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La Stampa Rassegna Stampa
12.02.2006 Ahmadinejad sempre più minaccioso
quando lo capirà l'Europa ?

Testata: La Stampa
Data: 12 febbraio 2006
Pagina: 10
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «L'Iran: diremo basta alla tregua nucleare»

Da New York, sulla STAMPA di oggi 12.2.2006, Maurizio Molinari informa sulle ultime farneticazioni del faraone iraniano Mahmoud Ahmadinejad.

Ecco l'articolo:

Mahmoud Ahmadinejad minaccia di abbandonare il Trattato contro la proliferazione nucleare, preannuncia la distruzione di Israele da parte «dei palestinesi e dei loro alleati» e rilancia la tesi che l’Olocausto ebraico è «una menzogna» mentre «quello vero viene perpetrato ogni giorno ai danni dei palestinesi e degli iracheni».
Parlando a Teheran di fronte ad una folla oceanica nel 27simo anniversario della rivoluzione islamica, il presidente iraniano ha pronunciato un discorso disseminato di minacce e affermazioni ideologiche tese ad uno scontro frontale con la comunità internazionale. A 48 ore dall’appello del Segretario generale dell’Onu Kofi Annan, che aveva chiesto all’Iran di ripristinare il blocco dell’arricchimento dell’uranio, la risposta di Ahmadinejad è stata: «La nostra politica nucleare finora è stata pacifica, abbiamo operato nell’ambito delle regole dell’Agenzia atomica e del Trattato contro la proliferazione ma se ci accorgiamo che volete violare il diritto del popolo iraniano proprio grazie a queste regole, allora sappiate che le nostre politiche cambieranno». E ancora: «Dovete ringraziare Dio se fino ad oggi siamo stati pazienti, cercate di non farci perdere la pazienza e di non costringerci a cambiare la nostra politica».
E’ la prima volta che Teheran paventa la possibilità di abbandonare tanto l’adesione all’Agenzia atomica dell’Onu (Aiea) che il Trattato contro la proliferazione - come fatto dalla Corea del Nord nel 2003 - ed il passo è stato accompagnato da un giudizio sprezzante su tali istituzioni: «L’Occidente nasconde il suo volto dietro organizzazioni internazionali che non hanno alcuna reputazione fra le nazioni, è l’Occidente che ha distrutto la reputazione del Trattato contro la proliferazione».
Mentre Ahmadinejad parlava, la folla di fronte a lui innalzava cartelli sul «diritto all’energia atomica» gridando «Morte agli Usa», «Morte a Israele» ed insulti alla volta della Danimarca a causa della publicazione delle vignette satiriche su Maometto. Bandiere dei tre Paesi sono state date alle fiamme al pari di pupazzi con le effigi di George W. Bush e Ariel Sharon. Ahmadinejad ha accusato «i sionisti» di essere dietro la pubblicazione delle caricature. «In Occidente insultare il profeta è consentito ma mettere in dubbio l’Olocausto è considerato un crimine - ha aggiunto - ed i popoli degli Stati Uniti e dell’Europa devono pagare un prezzo alto per essere divenuti ostaggi del sionismo».
La scelta del governo iraniano di sostenere le proteste anti-danesi ha portato Copenhagen ad annunciare ieri il ritiro del proprio ambasciatore da Teheran lamentando «carenza di sicurezza». Ahmadinejad nel discorso ha ribadito di aver indetto un concorso pubblico di vignette sull’Olocausto, riaffermando di considerare una «menzogna» lo sterminio di sei milioni di ebrei avvenuto da parte dei nazifascisti durante la Seconda Guerra Mondiale. «Se volete trovare il vero Olocausto - ha aggiunto Ahmadinejad - dovete andare a cercare in Palestina dove ogni giorno i sionisti uccidono i palestinesi o dovete andare a cercare in Iraq». Sulla soluzione del conflitto in Medio Oriente la previsione del presidente è senza appello: «L’entità sionista sarà distrutta dai palestinesi e dai loro alleati nella regione». Una frase dai toni apocalittici, destinata a riproporre lo scenario di un Iran nucleare disposto ad usare l’eventuale bomba contro lo Stato Ebraico.
Negli ambienti diplomatici delle Nazioni Unite il discorso di Teheran è stato interpretato come una risposta negativa ad Annan e come un indurimento delle posizioni iraniane in vista dei colloqui in programma il 16 febbraio a Mosca sull’ipotesi dello spostamento in Russia di tutti gli impianti per l’arricchimento dell’uranio. Il Cremlino ha a più riprese confermato l’invito a Teheran ma ancora non ha ricevuto conferme sull’arrivo della delegazione di negoziatori. Gli incontri di Mosca sembrano essere l’ultima occasione a disposizione dell’Iran prima del trasferimento del dossier nucleare sul tavolo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite all’inizio di marzo.

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