dell’OLP Ali Rashid, noto per il suo odio verso lo Stato di Israele (e Bertinotti che si indigna con l’Ambasciatore Ehud Gol, reo… di aver descritto Rashid per ciò che è, un nemico giurato degli ebrei); ecco l’ineguagliabile Diliberto che querela Yasha Reibman, portavoce della Comunità ebraica di Milano, sostenendo di essere stato infamato in quanto lui e il suo partito «Mai, in nessun atto politico, in nessuna dichiarazione, in nessuna forma, abbiamo minimamente assunto posizioni antisemite. Ho criticato il governo di Israele e continuerò a farlo. Così come continuerò a manifestare per uno stato palestinese indipendente». È il caso di dire che Diliberto in tale circostanza si è nascosto dietro il dito: ha già dimenticato le bandiere bruciate, il sostegno incessante ad Arafat, il suo cordiale incontro con il capo degli Hezbollah, la linea smaccatamente anti israeliana del suo partito, la solidarietà manifestata dal Pdci ai teppisti che nelle Università di Pisa e Firenze hanno insultato e minacciato i rappresentanti del Governo di Gerusalemme? Concludo dicendo che se fossi Prodi, Fassino o Rutelli, personalmente mi preoccuperei molto di ciò che ha detto il Dott. Angelo Pezzana, quando ha annunciato che, in considerazione delle squallide manifestazioni antisemite della sinistra antagonista, voterà per il centro destra, sia pure "turandosi il naso" alla maniera di Indro Montanelli; non pensano al rischio che in Italia possano non essere in pochi a decidere così nel segreto dell’urna?

 

Molti cordiali saluti
Luigi Prato, Sassari

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