IL MATTINO di mercoledì 22 febbraio 2006 pubblica in prima pagina un editoriale sulle scandalose affermazioni del sindaco di Marano che "potrebbe fare a meno di Israele. Ecco l'articolo, nel quale giustamente si chiedono le dimissioni di Mauro Bertini:
Una vita politica spericolata, la sua, con incursioni disinvolte e frettolosi ritorni nei ranghi. Ma stavolta Mauro Bertini, sindaco pdci di Marano, l’ha fatta grossa. Dopo il corteo romano della sinistra radicale, durante il quale sono state bruciate bandiere di Stati Uniti e Israele (con tanto di cori pro Nassiriya), ha commentato: «Quando stai in Palestina ti viene voglia di dare fuoco alla bandiera con la stella di David». Giù una valanga di critiche, ed ecco la retromarcia. «Non sono d’accordo con chi brucia le bandiere, ma Israele è un pugno nello stomaco dell’umanità. Ne farei a meno». Una rettifica assurda. Dalla quale ha preso subito le distanze il leader del partito, Diliberto. Mesi fa Bertini ne combinò un’altra, cancellando una via dedicata ai soldati italiani morti in Iraq perché «non esistono martiri a pagamento». Seguì la solita inversione. Adesso, però, c’è poco da fare. Bertini si dimetta. Rimasto solo con le sue acrobazie, è rovinosamente caduto. E senza uno straccio di rete a proteggerlo.
A pagina 3, la cronaca di Raffaele Indolfi:
«Lo Stato d’Israele? Un pugno nello stomaco dell’umanità». È l’ultima, clamorosa, uscita di Mauro Bertini sindaco del Pdci di Marano che proprio non riesce a stare lontano dalle polemiche. Dopo quella rovente su Nassiriya, quando definì mercenari i militari italiani caduti e rifiutò di dedicare loro una strada intestandola ad Arafat, si è infilato in un nuovo e altrettanto incandescente caso. E proprio nel giorno in cui tentava, maldestramente, di tirarsi fuori dalle critiche, dopo aver sostenuto di capire chi brucia le bandiere israeliane. «Può venire voglia di dare fuoco ai simboli israeliani», aveva detto al «Corriere della Sera». Per poi precisare: «Quando ho parlato della voglia di bruciare le bandiere ho specificato che, dopo l'esperienza vissuta in Palestina, comprendo lo stato d'animo di chi lo compie, ma lo considero in ogni caso un gesto stupido, anche perchè bisogna fare cose più concrete per aiutare il popolo palestinese». Bertini riteneva così di ammorbidire la sua posizione e di arginare la valanga di polemiche che l’aveva travolto, ma intervistato da Radio 24 è arrivato addirittura a sostenere che «lo Stato d'Israele è un pesante pugno nello stomaco dell’umanità». E ha aggiunto che dell’esistenza dello Stato d’Israele farebbe a meno «con tanto piacere». Lui, Bertini, era presente a Roma alla manifestazione nel corso della quale sono state bruciate le bandiere e scandito lo slogan 10, 100, 1000 Nassirya. Ma non ha visto, dice, chi bruciava le bandiere «gesto che - sostiene - non condivido come gli slogan relativi alle vittime di Nassiriya». Una precisazione che non lo salva dalla valanga di critiche che gli rovina addosso sia dal centrodestra che dal centrosinistra, accompagnata da un coro unanime: deve dimettersi. «Questo sindaco si deve dimettere, si è dimesso Calderoli, si dimetta questo sindaco di Marano», tuona il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini. E aggiunge: «Le affermazioni del sindaco di Marano che giustificano gli slogan contro i nostri caduti a Nassiriya nella manifestazione di sabato a Roma e che definiscono lo Stato di Israele ”un pesante pugno allo stomaco dell'umanità”, sono vergognose». Casini chiede scusa allo Stato d’Israele. Dimissioni chiede anche il segretario dei Ds, Piero Fassino. «Penso che quelle parole su Israele siano sbagliate e assolutamente inaccettabili. Penso che chi formula quelle espressioni non ci rappresenta e dovrebbe avere dunque la dignità di dimettersi. Sono considerato il sionista della sinistra e reputo gravi tutte le affermazioni che negano il diritto di esistere di Israele». Anche Oliviero Diliberto, il segretario nazionale del Pcdi, il partito del sindaco di Marano, isola Bertini. «Non condivido - dice - nella maniera più assoluta le sue dichiarazioni in merito allo stato di Israele. La posizione del Pdci è chiara. Israele ha il sacrosanto diritto ad esistere». Lo sollecitano a lasciare l’incarico il ministro Mario Landolfi e Maurizio Gasparri di An, il vicepresidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, il vice capogruppo dei senatori di Forza Italia, il presidente dell'Associazione Italia-Israele di Roma Paolo Barelli, e Amos Luzzatto, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane. Condanna anche dal leader dell’Unione, Romano Prodi. «Stigmatizziamo e condanniamo - dice - atti di violenza come l'aver bruciato bandiere israeliane». E Bertini? Dice che non si dimetterà, ma chiede «sinceramente» scusa «agli amici delle Comunità ebraiche che si sentono - afferma - offesi a causa di una non giusta interpretazione delle mie parole». Conclude: «Non capisco tutte queste polemiche». È uno che non si piega alle logiche elettorali come Marco Ferrando di Rifondazione che parlando ad Eboli ha detto: «Ne vedrete delle belle»
Dimenticano, al MATTINO, la disinformazione che da anni praticano sul conflitto medio-orientale, la demonizzazione continua di Israele; dimenticano la loro campagna di legittimazione di un'organizzazione terroristica e antisemita come Hamas. Bertini ha detto: “Quando stai in Palestina ti viene voglia di dare fuoco alla bandiera con la stella di David”. A noi viene da commentare: quando leggi Il MATTINO, solo Il MATTINO, penserai male, tanto male di Israele.
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