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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.02.2006 Bertinotti attacca Gol
e difende chi ha senpre voluto la cancellazione di Israele

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 febbraio 2006
Pagina: 11
Autore: Livia Michilli
Titolo: «Scontro Prc-ambasciatore Gol»

L'intervista data dall'Ambasciatore d'Israele Ehud Gol ha fatto saltare il coperchio del bidone Rifondazione comunista. Il tentativo di spacciare il partito come pulito dalle accuse di antisemitismo e di voler emarginare le posizioni più vicine al terrorismo escludendo Ferrando dalla candidatura è miseramente fallito. Non era Ferrando l'unico problema di Rifondazione. Lo dimostrano le rabbiose dichiarazioni di Bertinotti, che tenta di spacciare il candidato Ali Rashid come "uomo di pace" e non per quello che veramente è ed è stato, da trent'anni sempre al servizio di una forza che ha combattuto Israele sostenendo chi ne voleva la distruzione. Nessuno ha dimenticato la carta dell'OLP. Rifondazione lo difende, Bertinotti spara a zero. Mentre sul versante Comunisti Italiani Diliberto querela Yasha Reibman. Comprendiamo le preoccupazioni di chi teme che una vittoria dell'Unione trascinerà in posizioni di responsabilità governative forze politiche estremiste che segneranno una svolta estremamente pericolosa.

Ecco la cronaca dal Corriere della Sera di oggi 26.02.2006, pubblicata a pag.11, a firma di Livia Michilli.

ROMA — I candidati di Rifondazione comunista finiscono di nuovo nel mirino. Dopo Caruso e Luxuria, tocca ad Alì Rashid, ex dirigente dell'Olp: «E' una vergogna per l'Italia e per i palestinesi che il Prc lo candidi», tuonava ieri sul Giornale l'ambasciatore israeliano Ehud Gol. Parole che hanno fatto infuriare Fausto Bertinotti: «E' una vergognosa aggressione», protesta il segretario che poi attacca anche il «crociato» Marcello Pera per il suo "Manifesto sull'Occidente", chiedendone le dimissioni da presidente del Senato.
Bertinotti spalanca il quotidiano e legge ad alta voce i passaggi dell'intervista in cui Rashid viene definito «un rivoluzionario da albergo a cinque stelle, come Arafat», una persona «senza onore» che «non ha fatto nulla per la Palestina» visto che vive a Roma da 35 anni. Allarga le braccia, il segretario del Prc: «Come si possono dire certe cose? Rashid è un dirigente della causa palestinese, da poco cittadino italiano, che ha scelto la non violenza in una realtà così drammatica. E' un uomo di pace e dialogo». Difende a spada tratta la sua candidatura alla Camera, in Umbria: «Qui c'è l'idea che ognuno può dire quel che vuole al di là del ruolo che riveste, una rottura della rappresentanza istituzionale. E' come se l'ambasciatore italiano in Israele attaccasse Netanyahu...». Le parole di Gol vengono infatti considerate dal Prc una «grave interferenza», come spiega il responsabile esteri Gennaro Migliore: «Lui non parla a titolo personale ma in nome di Israele». Dell'intervista si discute durante la riunione dell'esecutivo della Sinistra europea, convocato ieri a Roma: «Tutti sostengono che non s'è mai visto un ambasciatore di uno Stato estero fare simili valutazioni politico-elettorali, è fuori da ogni regola diplomatica», ribadisce Migliore (e Liberazione sollecita le scuse di Gol). Ma gli strali di Bertinotti colpiscono anche Pera e il suo manifesto, definito «culturalmente inquietante ed istituzionalmente intollerabile», tanto che il segretario del Prc ne chiede le dimissioni e invoca pure un intervento di Ciampi: «Quell'appello è una chiamata alle armi ideologica contro l'Islam, tutto il contrario della politica di dialogo e confronto che ha sempre visto l'Italia come ponte tra l'Europa e il Mediterraneo del Sud». Pera si dice deluso dalle parole di Bertinotti: «Da lui non me lo sarei aspettato, mi sembra un modo di trasferire la campagna elettorale in campo istituzionale». E ribadisce che il manifesto «è un documento per difendere i nostri valori, non è contro nessuno. Se c'è una guerra di civiltà in corso si chiama guerra santa ed è quella che fondamentalisti e terroristi hanno dichiarato all'Occidente. Se vinceranno loro, non scomparirà soltanto l'Europa, ma la civiltà». Sulla richiesta di dimissioni taglia corto anche Massimo D'Alema: «Il Senato è già sciolto, non mi pare la priorità».
Intanto, tra Pdci e Radicali va in scena un battibecco sulla querela sporta da Oliviero Diliberto contro Yasha Reibman, portavoce della comunità ebraica milanese, dopo le polemiche sulla manifestazione in favore della Palestina. «Mi auguro che la ritiri e chieda scusa alla comunità», dice Daniele Capezzone. Immediata la replica di Jacopo Venier, responsabile esteri dei Comunisti italiani: «Non accettiamo critiche da una forza che ha sostenuto le posizioni più oltranziste del governo Sharon».

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