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La Repubblica Rassegna Stampa
17.02.2006 Le amicizie pericolose di Diliberto
e un'intervista troppo innocua

Testata: La Repubblica
Data: 17 febbraio 2006
Pagina: 11
Autore: Umberto Rosso
Titolo: «In piazza per la Palestina fuori linea é chi non viene»

Umberto Rosso intervista su La REPUBBLICA di venerdì 17 febbraio 2006 il segretario dei Comunisti italiani Oliviero Diliberto.  Tra le varie dichiarazioni del leader politico si segnala questa sul terrorismo:  "Condanna netta, il terrorismo non aiuta la causa palestinese, al contrario" (ed'è questo l'unico motivo per condannarlo?) "Ma perché un ragazzo si imbottisce di esplosivo, decide di saltare in aria e di uccidere tanti ragazzi come lui? La condanna da sola non basta, non rimuovendo le cause non si sconfigge il terrorismo". Giusto, a patto che si sia disposti a  vedere le vere cause del terrorismo: l'indottrinamento ideologico e religioso, la cultura dell'odio e della violenza, il totalitarismo di organizzazioni che promuovono il culto della morte. A questo proposito sarebbe stata opportuna, da parte del giornalista, una domanda sui rapporti tra il partito di Diliberto e un'organizzazione come Hezbollah. 
Ecco il testo:
 
 

ROMA - «Noi che dividiamo l´Unione? Macché. Siamo i più unitari, domani scendiamo in piazza per la pace in Palestina in piena sintonia con il programma del centrosinistra. Semmai, mi sorprende il contrario. Ma perché i partiti della sinistra si tirano indietro?».
La Quercia e anche Rifondazione obiettano: il corteo non è convocato sulla linea "due popoli due Stati".
«E sbagliano».
Il titolo della manifestazione però è "Per la Palestina e la resistenza irachena», niente Israele.
«Per forza: lo Stato di Israele c´è già, e nessuno si sogna di metterlo in discussione. E´ lo Stato palestinese che bisogna costruire. Nel titolo non c´è ma la piattaforma della manifestazione ruota sull´obiettivo "due popoli due Stati". E´ chiarissima».
A Bertinotti non sembra, tanto che non ci sarà.
«Mi dispiace, ma credo che Rifondazione abbia ritirato l´adesione solo per i problemi di questi giorni».
Il caso Ferrando.
«Dopo le polemiche, il Prc ha deciso di non esporsi sul fronte della Palestina. Ma saranno presenti tanti militanti di Rifondazione».
Compreso Marco Ferrando.
«Io non condivido affatto quel suo giudizio su uno Stato di Israele "artificiale". Ciò detto, non l´ho candidato io e non ho cancellato io la sua candidatura. Insomma, non si può certo chiedere a me conto di Ferrando».
La piattaforma sarebbe anche poco chiara sul terrorismo.
«Scherziamo? Condanna netta, il terrorismo non aiuta la causa palestinese, al contrario. Ma perché un ragazzo si imbottisce di esplosivo, decide di saltare in aria e di uccidere tanti ragazzi come lui? La condanna da sola non basta, non rimuovendo le cause non si sconfigge il terrorismo».
Niente a che vedere con la "giustificazione" di Nassiriya?
«Nessuna giustificazione, ma cercare di capire le ragioni della disperazione di questi ragazzi».
E se qualcuno in piazza se ne esce ancora con l´orribile "10, 100, 1000 Nassiriya"?
«Se c´è qualche imbecille in piazza non è colpa mia. Lo isoleremo politicamente. Ma perfino la Costituzione non vieta di essere imbecilli...».
Non vi ponete il problema di coinvolgere tutta l´Unione in eventuali polemiche?
«Mi faccio carico pro-quota del programma del centrosinistra, che ho sottoscritto. Lì si parla della pace in Palestina e del ritiro immediato dall´Iraq. I comunisti italiani perciò sono in linea e sempre unitari. Non siamo noi quelli che sbattono la porta: prego rivolgersi alla Rosa nel Pugno».
Francesco Rutelli dice: Berlusconi forse ha un solo merito, aver rafforzato l´amicizia con Israele.
«Un errore molto serio. Perché Berlusconi non ha cementato l´amicizia con lo Stato di Israele ma ha cancellato l´Italia dal mondo arabo. Perfino Andreotti, e non un pericoloso bolscevico, parlava di equidistanza da israeliani e palestinesi. Era la tradizionale linea di politica estera di Dc e dei socialisti. Berlusconi l´ha stravolta. Con Fini che gli va dietro, ma lui è erede del partito fascista e cerca di far dimenticare le leggi razziali di Mussolini».
Si parla di sondaggi più favorevoli a Berlusconi, proprio per reazione alle provocazioni di Ferrando e della sinistra radicale.
«E´ da ridere. Gli italiani non cambiano idea per questo. E l´idea poi non l´hanno cambiata: il centrosinistra è saldamente in testa. I sondaggi di Berlusconi sono come le sue promesse: zero».

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