Sono giorni ormai che i nostri giornali traboccano di notizie sulle precarie condizioni nelle quali vivono i palestinesi. E’bene precisare sotto amministrazione palestinese, per non confonderli con i palestinesi israeliani che vivono invece nello Stato ebraico, nel quale condividono con i concittadini ebrei status sociale, politico ed economico. Sono quelli governati dall’Autorità palestinese, finora guidata da al Fatah, il partito del presidente Abu Mazen, che però ha perso le elezioni, perchè la stragrande maggioranza ha passato le chiavi del potere ad Hamas, portandone in parlamento 74 deputati su 132. Quell’Hamas, giova ricordarlo, che non smette nemmeno un minuto di ricordare al mondo intero che non riconosce Israele, che tutta la terra è dell’Islam, in poche parole che Israele deve scomparire dalla faccia della terra. Non che questo programma sia originale, è comune a molti stati canaglia, in prima fila l’Iran di Ahmadinejad che non solo condivide, ma ci aggiunge anche un nutrito numero di testate atomiche in fase di costruzione. Questa premessa per dire che Hamas al governo se lo sono scelto i palestinesi, bocciando sonoramente il partito di Abu Mazen. Hanno detto si ai terroristi, pur immaginando quali sarebbero state le reazioni del mondo democratico, il quale, anche questo è bene ricordarlo, ha da tempo classificato Hamas fra i movimenti terroristi. Come reazione, l’America ha chiesto indietro all’ANP 50 milioni di dollari già stanziati, perchè non vuole che vadano a finanziare i nuovi governanti. Decisione simile è stata presa dal governo presieduto ad interim da Ehud Olmert. Ci mancava che Israele fornisse a chi vuole eliminarlo i soldi per farlo ! Eppure, una posizione così chiara e comprensibile, è stata interpretata da buona parte dei nostri analisti mediorientali come una posizione “dura”. Si, è stato proprio scritto “dura”, mettendo l’accento sull’intransigenza di Israele. Per cui se i palestinesi governati da Hamas sono arrivati a vivere con un budget di due dollari al giorno ( così almeno ci informano le statistiche), perchè non attribuirne la colpa ad Israele ? Oltre a tutto era da un po’ di tempo che le frecce contro lo Stato ebraico si erano spuntate, grazie alla politica lungimirante di Sharon, raccolta in pieno da Ehud Olmert con il nuovo partito Kadima. Bisognava trovare qualcosa di nuovo, anche per nascondere i veri responsabili delle condizioni nelle quali i sudditi di Arafat hanno sempre vissuto. Mentre il defunto rais accumulava miliardi nelle banche di tutto il mondo, i suoi facevano la fame. Colpa di Israele, tuonava, è colpa sua se non abbiamo uno Stato. Adesso, che con Abu Mazen Israele vedeva finalmente riconosciuto il suo diritto all’esistenza e alla sicurezza, è arrivato Hamas, che rimette tutto in discussione, dando nuovamente impulso a tutti i gruppi terroristi dell’area che stanno nuovamente preparando attentati. Chi semina vento raccoglie tempesta, è quello che hanno fatto i palestinesi votando in massa per Hamas. Se aspettavano un plauso da Israele si sono sbagliati.
Angelo Pezzana, da Libero del 22 febbraio 2006