Dall'Unione un pericolo per la politica estera Romano Prodi non può fornire garanzie sui rapporti tra Italia e Israele
Testata: Corriere della Sera Data: 27 febbraio 2006 Pagina: 11 Autore: Gianna Fregonara Titolo: «Reibman boccia D'Alema alla Farnesina Loewenthal: giusto. Foa: Prodi il problema»
Da pagina 11 del CORRIEREdella SERA di lunedì 27 febbraio 2006:
ROMA — A lanciare il sasso nel dibattito aperto su Medioriente e campagna elettorale italiana è il portavoce della comunità ebraica di Milano Yasha Reibman: «Un D'Alema agli Esteri ci preoccupa — titola una sua intervista il Giornale —. Non ha perso occasione per attaccare i governi israeliani». Con queste dichiarazioni si esce dallo scontro sulle tesi del Pdci di Oliviero Diliberto e su certe scelte di Rifondazione comunista e il caso arriva a investire i leader del centrosinistra, iDs in particolare. Come Reibman la pensa la scrittrice liberal torinese Elena Loewenthal. Considera «spiacevole» l'ipotesi di un D'Alema alla Farnesina e apprezza il metodo di Reibman che giudica i politici a seconda del loro atteggiamento verso Israele: «Sappiamo che la maggior parte dei politici danno per scontata la legittimità di Israele. E tuttavia è ancora diffuso l'equivoco della seconda parte del ragionamento, che recita così: "Se però Israele non esistesse, non ci sarebbero questi problemi". D'Alema è uno di quelli che sono ambigui su questi temi, contrariamente a Fassino». A difendere il presidente dei Ds è Emanuele Fiano, consigliere a Milano e dirigente della Quercia, oltre che segretario dell'associazione «Sinistra per Israele»: «Non nego che ci siano anche diversità di vedute con D'Alema, ma credo che sia una persona seria, che più volte ha garantito i diritti di Israele. Diffido di più di chi candida qualche negazionista... E poi l'Ulivo è anche Prodi, Rutelli e Fassino». E a Reibman risponde in modo duro: «Partire dalle bandiere bruciate per dare l'ostracismo a D'Alema è un errore anche per la comunità ebraica». Vanno ben oltre il giudizio di Reibman invece sia Renzo Foa, ex direttore dell'Unità e oggi editorialista del Giornale, siaAngelo Pezzana: «Il problema è Prodi — spiega Foa —: qualunque governo di centrosinistra, a prescindere dal suo ministro degli Esteri, avrebbe una politica negativa nei confronti di Israele. E anche chi come Rutelli è più aperto alla fine direbbe: "Non posso far nulla, scusate, con questa coalizione"». Pezzana annuncia che per questo, «turandosi il naso», voterà centrodestra: «Prodi a Bruxelles ha tenuto un atteggiamento molto preoccupante su Israele. Fassino non la pensa così? Non si sa se parla a titolo personale o se è il segretario dei Ds». L'ex sottosegretario agli Esteri Umberto Ranieri difende invece il suo partito: «Non ci sono due linee nei Ds, come sa anche l'ambasciatore Gol, e la difesa del diritto di Israele a vivere in pace e senza terrorismo è condivisa da tutti». A pensare che il problema non sono i Ds ma la coalizione è anche il socialista Gianni De Michelis: «Non vedo come Prodi possa dare garanzie su Israele con la coalizione che si ritrova». Ma l'ex ministro degli Esteri considera «ipocrita incolpare D'Alema», e a Reibman, già consigliere regionale radicale, chiede se ha sbagliato schieramento, se si sente a disagio quando «Pannella si dichiara un giapponese di Prodi».
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