Una rticolo da la REPUBBLICA di mercoledì 1 febbraio 2006.
TEL AVIV - Parlare col Paese che Ahmadinejad vorrebbe cancellare dalle carte geografiche. E descriverlo con gli occhi di un iraniano moderato per chi, in Iran, non la pensa come il presidente-pasdaran. Hossein Derakhshan, il padre dei blogger iraniani, 31 anni, è sbarcato a Tel Aviv dal suo esilio canadese. Si è messo in viaggio mentre le relazioni tra Iran e Israele fanno scintille. E ha tenuto una lezione all´università di Tel Aviv su come i riformisti usano Internet per diffondere le loro idee politiche, descrivendo agli israeliani le idee dei moderati del suo Paese. Sono prove tecniche di dialogo: «Questo viaggio deve servire ad allentare la tensione tra i due Paesi. Sia Israele che l´Iran hanno da guadagnare dalla macchina della propaganda che dipinge l´altro come il cattivo, il nostro obiettivo è cambiare quest´immagine».
Quello che Derakhshan ha visto e sentito lo ha messo sul suo blog sul sito www.hoder.com. Seguito dai lettori di tutto il mondo e censurato dal ministro dell´Informazione iraniano, questo diario digitale - in inglese e farsi - ha un pubblico di 11mila persone. I "lettori clandestini" lo ricevono per posta elettronica.
Hoder.com è un blog politico: «Voglio rompere l´apatia dei giovani iraniani», ha raccontato al quotidiano Haaretz Derakhshan, che si è trasferito a Toronto cinque anni fa dopo che il regime ha messo i sigilli al giornale per cui lavorava. Vuole farli avvicinare alla politica. Come in Cina, molti blogger sono agli arresti, ma tanti altri continuano a discutere dell´attualità e della crisi sul programma nucleare. Per esempio: «C´è odore di guerra. Dio ci aiuti. La nostra gente ha già sofferto abbastanza negli ultimi 100 anni», scrive Rah-e-man su My way. E sulle possibili sanzioni del consiglio di sicurezza dell´Onu, Sarzamin-e Aftab di Land of the sun, obietta: «Non sono d´accordo con soluzioni che infliggano sofferenze alla popolazione».
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