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Libero Rassegna Stampa
15.02.2006 "Una minaccia alla libertà di tutti"
la denuncia dell'Ucoii per la pubblicazione delle vignette danesi commentata da Renato Farina

Testata: Libero
Data: 15 febbraio 2006
Pagina: 1
Autore: Renato Farina
Titolo: «L'Islam denuncia Libero»

LIBERO di mercoledì 15 febbraio pubblica un articolo di Renato Farina sulla denuncia dell'Ucoii a quattro quotidiani italiani e a due canali televisivi per la pubblicazione delle vignette danesi. Ecco il testo:

Dopo Mitrokhin, ci mancavano i musulmani. C'è una logica, una specie di coordinamento nefasto. Appena si toccano dossier sovietici e barbe profetiche piovono guai e richieste di manette. Sul caso della "iniqua condanna" (scusate il riferimento solenne e tragico al passato che fu: restiamo capaci di ironia), insomma sui 18 mesi di carcere inflitti a Feltri per un nome neanche scritto da lui, forniamo a parte notizie e commenti. Qui trattiamo la nuova richiesta di galera. La scusa per sbattere dentro il direttore è la pubblicazione delle vignette (poco) sataniche, direi (quasi) angeliche, ma ritenute blasfeme per il comodo di spremerne risarcimenti e carcere. Soprattutto però la mossa dei musulmani organizzati è da considerare una vera e propria azione di guerra, un tentativo di occupazione morale e giuridica del "territorio cristiano". Insomma è parte della Jihad intrapresa dall'Islam fondamentalista contro l'Occidente. Si cerca di sottometterlo, di piegarlo ad una specie di sharia non dichiarata. La volontà è di costringere l'Europa e i suoi leader politici a quello che in inglese si chiama "appeasement", ma tecnicamente equivale a "calar le brache", ma anche di più. Corrisponde alla politica di Chamberlain, accomodante e benevola verso la Germania nazista tra il '37 e il '39. Le vignette in realtà sono una scusa patetica per condurre un lavoro di presa di possesso della nostra mentalità e piazzarci la loro mezzaluna. Il tutto condendolo con una falsa idea di che cosa sia sensibilità religiosa, pretendendo che noi si accetti a scatola chiusa e con devozione sacrale quello che gira ai loro imam di comandarci. Siamo diversi, cari musulmani, accettatelo. Invece no. Usano il nostro codice ad uso islamico. Succede questo. L'Ucoii (Unione delle comunità islamiche italiane) ha deciso di raccogliere denaro tra i propri fedeli per procedere legalmente contro chi ha pubblicato le immagini satiriche. I bestemmiatori degni della prigione sarebbero i direttori di Libero, Corriere della Sera, Stampa e Padania. Nel mirino di questi piissimi signori delle moschee e delle macellerie finiscono anche due programmi televisivi: "Controcorrente" di Sky Tg 24, condotta da Corrado Formigli, "Otto e mezzo" de La7 (Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni).

DUPLICE ATTACCO
I querelanti agiranno a due livelli. Sul piano civile. Lì si punta alla grana, che in fondo è un valore davvero universale e ai figli di Maometto non fa affatto schifo anche se ha il conio occidentale. Chi si è sentito offeso dalla pubblicazione, fedele di Allah o no, può iscriversi ad un apposito registro, forniscono anche un numero verde (800115711). Avrebbero subito un danno biologico, ahi che dolor. L'intenzione è di simulare un popolo di gente umiliata la quale chieda milioni di euro di risarcimento, da devolvere poi in beneficenza: ad organizzazioni islamiche o all'Unicef. Mammamia come sono abili. È davvero ammirevole come l'Ucoii cerchi di accreditarsi come componente sensata e gentile dell'islamismo («ci appelliamo alla legge, è un nostro diritto»), politicamente correttissima. In modo furbissimo si eleggono così a rappresentanza unica di tutti gli islamici d'Italia, i quali in grandissima parte (il 90, 95 per cento) non frequentano le moschee dell'Ucoii, e forse hanno altro cui pensare. Con molto garbo, comunque, l'Ucoii mira alla cella e al bugliolo per i giornalisti colpevoli di intendere la libertà in modo occidentale. Solo una mentalità totalmente estranea alla nostra tradizione può ritenere blasfeme le vignette danesi. Sarebbe come dire che è vietato il sorriso sulle cose religiose. Che non si può criticare un'espressione religiosa solo perché religiosa. Per costruire con leggi occidentali una corazza di intangibilità, gli islamici pretendono di far valere da noi il precetto talebano che è vietato, vietatissimo disegnare il volto del Profeta Maometto. Un'invenzione che non ha fondamento nel Corano, ma conviene alla causa dei capoccia. L'Ucoii applica con un linguaggio pulitino il dogma del mullah Omar alla legge Mancino che punisce "discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi". La pena prevista è di un anno e mezzo di carcere, i soliti 18 mesi, caro Vittorio, un numero fisso da giocare sulla ruota della Mecca. Lo stesso tipo di accusa formulata contro Oriana Fallaci da Adel Smith e per cui è atteso il processo a Bergamo.

PROTESTA ARTIFICIALE
A chi scrive preme chiarire un punto. Ho ricevuto alcune lettere dove mi si invita a non avallare la pubblicazione di quelle vignette, a chiamarmi fuori, perché «lei è credente» eccetera, poi uccidono preti, eccetera. Vorrei dire: ragazzi, non facciamoci prendere in giro. Qui non c'entra nulla, ma proprio nulla, la bestemmia contro Dio. Basta guardare l'incredibile storia di questa protesta telecomandata. L'imam danese ha costruito un dossier con le vignette da noi poi pubblicate, ma ne ha aggiunte altre diciotto, inventate, false, buone solo per costruire un casus belli. Tipico esempio di disinformazione per impossessarsi della rabbia del popolo e costringere l'avversario a sentirsi in colpa. C'è un'immagine pazzesca mostrata ai capi di governo arabi e poi fatta trapelare ad arte nelle moschee. È la fotografia di un uomo con grugno di maiale, le orecchie di porco. Nel dossier si riferisce che questa è una raffigurazione blasfema di Allah. Questa vignetta non è mai esistita. Si tratta di una fotografia realizzata ad un raduno di agricoltori francesi (agosto 2005). C'era una gara tra contadini a chi imitasse meglio il verso di un animale. E l'imitatore del suino si è abbigliato da porcello. La foto era inequivocabile, con tanto di articolo di corredo della France presse. Ma gli imam hanno trasformato l'allegra trovata in bestemmia. A freddo. Si sono fatti loro stessi bestemmiatori per aizzare il popolo islamico bue (sia detto senza intenzione blasfema). A questo arrivano i padroni delle moschee. E ci piacerebbe che l'Ucoii, se ha a cuore il Corano, denunciasse i correligionari. Oppure per la causa di Maometto si può persino bestemmiare Allah? Se la prendono con queste vignette per colpirci nel diritto di libertà più elementare. Non si fermeranno ai giornali, vogliono prendere possesso della collinetta della satira come avamposto per poi scendere a valle. Tra un po' anche mangiare il maiale sarà offensivo, forse anche produrre vino e bere grappa sarà un delitto e offenderà la religiosità degli islamici (in Iraq hanno linciato un cattolico titolare di un'enoteca). Cedere al ricatto in nome del comune sentimento religioso è un'offesa all'intelligenza oltre che ai veri sentimenti religiosi.

MA QUALE BESTEMMIA
Prendiamo le due vignette danesi più famose. Ce n'è una dove Maometto manda via un kamikaze dal paradiso dicendo: sono finite le vergini. Mica male. Dov'è la bestemmia? È una timida presa in giro dell'infamia dei finti martiri assassini, i quali uccidono per un bottino del quale sarà pur lecito dubitare. O no? L'altra vignetta disegna una bomba al posto del turbante di Maometto. Anche lì: è stato o non è stato Bin Laden ad associare stragi ed esplosivo agli ordini veri o presunti del Profeta? La vignetta denuncia questa commistione contro cui i musulmani dovrebbero sollevarsi e invece niente. E dovremmo dire, credenti e non credenti, che quel vignettista ha torto ed è blasfemo? Meno male che qualcuno dice la verità, piuttosto. Una piccola osservazione finale. Hamza Piccardo, il capo dell'Ucoii, ha un passato da estremista di sinistra e si candida ora con i comunisti di Diliberto. Dov'è la coerenza? Ci sbagliamo o sono stati centinaia di migliaia i musulmani spediti in gulag dal comunismo russo? Non sono stati gli amici di Cossutta ad applaudire l'invasione sovietica dell'Afganistan e la strage dei combattenti di Allah, i quali allora stavano sulle scatole ai comunisti? Il comunismo non è forse ateo? Ma forse conta la cadrega, e poi - dimenticavamo - c'è stata una fatwa che autorizza l'alleanza dei musulmani con "i socialisti". E di chi è la fatwa? Ma sì, di Bin Laden. Dunque non è una bestemmia, si può fare. Con gentilezza, moderazione. Bravi. Noi - come diceva Borrelli - resisteremo. O almeno ci proviamo.

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