lunedi` 25 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
11.02.2006 Magdi Allam coraggioso, ma Pisanu preferisce ascoltare i terroristi
le contraddizioni di un ministro, i meriti di un grande giornalista

Testata: La Stampa
Data: 11 febbraio 2006
Pagina: 21
Autore: Guido Ruotolo
Titolo: «Ministro e giornalista, guerra sotterranea»

Magdi Allam coraggioso, ministro Pisanu "politicamente corretto", quindi cieco di fronte a quello che che accade. E guerra per niente sotterranea. Si veda l'articolo di Allam sul Corriere della Sera di ieri, riprodotto su IC. La polemica è ripresa oggi sulla STAMPA in una corrispondenza di Guido Ruotolo.

Ecco il testo:

L’accusa che ha lanciato contro il ministro dell’Interno è pesante: «Legittima politicamente un movimento islamico che usa la violenza e predica l’odio per imporre un potere ostile ai valori e alla civiltà occidentale». Magdi Allam, vicedirettore del Corriere della Sera prende di petto il ministro Pisanu. Non è la prima volta, anche se mai così esplicitamente e con critiche che si prestano a sconfinare in accuse molto gravi. Ieri, in particolare, Allam ha contestato al ministro la sua presa di posizione sulla «necessità» di assecondare l’«evoluzione positiva del movimento dei Fratelli Musulmani in tutto il mondo». E ha ribadito il suo dissenso radicale con la scelta di Pisanu di inserire nella Consulta islamica anche un rappresentante di Ucoii, Unione delle comunità e organizzazioni islamiche d’Italia, il segretario Hamza Piccardo che ha fatto «apologia di terrorismo».
Non è un mistero che tra i due, tra Pisanu e Allam, si sia consumato un divorzio. In questo caso, non è un semplice rapporto tra un giornalista e un politico, un ministro, a essere entrato in crisi. Tra i due, infatti, c’era un tempo la condivisione di un progetto «comune», la creazione di una Consulta islamica, di un organismo rappresentativo in grado di accompagnare un processo di evoluzione. Con l’obiettivo finale di costruire un «islam italiano».
Oggi questo divorzio porta con sé un paradosso: il «cattolico» Pisanu e Allam sembrano giocare una partita a ruoli invertiti. E’ il ministro che in ogni occasione predica e rivendica il «dialogo» anche con le realtà più radicali del mondo islamico. L’intellettuale egiziano, al contrario, sembra aver sposato posizioni più prudenti: «Non facciamoci illusioni: corteggiando Hamas o i Fratelli Musulmani - ha scritto recentemente - otterremo tutt’al più il rinvio della resa dei conti con il terrorismo. Tra cinque o dieci anni, l’Occidente rischia di trasformarsi nel fronte di prima linea della guerra mondiale del terrorismo di matrice islamica».
Il «divorzio» fa ancora più sensazione perché i due, il ministro e il giornalista, appena due anni fa, come detto, avevano condiviso insieme un grande progetto, che allora sembrava molto illuminista e poco realizzabile. Era il 2 settembre del 2004 e sul «Corsera» apparve un manifesto-appello di personalità musulmane: «Riteniamo che i tempi siano maturi affinché lo Stato e la società italiana considerino positivamente la prospettiva di un’Italia plurale sul piano etnico, confessionale e culturale, ancorata a una solida piattaforma di leggi e di valori comuni». Il ministro dell’Interno rispose al manifesto-appello sempre sul quotidiano di via Solferino: «Sono convinto che su queste basi possiamo costruire non un “Islam in Italia”, inteso come corpo estraneo e potenzialmente ostile alla realtà nazionale, ma un “Islam italiano”, inteso invece come una comunità religiosa di cittadini consapevoli, titolari di eguali diritti e doveri, in una società aperta e pluralista».
Due anni dopo, il ministro Pisanu è sempre fermo su questa impostazione politica e culturale. La Consulta islamica è nata, senza la presenza e l’apporto di Magdi Allam che, nel frattempo, si è progressivamente posto in posizione critica nei confronti delle iniziative del ministro Pisanu. Intervistato da Beppe Severgnini su «Sky», il vicedirettore del «Corsera» confessò: «Accetterei volentieri di fare il ministro dell’integrazione in spirito di puro servizio». Non è dato sapere come Pisanu accolse quella disponibilità. Ma i maligni insinuano che Magdi Allam manifestò questo suo desiderio direttamente a Silvio Berlusconi. E un consigliere molto ascoltato dal presidente del Consiglio, oggi sembra confermare: «Allam ha avuto più di una udienza per esporre il suo punto di vista.....».

Invitiamo i nsotri lettori a sostenere le posizioni di Magdi Allam scrivendo la propria opinione alla Stampa. cliccare sulla e-mail sottostante.


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT