Lo strampalato commizio di Vauro Senesi 03/02/2006
Spettabile Redazione,
ieri giovedì 2 febbraio, ospite di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni nella puntata di "Otto e mezzo", l’impareggiabile vignettista Vauro Senesi, noto per certe sue vignette di pessimo gusto (come quella pubblicata il 27 gennaio 2005 su "Il Manifesto" che ha equiparato i terroristi assassini detenuti a Guantanamo agli innocenti trucidati nei campi di sterminio del Terzo Reich), ha fornito un saggio del perfetto benpensante progressista pacifista, chiuso paranoicamente (come rileva molto giustamente la Signora Deborah Fait) nella sua visione del mondo impermeabilizzata a qualsiasi dato oggettivo esterno con essa discordante. Interrogato ad esprimere la propria opinione riguardo il fatto che per i fondamentalisti islamici la libertà di satira è delitto di lesa maestà passibile di pena di morte, il buon Vauro, con gran sprezzo del ridicolo, ha approfittato dell’occasione di avere la parola per sostenere (udite, udite) che le violente manifestazioni antioccidentali seguite alla pubblicazione di alcune vignette su un giornale danese non solo sono giustificate (in quanto offensive nei confronti della religione islamica), ma sono la diretta conseguenza… della politica di Usa ed Israele che opprimono la libertà di iracheni e palestinesi!! Allorché Ferrara gli ha fatto constatare l’evidente assurdità di tale tesi (le manifestazioni riguardavano infatti espressamente l’oggetto delle vignette, non la politica internazionale) e che sarebbe stato più corretto rispondere sull’argomento della domanda anziché improvvisare un comizio politico strampalato, l’irriducibile Vauro ha sostenuto che certamente la satira deve essere libera (bontà sua!), ma altresì che non deve essere noiosa (le vignette incriminate lo avevano infatti annoiato con la loro banalità), non deve offendere i sentimenti religiosi dei pii musulmani e soprattutto non deve mistificare la realtà, come nel caso di quel sant’uomo di Arafat, troppo spesso ritratto da caricaturisti scorretti nei panni di despota corrotto ed assassino (vergogna!). A questo punto, la pazienza di Ferrara è venuta meno e il conduttore ha messo nell’angolo Vauro, ricordandogli che tanta delicatezza verso gli islamici mal si concilia con certa satira ferocemente anticlericale tipica della estrema sinistra (Vauro ha già dimenticato gli anni de "Il Male", quando il disegno di un fallo veniva intitolato "particolare censurato della Sacra Sindone"?); la libertà d’opinione vale sempre, o vale solo quando si tratta di farsi beffe della Chiesa Cattolica (nonché di Bush, di Sharon e di Berlusconi)? A Vauro l’ardua sentenza.