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La Stampa Rassegna Stampa
12.02.2006 Arik Sharon sempre più grave
la cronaca di Aldo Baquis

Testata: La Stampa
Data: 12 febbraio 2006
Pagina: 11
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Ore di paura per Sharon»

Ore di paura in Israele per le condizioni gravissime del Premier. Sulla STAMPA di oggi 12.2.2006 la cronaca di Aldo Baquis.

Ecco l'articolo:

Un’operazione all’intestino condotta in condizioni drammatiche nell'ospedale Hadassah Ein Karem di Gerusalemme è riuscita a stabilizzare in extremis le condizioni del primo ministro israeliano Ariel Sharon, 78 anni, che nella mattinata di ieri era considerato dai dottori in pericolo immediato di morte. In serata i medici hanno precisato che il premier resta ancora in coma e in condizioni critiche. Ma il pericolo per la sua vita è stato allontanato.
In una giornata di riposo sabbatico, sfruttata da molti per escursioni grazie anche alla temperatura primaverile, gli israeliani hanno avuto sentore del dramma che si svolgeva nell'ospedale Hadassah solo nella mattinata avanzata quando le stazioni radio e televisive hanno bruscamente interrotto i programmi per lanciare i primi, allarmanti, bollettini medici. Si riferiva di una operazione intestinale già in corso e di opinioni di medici dell'ospedale secondo cui ben difficilmente Sharon sarebbe sopravvissuto al nuovo prolungato intervento: il settimo, da quando il 4 gennaio ha subito una grave emorragia cerebrale.
L’angoscia per i familiari del premier era iniziata fin dalla sera di venerdì quando i medici avevano notato un rigonfiamento nella zona del ventre. Nella nottata quel rigonfiamento ha assunto dimensioni più marcate e alle tre di mattina di sabato è stato deciso di sottoporre Sharon a una Tac. Da questo esame è emerso che il sangue non arrivava più all'intestino e che si stava creando uno stato di cancrena.
Non c'era dunque altro tempo da perdere. Sentito il parere dei figli Ghilad ed Omri e quello dei medici curanti di Sharon, il premier è stato portato in sala operatoria dove due chirurghi (i professori Avi Rivkind e Allon Pikarski) si sono resi conto che il problema principale si era sviluppato sul lato destro dell'intestino crasso, dove in effetti c'erano tracce di cancrena. Hanno asportato allora 50 centimetri di intestino, quasi un terzo della sua lunghezza complessiva.
«Si tratta di un’operazione non particolarmente complessa», ha detto in serata il direttore dell'ospedale Hadassah Ein Karem, professor Shlomo Mor-Yossef. «Ne facciamo diverse al giorno del genere. Nel caso di Sharon, non ci sono state comunque complicazioni». L'intervento è durato circa quattro ore: al termine il premier è stato portato in sala di rianimazione.
In quelle ore di tensione, sono giunti all'ospedale diversi collaboratori del premier. Il premier ad interim Ehud Olmert seguiva gli sviluppi dalla propria abitazione: ha deciso di non raggiungere l'ospedale in quanto la famiglia Sharon non gradisce la presenza sul posto di alcun esponente politico, con l'unica deroga per il capo dello Stato Moshe Katzav.
Sulle speranze che la forte fibra fisica di Sharon resista alla emorragia cerebrale, ai ripetuti interventi chirurgici e adesso anche all’asportazione di una porzione dell'intestino il dottor Mor Yossef non ha voluto azzardare previsioni. Giorni fa Sharon era stato sottoposto a una tac cerebrale che non aveva segnalato cambiamenti nel quadro clinico. Il primo febbraio scorso aveva inoltre subito una gastrotomia per l'applicazione di un sondino alimentare allo stomaco, indizio che lasciava intuire che lo staff di specialisti che lo ha in cura ragionasse in termini di una terapia sul lungo periodo.
Il quotidiano Haaretz una settimana fa aveva scritto che Sharon è ormai in stato vegetativo. Mor Yossef ha osservato che in buona misura il funzionamento del cervello «resta ancora un mistero, anche per noi medici». Un risveglio di quello che fino a un mese fa era l'uomo più potente del Medio Oriente non può essere totalmente escluso: ma avrebbe del portentoso. Tenendo i piedi saldi per terra, Mor Yossef ha preferito far notare che le probabilità calano di giorno in giorno.
Sharon ha sofferto di una «significativa» emorragia cerebrale all'inizio di gennaio, proprio il giorno prima di essere ricoverato all'Hadassah per un intervento che doveva correggere un suo lieve difetto cardiaco, ritenuto all'origine di un ictus che lo aveva colpito due settimane prima. L'equipe internazionale di specialisti responsabile della sua terapia è stata bersaglio di pesanti critiche per avergli somministrato dosi massicce di anticoagulanti dopo il primo ictus, che avrebbero - secondo la stampa israeliana - favorito la comparsa della successiva emorragia cerebrale.
Nel frattempo Olmert è sempre più saldo alla guida di Israele. La sua lista centrista Kadima è data dai sondaggi per sicura vincitrice delle elezioni politiche del 28 marzo con almeno 40 dei 120 seggi del parlamento. I rivali diretti di Olmert - Benyamin Netanyahu (Likud) e Amir Peretz (laburista) - non sembrano aver ancora escogitato la formula giusta per catturare le simpatie dell'elettorato. Al primo vengono assegnati per ora solo 15-16 seggi, al secondo 21. E la forte simpatia umana che gli israeliani provano verso il premier sofferente sotto i ferri dei medici è un combustibile che va tutto a favore della sua creatura politica, il partito Kadima.

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