martedi` 26 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
07.02.2006 Andrea Santoro e gli altri cristiani perseguitati in terra islamica
intervista a padre Samir Khalil Samir

Testata: Il Foglio
Data: 07 febbraio 2006
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «“Entro vent’anni i cristiani in medio oriente saranno la metà”, parla padre Samir»

Beirut. Massacri di cui nessuno si accorge. Il 3 febbraio alcuni terroristi dell’organizzazione Abu Sayyaf, legata ad al Qaida, entrano in un villaggio dell’arcipelago di Sulu, nei pressi di Jolo, a Mindanao (Filippine). Bussano alla porta delle case, chiedono a quale religione appartengono gli abitanti e poi se ne vanno. Poco dopo tornano armati e uccidono sei cristiani, tra cui una bambina di sei mesi. Della persecuzione cristiana in terra islamica e dell’assassinio di padre Andrea Santoro parliamo con Samir Khalil Samir, sacerdote gesuita che vive a Beirut, docente di islamologia all’Università Saint-Joseph e considerato fra i massimi esperti del mondo musulmano. “L’omicidio è una sorpresa. Santoro era una figura dialogante. Da una parte non si dovrebbe dire ‘ecco i musulmani in Turchia’, ma quest’omicidio significa che anche lì le tendenze radicali islamiste stanno aumentando. Come mai un fenomeno così insignificante come le vignette apparse su un giornale danese, in una lingua non letta al di fuori di quel paese, ha potuto fare il giro del mondo arabo? E’ stato un piano prestabilito, qualunque sia il giudizio sui disegni. Si voleva farne un incidente internazionale. L’assassino di Santoro non ha visto le vignette, perché nessun giornale del medio oriente le ha riprodotte. Allora come mai attaccare il sacerdote? Perché per molti musulmani l’occidente è sinonimo di cristiano. Il capo dei Fratelli musulmani ha appena ribadito il concetto dei cristiani come ‘kuffàr’, miscredenti. C’è una specie di colpa comunitaria, l’occidente che attacca noi musulmani. Nella mentalità islamica l’individuo si identifica con il gruppo e un giornalista danese si identifica con tutta la nazione danese. Per questo bruciano le ambasciate o espellono i cittadini danesi. Chiedono le scuse governative, come se Copenaghen avesse dato a quei giornalisti un mandato. Io assassino penso, allora, di rappresentare la comunità musulmana offesa”. E’ il meccanismo più pericoloso della cultura islamica, “il non distinguere fra politico e religioso, religione e stato, individuo privato e pubblico. La tradizione medievale prevedeva una umma che comanda; il nemico, harbi, cioè gli increduli da uccidere o convertire; e i dhimmi, ebrei e cristiani, da tollerare. Questa categoria rimane nel subconscio di chi pensa sempre come nell’islam medievale”. La sensazione è che le notizie sulle stragi di cristiani nel mondo islamico non facciano notizia. “Ma chi diffonde le notizie? Le agenzie occidentali. L’occidente è masochista, vuole punirsi per essere cristiano. Ci interessiamo solo quando c’è qualcosa che tocca i musulmani. Quante volte sono state date notizie aggressive contro i musulmani? Raramente. Ma quotidianamente sulla stampa europea ci sono accuse, notizie e calunnie sulla chiesa cattolica”. Samir registra il fallimento del multiculturalismo. “I cristiani non sono troppo tolleranti? A forza di voler fare aperture, autocritica senza mai autoelogio, si finisce per perdere la propria identità. Da parte dei non cristiani è diventato uno sport aggredire o criticare la chiesa, ‘è un nostro diritto’. Però dobbiamo accettare la diversità, lo straniero, cioè ammettere l’impossibile da parte degli altri ma non tollerare niente del cristiano. E’ questa l’impressione di chi, come me, vive in medio oriente. I musulmani pensano lo stesso, non avete nessun senso dell’onore, vi lasciate calunniare senza reagire, siete deboli, non avete nessun senso dell’identità, della virtù e dell’onestà”.
Padre Samir non è ottimista sul futuro dei cristiani in terre islamiche. “Il cristiano rimane sempre una persona tollerata, sottomessa. Molti musulmani diranno che siamo onesti, purché restiamo discreti e non dimentichiamo di essere in terra islamica. E’ un totalitarismo sovranazionale. Si rovescia contro i cristiani tutto l’odio che c’è contro l’occidente. Vi è anche una lotta contro l’ideale del bene rappresentato dal Vangelo. L’avanzata islamistica ci fa temere molto e ci spinge a emigrare”. Questa infine la fosca previsione dello studioso di origini egiziane: “La proporzione dei cristiani sarà dimezzata in venti anni in tutto il medio oriente. In Turchia non c’è più nemmeno l’un per cento dei cristiani, e quel paese era la culla della cristianità. Un secolo fa i siri erano maggioranza nel sud della Turchia. Il kemalismo oggi è difeso solo dall’esercito e anche lì è possibile un futuro islamista”.

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Foglio


lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT