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Il Foglio Rassegna Stampa
12.02.2006 Siamo in guerra
Ma c'è chi preferisce non saperlo

Testata: Il Foglio
Data: 12 febbraio 2006
Pagina: 3
Autore: la direzione
Titolo: «L'Europa ricala le braghe»

Il FOGLIO di sabato 11.2.2006 in un editoriale non firmato dal titolo "L'Europa ricala le braghe" descrive con analitica precisone la volontà di resa dell'Europa di fronte alla guerra islamista. Informazione Corretta ne condivide pienamente la tesi.

Ecco l'editoriale:

Davanti alla bara di un sacerdote ammazzato al grido di “Allah grande” l’Europa cala le braghe e il gesto non è solo sconveniente o indecente, è soprattutto politicamente suicida. Quasi dimenticato l’assassinio da parte del lupo grigio-verde sulla stampa continentale. Messo in ferie obbligate direttore che pubblicò quelle brutte offensive vignette. Allo studio norme comunitarie per regolare il rapporto media e religioni (una specie di par condicio teologica?). Oscurato dal governo svedese un sito che le ripubblicava. Negata una seduta del Parlamento europeo per l’uccisione in Turchia don Andrea Santoro (e ovviamente la u n i o n e straordinaria fu negata anche per l’esecuzione Olanda del regista Theo van Gogh e per l’attacco a Londra). Quasi comunemente accettato che con Hamas intima all’Europa di arrendersi, per bocca del suo leader esule nella minacciosa Damasco, la cosa migliore sia appunto in qualche modo arrendersi – come ha fatto ieri la Francia – a dover trattare (e pagare, rifocillare, magari lusingare) un governo che indossa le cinture dei kamikaze stragisti di ebrei non solo. Si arriva fino al paradosso un’Europa che cerca modi sempre raffinati per scusarsi mentre miliziani palestinesi cercano modi sempre efficaci per sparare contro gli uffici di quell’Unione europea che è lì per distribuire soldi a palate a chi poi finanzia gli stessi miliziani. Perfetto.Cioè, vengono messi in fuga con gli spari gli osservatori europei, ma i soldi europei devono continuare ad arrivare anche se al governo c’è chi spara. Perfetto. E’ la reciprocità condita con i cavoletti di Bruxelles, è il libro nero del cretinismo multiculti. Proprio mentre una bella cena dei cretini europei viene preparata a Teheran, per festeggiare la Bomba che è lì lì per nascere gli ayatollah. Qui nel vecchio continente ci si balocca con i falsi miti per non vedere ferocia mitologica di un magma islamofascista che ha dichiarato guerra alla civiltà. “E’ un complotto di pochi”. “Ma c’entrano più che altro le bande della prostituzione”. “Ma questo laico, dunque non si allea con al Qaida”. “No, non ci credo, c’è qualcosa di troppo artefatto”. “E’ colpa di Bush e di Sharon”. “Non può essere”. “Le religioni amano per forza”. “Bisogna distinguere”. “E se fosse caso isolato?”. L’elenco dei casi isolati inizia l’11 settembre 2001, per la verità anche prima, ma per comodità diciamo l’11/9 New York, poi passa per Madrid, Londra, Casablanca, per la Turchia, il Pakistan, l’Indonesia, Gerusalemme (costantemente), l’Arabia Saudita, la Siria, Beslan, Amsterdam, Baghdad, Kabul, ancora e ancora stragi più o meno allo stesso grido. E più o meno sempre stesse sono le frasi con cui voltare sguardo di là, per non vedere la guerra in corso.

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