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Una lettera inviata a Famiglia Cristiana su di un articolo sconcertante di Enzo Bianchi
Venerdì 17 febbraio 2006

L'articolo di Enzo Bianchi lascia esterrefatti.
Di solito non sono i paesi cristiani a negare alle altre religioni i
loro diritti, semmai esattamente il contrario. E spiace dirlo ma i paesi
mussulmani sono proprio i paesi dove il diritto a seguire la propria
religione è più conculcato (ricordate quel vescovo che arrivò a
suicidarsi in tribunale, in Pakistan, per protestare contro le
persecuzioni anticristiane???).
Noi cristiani ci mettiamo anche troppo nei panni degli altri, arrivando
a criticabilissimi cedimenti (rinuncia ai presepi o ai canti di natale,
a volte anche al crocifisso) per la stupida idea di non ferire i
delicati sentimenti proprio dei mussulmani (nè ebrei, da voi senpre
tanto criticati, né protestanti, che ugualmente aborrono le immagini
sacre, o buddhisti hanno mai chiesto di buttare il crocifisso dalla
finestra, nè lo hanno mai fatto-qualche mussulmano si).
Come non si può continuare a ignorare che la gamma di cose che ferisce
un fedele mussulmano è così ampia che persino io, che pure non vado in
giro in minigonna e ombelico di fuori, costituisco un'offesa al loro
senso religioso perché non celo a sufficienza la mia femminilità.
Persino una foto di Toscani con due bambini che facevano la lingua, in
molti paesi islamici è stata censurata perché 'oscena'. Mi sfugge
completamente, poi, in cosa avessero offeso i mussulmani le centinaia di
migliaia di cristiani scannati ogni anno nei loro paesi.
Se dovessimo seguire coerentemente  i moniti di Enzo Bianchi  dovremmo
scalpellare via l'affresco dal duomo di Bologna perché mostra Maometto
all'Inferno, bruciare anche qualche terzina della Divina Commedia,
distruggere tutte le statue di S.Giacomo Matamoro, e perché no?
censurare dai libri di Storia  Isabella di Castiglia (che ultimò la
Reconquista), la battaglia di Lepanto (mi è stata rinfacciata da due
custodi mussulmani in Turchia che promettevano vendetta), e Giovanni
Sobieski e carlo Martello. Le offese 'passate' , infatti, non li
offendono meno di quelle presenti. Rifacciamo la storia?
Se l'Islam è indietro di secoli rispetto alle nostre conquiste civili
(uguaglianza dei diritti tra uomo e donna, tolleranza religiosa VERA,
senso critico anche verso le proprie convinzioni personali più intime,
confronto democratico,ecc...)  rinunciare a queste ultime non aiuta né
noi né loro. Rimettere indietro le lancette del nostro orologio è
semplicemente folle e suicida. Anche perché,se dovessimo farlo,
torneremmo anche noi ai roghi e alle guerre di religione. Aver  imparato
a ridere di noi stessi mi sembra un gran bel passo avanti, e non accetto
prediche da chi vieta i riti cattolici nei propri paesi, perseguita i
cristiani, e (colmo dell'ironia) invoca il dialogo e la comprensione
(sempre a senso unico!!!) in inglese,e in arabo incita allo sterminio
degli infedeli.
Di questa sconcertante doppiezza io ne sono stata testimone diretta, ad
una conferenza, quando ho osato chiedere a un cosiddetto 'maestro sufi'
invitato a tutte le conferenze in cui si parla dell'Islam, perché i
mussulmani sembrano così poco interessati a conoscere le religioni
altrui, mentre i cristiani affollano le conferenze sull'Islam. Apriti
Cielo! La violenza verbale con cui reagì  fu tale da lasciare
sconcertati tutti. Mi dette dell'ignorante, ribadì sciorinando una serie
di formule liturgiche in latino, non mi fece replicare, in compenso non
rispose minimamente alla mia domanda. Bell'esempiodi islam illuminato e
'mistico'. E d'altronde, vogliamo prendere atto o no che, anche in base
ai testi canonici islamici, il primo a non accettare dissenzienti fu
proprio Mohamad, che ricorse alla spada contro chi lo ostacolava o lo
criticava soltanto?
lettera firmata

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