Da La REPUBBLICA di venerdì 10 febbraio 2006:
TORINO - La colomba della pace a «Torino 2006» per non dimenticare le 11 vittime alle olimpiadi di Monaco del 1972. Si è presentata così, ieri, al Villaggio Olimpico di Torino, la minuscola delegazione di Israele, cinque atleti in tutto, una coppia di danzatori su ghiaccio e uno slalomista. Proprio nei giorni in cui Steven Spielberg, con il suo ultimo film Munich dedicato alla strage di 11 atleti israeliani ad opera del gruppo palestinese Settembre Nero durante i Giochi di Monaco ‘72, rievoca quegli anni di terrorismo, gli atleti israeliani hanno colto l´occasione delle Olimpiadi torinesi per lanciare «un messaggio di pace al mondo con il linguaggio internazionale dello sport», come ha spiegato Zvi Varshaviak, presidente del comitato olimpico di Tel Aviv. Varshaviak è un uomo che ha visto Monaco e che oggi, a proposito di quei giorni, dice: «Volevano ucciderci. Noi, invece, siamo qui». Ma perché al team welcome, la cerimonia dell´alzabandiera, in un clima internazionale arroventato dalle reazioni dell´Islam contro le vignette danesi su Maometto e dalle minacce nucleari antiebraiche dell´Iran, è stato scelto dal comitato olimpico di Israele di offrire alla città di Torino una «provocatoria» colomba bianca? «Perché il popolo ebraico - ha spiegato il presidente - vede sempre come fine ultimo la pace. Peccato che i nostri vicini questa possibilità non ce la diano». Quanto alla sicurezza, gli chiediamo se anche loro, come gli americani, per proteggersi abbiano al seguito agenti del Mossad e del Shin Bet, i servizi segreti civile e militare: «Facciamo affidamento sulle forze dell´ordine italiane che sono in contatto in Israele con chi di dovere», spiega Varshaviak. «Italiani e israeliani sono due popoli che si somigliano, i loro geni sono sparsi in tutto il mondo. Ecco perché ci fidiamo della vostra security». Il linguaggio dello sport è internazionale, eppure due domeniche fa, durante un evento sportivo (la partita di calcio Roma Livorno), sono comparsi striscioni filo-nazisti e razzisti. «L´accoglienza che l´Italia ci ha riservato è stata molto calorosa. Per quanto riguarda l´episodio allo stadio di Roma, spero che anche quei ragazzini prima o poi siano soccorsi dalla ragione. E che alla fine avrà ‘ragione´ lo sport con il suo messaggio di pace».
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