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Il Mattino Rassegna Stampa
20.02.2006 Hamas é terrorista, la capitale di Israele é Gerusalemme
sono fatti, non percezioni soggettive, ma il quotidiano napoletano ignora la differenza

Testata: Il Mattino
Data: 20 febbraio 2006
Pagina: 4
Autore: Francesco Cerri
Titolo: «Sanzioni di Israele: "l'Anp é terrorista"»

Il MATTINO di lunedì 20 febbraio 2006 pubblica un articolo di Francesco Cerri sulle sanzioni economiche all'anp di Hamas decise da Israele.Leggendo l’apertura del pezzo sembra che Hamas non sia oggettivamente un gruppo terrorista, ma soltanto per Israele. Del resto Il Mattino persevera nel rifiuto di definire Hamas per quello che è, un’organizzazione terroristica, come sancito anche dall’UE. Inoltre continua a negare a Israele il diritto di scegliersi la capitale, che è Gerusalemme e non Tel Aviv.Ecco il testo:

Gerusalemme. All'indomani della seduta costitutiva del nuovo parlamento palestinese targato Hamas, che lo Stato ebraico considera un movimento terroristico, Israele ha adottato ieri come previsto le prime sanzioni economiche contro l'Anp, mentre il movimento fondamentalista ha formalmente indicato Ismail Haniyeh quale premier designato. «L'Anp si trasforma di fatto in una autorità terroristica: Israele non lo accetterà», ha detto aprendo i lavori del consiglio dei ministri ieri mattina il premier israeliano a interim Ehud Olmert. «Noi non vogliamo infierire sui cittadini palestinesi - ha affermato - ma non manterremo alcun contatto con l'Anp guidata da Hamas». Le prime misure punitive decise dal governo Olmert sono però più moderate del previsto. Prevedono soprattutto il congelamento dal primo marzo delle restituzioni all'Anp (circa 50 milioni di dollari al mese) dei dazi doganali prelevati da Israele sui prodotti destinati ai Territori. È un duro colpo per le casse dell'amministrazione palestinese, che dipendono per il 30% circa da queste restituzioni. Israele ha anche confermato ieri le limitazioni agli spostamenti dei dirigenti di Hamas fra Cisgiordania e Gaza, deciso il rafforzamento dei controlli ai posti di blocco e ai valichi con i Territori e di opporsi alle vendite di armi ai servizi di sicurezza palestinesi. Un appello sarà inoltre lanciato alla comunità internazionale perchè fermi gli aiuti all'Anp. Olmert non ha però deciso per ora il ricorso a misure più pesanti ancora proposte nei giorni scorsi dai vertici della difesa, come lo stop all'ingresso delle migliaia di manovali palestinesi che lavorano ogni giorno in Israele. Il premier ha però precisato che altre misure potranno essere adottate dopo un attento esame delle conseguenze. «Non vogliamo provocare una crisi umanitaria, noi non lottiamo contro civili, ma contro un potere terrorista», ha affermato. Altre misure potrebbero essere decise mano a mano che si farà più vicina l'effettiva formazione del primo governo Hamas. Intanto, Ismail Haniyeh è stato formalmente indicato ieri, come previsto, premier designato da Hamas. «Sono stato scelto per formare il prossimo governo» ha detto lui stesso ai cronisti. In serata sono previsti a Gaza City i primi colloqui del presidente Abu Mazen con i dirigenti di Hamas e con Haniyeh sulla formazione del nuovo esecutivo, che i leader islamici prevedono possa essere pronto nella prima metà di marzo. Hamas ha criticato le sanzioni decise da Olmert. Secondo Haniyeh «cercano di piegare il popolo palestinese e di privarlo delle sue scelte democratiche». «Chiederemo aiuti arabi e islamici per la nostra gente», ha detto il portavoce Sami Abu Zuhri, precisando che le limitazioni agli spostamenti dei futuri ministri di Hamas fra Gaza e Ramallah sarà superata grazie «alla tecnologia delle telecomunicazioni». In Israele, frattanto, il margine di manovra del premier nella crisi con l'Anp è ulteriormente ridotto dall'imminenza delle politiche anticipate del 28 marzo. Olmert è incalzato dal leader del Likud Benyamin Netanyahu, che lo accusa di «debolezza» nei confronti di Hamas, e cerca di recuperare parte dell'elettorato di destra ora pronto a votare Kadima. «Abbiamo a che fare con un governo confuso, senza guida e senza esperienza - ha tuonato ieri Netanyahu - Israele ha bisogno di un esecutivo che dia prova di fermezza davanti a un Hamas vicino all' Iran». Di senso opposto le critiche da sinistra. «Il governo - ha detto il leader di Meretz Yossi Beilin - è inutilmente salito su un albero alto senza nemmeno preparare una scala per scendere: è stata una decisione presa con leggerezza da cui traspira un forte odore di elezioni». Anche il laburista Amir Peretz ha criticato le «punizioni collettive che portano alla radicalizzazione delle organizzazioni terroristiche».

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