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La Stampa Rassegna Stampa
04.02.2006 Da Gaza razzi sul Kibbutz. Ma l'Europa rifinanzia l'ANP
da Gerusalemme Fiamma Nirenstein

Testata: La Stampa
Data: 04 febbraio 2006
Pagina: 10
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Razzi della Jihad su un kibbutz israeliano»

Accanto all'analisi di Fiamma Nirenstein, la STAMPA di oggi 4.2.2006 pubblica anche la notizia che l'Europa è pronta a versare 10 milioni di euro all'ANP. neanche una parola sull'uso che ne verrà fatto.

Ecco l'articolo di Fiamma Nirenstein:

Fra due fuochi, e il disegno si ordisce a Damasco con il supporto dell’Iran: questo il parere comune dell’intelligence israeliana dopo gli attacchi concentrici di ieri, al Nord, al Sud, al centro. Al sud, l’attacco più preoccupante, quello al kibbutz Kania, vicino a Ashkelon, dove due missili Kassam sono piovuti da Gaza, e hanno fatto quattro feriti di cui, molto grave, un bambino di sette mesi colpito alla testa. Si tratta dei grandi caravan in cui hanno trovato una casa provvisoria i coloni che sono stati espulsi da Gaza, e quindi la loro disperazione getta una luce ancora più drammatica sulle scelte politiche del futuro. E’ un indice puntato contro i risultati dello sgombero, che avrebbe dovuto portare su una via di pace. La rivendicazione viene dalla Jihad Islamica, e se è autentica porta a una conclusione: adesso che Hamas si trattiene dai consueti attacchi nell’attesa di prendere decisioni politiche nel suo nuovo ruolo di governo, la Jihad Islamica cerca di vincere nella gara a chi tiene vivo il fuoco della lotta armata. D’altra parte né Hamas né il braccio armato del Fatah si tirano indietro da questa competizione, dato che è firmato da ambedue le organizzazioni il tentativo di infiltrare due cinture di sette chili di tritolo ciascuna dentro Israele: i soldati le hanno scoperte al check point di Beit Iba a Nablus e hanno arrestato i due terroristi.
Ieri è anche stata rotta anche la calma che regnava sul confine settentrionale dalla campagna elettorale palestinese. Gli Hezbollah sono tornati sul campo attaccando con una pioggia di katiusce i kibbutz del Nord, il Monte Hermon è stato chiuso (è una famosa stazione sciistica, anche perchè è l’unica in Israele) e l’esercito è in massima allerta. Nasrallah, dopo che l’esercito israeliano ha due giorni fa ucciso un giovane che oltre il confine (Israele sostiene che era armato) aveva promesso una dura vendetta, e ha agito: la nuova posizione di governo in Libano non lo immobilizza rispetto alla costante bellicosità contro Israele ormai ritiratasi, e il governo libanese lascia in balia degli Hezbollah il confine Sud. Sia le forze degli Hezbollah, finanziate dall’Iran, che la Jihad islamica giocano la loro esistenza su un continuo eccitamento nello scontro contro Israele, e vige una sensazione di scontro finale e persino escatologico, animato da Ahmadinejad.
L’attacco della jihad islamica è stato compiuto, come dice la rivendicazione «per difendere il Profeta»: difficilmente di fronte alle folle irate di Gaza e del Medio Oriente Hamas potrà tirarsi indietro. Intanto Khaled Mashaal, capo di Hamas a Damasco, ha dichiarato di nuovo che, anche se si può concepire una tregua, è impensabile riconoscere Israele. Questo ribadisce l’idea che Hamas intenda avvalersi dell’offerta iraniana di sostituire i Paesi donatori che hanno minacciato di tagliare i fondi se Hamas non riconosce Israle. Israele intanto ha annunciato che non lascerà che a Gaza seguitino a sorgere nidi di Kassam, e che nei prossimi giorni muoverà l’esercito per impedirlo. E a Gaza, si sa, c’è soprattutto Hamas, il nuovo partito di governo palestinese.

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