HAMAS
Offerta ad Al Fatah
Il capolista di Hamas Ismail Haniyeh ha annunciato che il gruppo radicale
Islamico, vincitore delle elezioni legislative palestinesi, ha deciso di
Proporre al partito Al Fatah del presidente palestinese Abu Mazen di entrare
Nel futuro governo. Alcuni dirigenti di Al Fatah si sono detti contrari a un
Governo di unità nazionale, ma il partito non ha ancora ufficialmente
Escluso la coabitazione [7].
Ancora una volta la redazione di Internazionale evita di definire con il giusto termine Hamas, ovvero un movimento terrorista.
Ci siamo abituati purtroppo alle acrobazie lessicali dei De Mauro's boys pur di non gettare ombre e scredito verso la parte loro amata, quella palestinese, araba e antioccidentale in genere.
ANP
Funzionari corrotti
Il procuratore generale palestinese Ahmed al Meghani ha rivelato che circa
700 milioni di dollari sono spariti dalle casse dell'Autorità Nazionale
Palestinese (Anp). Meghani ha precisato che 25 funzionari pubblici sono
Stati arrestati, mentre altri dieci sono fuggiti all'estero. Nel frattempo,
Il governo israeliano ha sbloccato I fondi che doveva all'Anp circa 45
Milioni di dollari per I diritti doganali. La consegna era stata sospesa
Dopo la vittoria elettorale di Hamas [5].
Al di là di qualche riga ogni tanto, Internazionale non ha mai pubblicato inchieste che indagavano a fondo sul fenomeno dilagante della corruzione nella società palestinese; una corruzione responsabile, insieme alla politica della violenza e dei kamikaze, delle sofferenze del popolo palestinese.
Per chi legge unicamente il settimanale diretto da Giovanni De Mauro, senza avere altre fonti, l'Anp è solo sfiorata da fenomeni corruttivi estranei al nucleo della società.
VIGNETTE
Fuga da Hebron
Sessanta osservatori europei della Presenza internazionale temporanea a
Hebron (Tiph) di nazionalità norvegese, svedese, italiana, svizzera e
Turca hanno lasciato la città dopo che centinaia di dimostranti hanno
Preso di mira la loro sede per protestare contro la pubblicazione delle
Vignette sul profeta Maometto. Undici osservatori danesi avevano già
Lasciato Hebron la settimana scorsa [8].
Nel putiferio scoppiato a seguito della pubblicazione delle vignette, si nota come le parole democrazia, tolleranza, rispetto per le opinioni degli altri, siano ancora sconosciute in gran parte del mondo islamico.
CRONACA
Raffica di omicidi mirati
Undici palestinesi, membri della Jihad islamica o delle Brigate dei martiri
Di al Aqsa, sono stati uccisi in raid mirati dell'esercito israeliano nella
Striscia di Gaza e a Nablus, in Cisgiordania [8]. Un giovane palestinese ha
Ucciso un'israeliana e ha accoltellato altre cinque persone a Petah Tikva, a
Nordest di Tel Aviv [5].
Ci dispiace per la redazione di Internazionale, ma non si tratta si "omicidi mirati" , ma di operazioni anti-terrorismo mirate ad evitare lo spargimento futuro di sangue ebraico nelle città israeliane, ad opera di quegli stessi criminali ora fortunatamente eliminati.
Poco risalto inoltre è stato dato all'attentato di Tel Aviv che avrebbe potuto causare una strage.
ISRAELE
I confini secondo Olmert
I l 7 febbraio il primo ministro ad interim israeliano Ehud Olmert ha
Parlato dei futuri confini di Israele in un'intervista al secondo canale
Della tv nazionale. Olmert ha auspicato la separazione con I Territori
Palestinesi fissando unilateralmente le frontiere definitive dello stato.
Senza entrare nei dettagli, il premier ha fatto sapere che Israele annetterà
La valle del Giordano, Gerusalemme Est e I principali blocchi colonici in
Cisgiordania tra cui Maale Adumim, Ariel e Gush Etzion. Il premier ha però
Aggiunto che proseguirà il ritiro dagli insediamenti minori in Cisgiordania.
La redazione di Internazionale, quando si tratta di Israele, è sempre pronta a creare un caso dal nulla.
Una semplice intervista al primo ministro ad interim, assume per il fazioso Internazionale, i connotati di una decisione ufficiale della Knesset.
A pag. 19 è pubblicato un articolo firmato da Irshad Manji, giornalista canadese nata in Uganda, musulmana, rara voce fuori dal coro che prende le distanze da quanti hanno accusato l'occidente per le vignette, rimarcando la totale mancanza di democrazia e tolleranza del mondo islamico.
Da pag.22 sono pubblicati diversi pezzi a commento del caos scatenato dalle masse arabe, usando come pretesto la pubblicazione di alcune vignette satiriche su un quotidiano danese.
Sono pubblicati articoli dello spagnolo Paìs, dell'Orient le Jour (Siria), del libanese The Daily Star, dell'israeliano Ha'aretz, dell'arabo Al Watan, del turco Bugun, del francese Le Monde.
La sostanza di questi articoli, chirurgicamente selezionati da Internazionale, è che la colpa per tutto quello che è accaduto è nostra, della libera, democratica e tollerante Europa, che si è permessa di partorire una delle tante libertà così odiate dall'Islam, ovvero la libertà di stampa.
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