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Il Foglio Rassegna Stampa
08.02.2006 Non è Hitler, ma un leader di Hamas
il sermone di Khaled Mehal nella moschea di Damasco

Testata: Il Foglio
Data: 08 febbraio 2006
Pagina: 1
Autore: Khaled Meshal
Titolo: «Dopo la vittoria e la satira, Hamas urla all’Ue:“Arrenditi”»

Nella traduzione di Memri Il FOGLIO pubblica il discorso teniuto venerdì 3 febbraio 2006 dal leader di Hamas Khaled Meshal nella moschea di Damasco. Un documento impressionante e  chiarissimo la cui diffusione toglie ogni alibi a quanti fingono di non sapere che cosa sia Hamas.
Ecco il testo:

Noi diciamo a questo occidente, che non agisce ragionevolmente e non impara la lezione: in nome di Allah, sarete sconfitti. Sarete sconfitti in Palestina, la vostra disfatta in questo paese è già cominciata. Israele sarà sconfitto e così lo sarà chiunque l’abbia sostenuto in passato o lo sostenga attualmente. L’America sarà sconfitta in Iraq. Ovunque la nazione (islamica) sarà fatta bersaglio, i suoi nemici saranno sconfitti. La nazione di Maometto sta conquistando la vittoria in Palestina. La nazione di Maometto sta conquistando la vittoria in Iraq e sarà vittoriosa in tutte le terre arabe e musulmane. (…) Unirà presente e passato. Aprirà gli orizzonti del futuro. Riconquisterà il controllo del mondo. Quel giorno non è lontano. Non vedete che fanno tutto il possibile per sconfiggerci militarmente, ma non ci riescono? Israele e le forze dell’occupazione in Iraq possiedono l’intero arsenale militare occidentale, eppure falliscono e sono sconfitti. Non capite che credono di poter usare la democrazia per ingannare i popoli, ma la democrazia si rivolta contro di loro? Non vedete che spendono il loro denaro nel tentativo di ostacolare Hamas, di sconfiggerla, ma [questa congiura] gli si rivolta contro? (…) Porto buone nuove al nostro amato profeta Maometto: la promessa di Allah, che prevede la nostra vittoria in Palestina sugli ebrei oppressori, ha cominciato ad avverarsi. Io dico (ai paesi europei): affrettatevi a scusarvi con la nostra nazione, perché se non lo farete ve ne pentirete. Non lasciate una macchia nera nella memoria collettiva della nazione, perché la nostra nazione non vi perdonerà. Domani la nostra nazione siederà sul trono del mondo. Non è un parto dell’immaginazione, ma una realtà. Domani guideremo il mondo. Scusatevi oggi. La nostra nazione sta avanzando ed è nel vostro interesse rispettare una nazione vittoriosa. (…) Quando conseguirà l’egemonia sul mondo e avrà il controllo delle proprie decisioni, impedirà questa manifesta ingerenza [nei nostri affari] e il saccheggio delle nostre risorse naturali, e fermerà le offese ricorrenti contro la nostra terra, contro la nostra nazione e contro i nostri luoghi sacri. Allora rimpiangerete quello che avete fatto. I paesi occidentali devono fermare gli stolti. Sono persone ragionevoli? Permettono che Allah e i profeti siano offesi. Offendono non solo Maometto, ma tutti i profeti. Ma quando un loro storico parla dell’Olocausto, sembra che sia il peccato di tutti i peccati. Se qualcuno critica gli ebrei, commette antisemitismo. Per legge, ritengono che i loro stessi cittadini ne siano responsabili. L’occidente, che tre secoli fa sbandierava gli slogan della libertà dopo la Rivoluzione francese, oggi non rispetta i propri principi. Li viola. Questa vittoria, che è stata evidente nelle elezioni, porta un messaggio a Israele, all’America e agli oppressori di tutto il mondo: non potrete sconfiggerci in alcun modo. Se volete la guerra, siamo pronti. Se volete la democrazia, siamo pronti. Qualsiasi cosa vogliate, siamo pronti. Non ci sconfiggerete. Il tempo delle disfatte è finito. La sconfitta nel giro di sei giorni, o di poche ore: tutto questo è giunto al termine. Prima di morire, Israele dovrà subire umiliazioni e degradazioni. L’America non sarà di alcun aiuto. I loro generali non potranno aiutarli. L’ultimo dei loro generali è stato dimenticato. Allah lo ha fatto scomparire. È finito. Se ne è andato quel Sharon dietro cui potrebbero nascondersi e trovare rifugio e con cui si sentirebbero relativamente sicuri. Oggi hanno leader deboli, che non sanno neppure dove il nostro Signore li ha messi. Li priveremo della vista, li priveremo del cervello. (…) Le loro armi non potranno aiutarli. Le loro armi nucleari saranno inutili. Pensavano di avere conquistato l’egemonia sulla regione con le loro armi nucleari, ma il Pakistan ha improvvisamente dimostrato di possedere armi nucleari islamiche, e ora temono l’Iran, e diversi paesi arabi sono in possesso di armi chimiche. Israele ha cominciato a intuire che la sua superiorità è arrivata alla fine. Non esistono più guerre in cui il suo esercito possa dispiegare quelle armi convenzionali superiori (forze aeree, corpi corazzati, missili) di cui dispone. Abbiamo imposto una nuova equazione nella guerra. In questa equazione, i nostri strumenti sono più forti. (…) So che tutti i leader arabi vogliono che la Palestina sia liberata. So che tutti i leader arabi (e ne ho incontrati parecchi) nel loro cuore vogliono che la resistenza in Palestina sia vittoriosa e vogliono che la Palestina sia liberata. Forse il bisogno di lusinghe e di diplomazia, e l’egemonia americana, impongono loro altre scelte, ma nel loro cuore gioiscono quando siamo vittoriosi (…). Hamas ha una visione. Hamas può gestire la battaglia politica, così come ha gestito quella militare. La tedesca Merkel si fa avanti e afferma: la democrazia e il successo elettorale non sono sufficienti per accordare la legittimazione ad Hamas. Andatevene tutti al diavolo. Cosa dovremmo fare per ottenere la legittimazione? Ora noi sosteniamo di avere la legittimazione della democrazia, ma voi lo negate. In questo caso, siete voi i primi a non essere legittimati, poiché siete nati dalla democrazia. Questa è la logica di una persona fragile e disfattista. Oggi ci danno un ultimatum: riconoscete Israele. Fantastico! Nessuno chiede all’assassino di riconoscere i diritti della sua vittima, ma la vittima deve riconoscere i diritti del suo assassino e tesserne le lodi. Hamas ha una visione. Hamas ha un piano. Hamas può gestire la battaglia politica, così come ha gestito quella militare, ma ricorrendo a un linguaggio e a strumenti diversi, e il riconoscimento di Israele non è tra questi. Ciononostante desideriamo occuparci di politica. Dico all’America, all’Europa e all’occidente: è nel vostro interesse cambiare le vostre relazioni e la vostra politica con la nazione araba e islamica e la causa palestinese. E’ nel vostro interesse trattare con i vincitori, non con i perdenti. Israele sarà sconfitto e non vi sarà di alcuna utilità. I musulmani saranno vittoriosi. La Palestina sarà vittoriosa. Affrettatevi a cambiare la vostra politica, se volete proteggere i vostri interessi. © Memri

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