domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Mattino Rassegna Stampa
28.02.2006 Sbatti il "mostro Israele" e la "vittima" palestinese in prima pagina
la disinformazione continua

Testata: Il Mattino
Data: 28 febbraio 2006
Pagina: 9
Autore: Cristina Liguori - la redazione
Titolo: ««Palestina al collasso», aiuti dall’Europa - Marano, danneggiata la targa dedicata ad Arafat»

Il Mattino scrive che la targa ad Arafat del comune di Marano e' stata spaccata. Nell' articolo viene mostrata una foto di un uomo che porta la bandiera di Israele.

Il lettore e' portato ad associare il titolo "Danneggiata la targa" con la bandiera di Israele,anche se ovviamente Israele non c'entra nulla con il danneggiamento della targa.  Il Mattino ha gia' sbattuto "il mostro"  Israele in prima pagina.  Ecco l'articolo "Marano, danneggiata la targa dedicata ad Arafat":

Marano. La targa intitolata al defunto leader palestinese dell’Olp, Yasser Arafat e fatta apporre dal sindaco Mauro Bertini a Marano, ieri mattina è stata ritrovata spaccata. La targa, che recita «A Yasser Arafat, martire della pace», come si ricorderà era stata al centro di forti polemiche. I vandali hanno agito nella notte, alla vigilia di una manifestazione contro il sindaco che poi si è svolta ieri. La protesta è stata organizzata dai partiti della Casa delle Libertà dopo che sabato scorso, a Roma, il primo cittadino aveva partecipato a una manifestazione in favore della Palestina e, in particolare, dopo le dichiarazioni da lui rilasciate contro Israele e criticate da numerosi esponenti del mondo politico. Applaude, il popolo della Casa delle Libertà, che compatto in piazza chiede ad alta voce le dimissioni di Bertini. Un sindaco, che secondo gli esponenti di An, Udc, Nuovo Psi, Dc e Azione Sociale, sarebbe un «nazi-comunista farneticante». Va giù pesante il centrodestra, e non risparmia a Bertini ingiurie e commenti pesantissimi: «È un antisemita. Prima di parlare dovrebbe sciacquarsi le vesti con la varechina», dichiara Gianfranco Scoppa, coordinatore maranese di An. «È uno schizofrenico», gli fa eco Michele Izzo, Nuovo Psi. «È un esponente di basso rango e privo di senso umano», si unisce al coro Luciano Schifone, vice coordinatore regionale di An. Cariche di rammarico le parole pronunciate da Fabrizio Galliti, dell’associazione Italia-Israele, e dirigente napoletano della Margherita: «Se fossi cittadino di Marano, mi vergognerei di essere rappresentato da un sindaco così». Ad appena dieci metri di distanza dalla manifestazione del centrodestra, i giovani della sinistra giovanile di Marano, sventolano bandiere rosse, bandiere della pace e un manifesto: «Siamo indignati dalle affermazioni del sindaco. Ce ne vergogniamo». Per Bertini è un brutto colpo.

Ovviamente non possono mancare, sulle pagine del quotidiano napoletano, nemmeno la difesa di Hamas il plauso ai finanziamenti europei  all'Anp presentati come un salvataggio di una "Palestina al collasso". Ecco l'articolo:

Bruxelles. Per le esauste casse palestinesi arriva da Bruxelles una boccata di ossigeno targata Unione Europea. In un momento drammatico per l'economia dell'Anp, la Commissione europea ha deciso di contribuire ad alleggerire il deficit di bilancio del governo palestinese con un pacchetto di aiuti di circa 120 milioni di euro. Gli aiuti europei serviranno a pagare le spese energetiche e parte dei salari per i dipendenti pubblici e le forze di sicurezza, oltre ad aiuti umanitari indirizzati direttamente al popolo palestinese. Si tratta di una iniziativa che giunge in un momento difficilissimo per l'Anp, già in cattive condizioni economiche prima della vittoria di Hamas alle elezioni e che adesso teme la minacciata chiusura del rubinetto di parte degli aiuti internazionali proprio in conseguenza dell'insediamento di un parlamento a forte componente islamica. Lo stesso presidente Abu Mazen ha parlato giorni fa di «grave crisi finanziaria». I tempi sono stretti e la stessa sopravvivenza quotidiana dell'economia palestinese è a rischio. L'inviato del Quartetto (Usa-Ue-Onu-Russia) per il Medio Oriente John Wolfensohn ha avvertito ieri che se non verrà trovata una soluzione urgente al «buco» crescente nelle finanze palestinesi, il rischio è ora di un «collasso finanziario dell'Anp nel giro di due settimane». «Il ministro palestinese delle finanze mi ha avvertito che ha bisogno di fra 60 e 80 milioni di dollari dalla settimana prossima per incominciare a pagare gli stipendi» dei dipendenti pubblici, ha scritto ieri Wolfensohn in una lettera ai dirigenti del Quartetto. Del pacchetto di 120 milioni di euro che la Ue ha deciso ieri di stanziare, 40 saranno destinati a pagare le bollette energetiche dell'Autorità nazionale palestinese e sono giustificati «da ragioni umanitarie e dalla necessità di diminuire la pressione finanziaria sul governo palestinese», ha detto il commissario Benita Ferrero-Waldner. Altri 64 milioni di euro costituiranno l'annuale versamento che la Commissione indirizza all'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi. La somma restante dovrebbe giungere attraverso lo sblocco di parte dei fondi europei congelati nel fondo fiduciario della Banca mondiale a causa della cattiva gestione finanziaria da parte delle autorità palestinesi. Ma da Bruxelles oltre agli aiuti per i palestinesi giunge anche un forte appello a Israele affinché modifichi la sua politica economica nei confronti dell'Anp. Ferrero Waldner ha infatti osservato che che «se Israele continua nel congelamento dei trasferimenti ai palestinesi, continueranno ad esserci gravi lacune nelle finanze pubbliche palestinesi». La decisione presa la settimana scorsa dal governo israeliano di congelare le restituzioni dei dazi doganali percepiti per l'Anp (circa 50 milioni di dollari ogni mese), quale sanzione per l'arrivo al potere di Hamas, contribuisce infatti ad accelerare la corsa verso il collasso. Inoltre, la compagnia israeliana Dor-Allonha, che in base agli accordi fra Israele e l'Anp ha il monopolio del mercato palestinese, ha deciso di sospendere le forniture nei Territori di benzina e di gas da cucina. Si profila una situazione drammatica: le scorte basteranno ancora per soli dieci giorni in Cisgiordania e per circa una settimana a Gaza. Gli aiuti Ue sono dunque tempestivi. Sospiro di sollievo da parte di Hamas che si è rallegrato per la decisione europea. Il portavoce Khalil Abu Leila ha detto che «si tratta di uno sviluppo molto positivo» ma ha al tempo stesso precisato che il movimento islamico «non accetterà che gli aiuti siano legati a condizioni che vanno contro i nostri principi». L'Ue, ha osservato, «comincia ad abituarsi» alla vittoria di Hamas nelle elezioni legislative palestinesi.

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Mattino


posta@ilmattino.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT