sabato 23 novembre 2024
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Vignette, quale umiliazione?
Riceviamo e volentieri pubblichaimo questo intervento di un lettore:
 Vignette, quale umiliazione ?
di Gianni De Martino

Per timore di infiammare uno scontro con il terrorismo islamico, che, di fatto, già esiste, il Vaticano si pronuncia con molta prudenza sulle vignette anti-islam: libertà di pensiero non porti a offesa della religione e il vero spirito di ogni religione non venga meno con deplorevoli azioni violenti.

D'altra parte, si tratta, mi pare, di valutare anche se è proprio vero che quelle vignette satiriche, blandamente umoristiche, ma ritenute dai fruppi fondamentalisti addirittura “sataniche”, costituissero una irrisione dei simboli religiosi dell'Islam, o non piuttosto un'irrisione del terrorismo islamico.

Di fatto, il maometto con in testa un turbante a forma di bomba, o che dice ai kamikaze che il paradiso è già pieno e le uri sono in sciopero, si riferiva all'islam politico che fabbrica l'uomo-bomba sacralizzandolo e chiamandolo shaid con linguaggio religioso e manda i video con gli ostaggi occidentali mentre vengono sgozzati "nel nome dell'islam".

La spettacolarizzazione delle proteste degli estremisti organizzati, così come anche quelle dei governi musulmani ( “moderati” ma costretti a fare i conti con i fondamentalisti e l'odio delle piazze ) e le minacce di morte dei terroristi di matrice islamica , danno l'impressione che esista davvero una sola Umma transnazionale, saldata sul motivo – ricorrente, ed avanzato anche dopo l'11 settembre – dell'umiliazione e dei musulmani. Quando invece, mi pare, i musulmani non sono una sola testa che si piega all'unisono, né il terrorismo di matrice islamica è un movimento reattivo a qualche torto colossale, di portata oggettivamente storica. Il terrorismo di matrice islamica non è reattivo bensì è un movimento aggressivo: pronto a sfruttare anche vignette baldamente umoristiche per saldare le masse attorno al motivo dell'umiliazione dell'Islam e della riconquista dell'onore perduto.

Si tratta di un motivo potente, di pericolosa manipolazione, che attiene alla sfera dell' “affettività politica”. Proprio come avvenne con l'ascesa sfolgorante del nazismo, che – in piena crisi e boom demografico - faceva leva sul motivo dell'umiliazione proveniente dall'esterno e del pericolo dato per incombente della morte della Patria. Nel caso dei musulmani si tratterebbe però di una Matria, ovvero dell'Umma, la comunità idealmente transnazionale dei credenti. Non tutti i musulmani sono credenti, e fra i credenti non tutti pensano che quelle vignette rappresentino, come esagerando ad arte si legge su un sito islamista, “l'equivalente della shoah .” Una vera e propria assurdità! Inoltre vi sono anche imam che si sforzano di far capire ai fedeli che occorre , senza per questo perdere la fede, adattarsi alle leggi dei paesi che li ospitano, e rispettarne gli usi, i costumi e la cultura, senza pretendere di voler imporre la sharia'h e di considerare “infedeli” o “impuri” gli ospiti.

Possiamo essere contrari all'abitudine ( piccolo borghese, avrebbe detto Pasolini ) di ridere sempre e comunque di tutto e di tutti, riduttivamente. Ma non per questo occorre rinunciare alla sana capacità di non prenderci troppo sul serio in ogni cosa, e anche di irrisione, che come l'arte, l'umorismo, la satira , è un modo per aggirare le follie e le assurdità. Nel caso delle vignette umoristiche danesi, un modo per ribellarsi all'oppressione dei fondamentalismi e dei terrorismi dell'islam politico, che abusa di un vocabolario religioso e pretende di sequestrare globalmente e in maniera spettacolare la multiforme realtà della civilizzazione islamica. Non possiamo, mi pare ( a meno di non introdurre la sharia'h anche in Europa, cosa di cui sarebbero per primi i musulmani a soffrire ) rinunciare alle nostre fragili e discutibili libertà , cedere – per paura o per stanchezza – al nuovo e sfolgorante oscurantismo sacralizzato dalla bestialità dell'islam politico, e lasciare i musulmani più sensibili e riflessivi in balìa dei barbuti. Non è giusto che i fondamentalisti, i jihadisti e i sinistri collaborazionisti offendano sia l'islam come religione di salute e di pace sia l'Islam come civilizzazione prismatica e plurale.


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