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Varie
Apartheid?
Piccola riflessione di Barbara Mella
Lo spunto per questa piccola riflessione mi è venuto dalla domanda di un amico: ma come mai negli attentati sugli autobus i morti sono sempre tutti ebrei israeliani? Hanno forse autobus separati per gli arabi? E se è così, non sarebbe sufficiente controllare i documenti di chi sale per risparmiarsi queste orrende carneficine?

Già - è stata la prima cosa che mi sono chiesta: perché non lo fanno? Autobus separati per gli arabi, e controllo dei documenti per chi sale su quelli riservati agli ebrei; accesso vietato agli arabi all'università, nei locali, nei negozi, sempre con controllo dei documenti per chi vuole accedere. E subito dopo mi sono chiesta: come mai non me lo ero mai chiesta prima? Come mai non mi era venuto in mente che il problema, almeno in parte, si potrebbe risolvere separando drasticamente gli arabi dagli altri? Ma altrettanto rapida è giunta la risposta: non ci ho mai pensato perché, semplicemente, IN ISRAELE E' IMPENSABILE. Gli arabi subiscono più controlli degli ebrei, vengono guardati - e sempre più, se continuerà così, verranno guardati - con diffidenza e sospetto, ma l'idea di spazi separati non è concepibile, non in Israele. A nessuno, lì, è mai venuta l'idea di allontanare gli arabi dalle proprie istituzioni, dai propri servizi, dalla propria vita; a nessuno qui, è mai venuta l'idea che lo possano o lo debbano fare; nessuno si è neppure chiesto perché non lo facciano. Prima o poi, probabilmente, verrà costruito e ultimato il muro di separazione fra Israele e i territori, ma nessuno penserà mai a separare il milione e mezzo di arabi con cittadinanza israeliana. E LO CHIAMANO "STATO DI APARTHEID"!

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